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Il 2 giugno e il Milite ignoto. Il commento del generale Arpino

Le celebrazioni tradizionali per la Festa della Repubblica sono state anticipate, quest’anno, dal via a quelle dedicate al centenario della tumulazione del Milite ignoto. Il commento del generale Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa

Su iniziativa che risale ormai a fine gennaio dell’anno scorso, lanciata dal Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, in questi ultimi tempi alcuni Consigli comunali stanno deliberando il conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto nel centenario della tumulazione all’Altare della Patria (4 novembre 1921). Nel proporre l’evento, il presidente del Gruppo, generale dei Carabinieri MOVM Rosario Ariosa, interessava con una bella lettera, molto esplicativa e motivata, l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI), informandone per conoscenza tutta la catena del Ministero della Difesa, a partire dalla Presidenza del Consiglio.

Il 3 marzo successivo il Segretario Generale dell’ANCI, dott.ssa Veronica Nicotra, con una lettera indirizzata ai Sindaci dei Comuni italiani che parafrasava in alcuni punti quella del Gruppo MOVM, rilanciava positivamente l’iniziativa, segnalando la “possibilità” del conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, nonché l’intitolazione di “piazze, vie ed altri luoghi pubblici”. Il 16 settembre 2020 il presidente dell’ANCI, l’ingegnere Antonio Decaro, con una lettera dello stesso tenore ricordava a tutti i Sindaci delle città capoluogo di provincia la “possibilità” di celebrare l’evento con le iniziative menzionate.

Iniziativa lodevole, quindi, ed ampiamente garantita dal rango dei proponenti, che tuttavia non sembra aver sollecitato più di tanto l’entusiasmo dei quasi 8.000 (ottomila) Comuni italiani. Il presidente del Gruppo MOVM con lettera del 21 ottobre 2020 relazionava gli Associati sulle azioni intraprese ed i risultati (si trattava di dati iniziali) sino ad allora ottenuti. Ad oggi, tuttavia, la situazione delle adesioni continua ad andare molto a rilento. Certo, i Sindaci hanno come prioritario il problema del Covid-19, delle scuole e dell’assistenza diretta, per cui i promotori hanno cercato di agevolare se non altro la parte burocratica, fornendo copia facsimile delle delibere di conferimento della cittadinanza, delle lettere di trasmissione delle delibere, dei protocolli d’intesa. Ma, ciononostante, l’impressione è che tutto continui come prima, forse in attesa di un “liberi tutti” dal Covid o per prendere slancio all’approssimarsi del 4 novembre.

Sarà certamente così, ma l’apparente freddezza con cui la proposta è stata ricevuta ai livelli esecutivi non è per nulla rassicurante, e ciò non può non comportare l’insorgere di qualche quesito e di qualche legittimo dubbio. Viviamo in tempi non sereni, nei quali non è difficile registrare i cambiamenti ingenerati nella nostra società, nella nostra cultura e nel modo di vivere da una settantina d’anni di strisciante appannamento della maggior parte di quei valori che le generazioni cui ora appartengono solo i nonni (almeno quelli più anziani) ritenevano eticamente fondanti.

Siamo proprio sicuri che il Milite Ignoto, se sapesse dell’iniziativa e considerati i tempi, avrebbe motivo di rallegrarsene? Oggettivamente non ne siamo sicuri, ne Lui ce lo può confermare. I Comuni in Italia sono 7.914, retti da Giunte civiche o politiche d’ispirazione diversa. Sono tanti, ci sarà sicuramente qualche Comune nel quale non si trova l’accordo e la buona intenzione di chi ha lanciato l’idea rischia di diventare divisiva. Non è bello, e in questo caso lo sarebbe meno che mai. Questa nomina onoraria certo non può essere obbligatoria, per cui alcuni Comuni la metteranno in fila con tutte le altre esigenze. Altri, porranno questa delibera come prioritaria rispetto a tutte le altre, essendo sicuramente lodevole e, sopra tutto, esente da costi.

Quindi, a qualche Consigliere dall’ego preponderante, cui in precedenza non era mai stata approvata alcuna proposta, consentirà di fare bella figura gratis. Poi, senza voler nulla togliere alle migliaia di cittadini onorari già presenti nei ruolini d’onore di questi quasi ottomila comuni, il Milite Ignoto si troverebbe ad essere accomunato, alla pari, ad alcuni personaggi che “ignoti” lo sono davvero, pur vantando nome e cognome. Tutto questo, sommato alle ipocrisie che derivano dal politicamente corretto, il Milite Ignoto davvero non se lo merita.

Non è giusto, e non servirebbe certo ad aumentarne il Valore e l’Universalità. A Roma ogni anno arrivano da ogni dove decine di Statisti, migliaia di persone comuni e tante scolaresche che salgono la bianca scalinata per conoscerlo da vicino e rendergli un omaggio silenzioso e composto. Chissà, forse al giorno d’oggi preferirebbe continuare a riposare così, come ha fatto per cent’anni: nella Capitale del Mondo e su un altare sacro alla Patria. Nei suoi Comuni, il 4 novembre l’Italia potrà ricordarlo ugualmente, pur se non iscritto in 7.914 ruolini d’onore. Peccato, però, perché l’iniziativa è nata esclusivamente dall’amore di un Gruppo di coraggiosi, che hanno dato tanto senza chiedere nulla.


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