La blockchain dietro i Bitcoin è indubbiamente una delle tecnologie più importanti mai sviluppate nell’ultimo secolo, ma queste criptovalute hanno molti problemi, e non solo perché danneggiano il clima. I Bitcoin sono imprevedibili, volatili, servono più alla speculazione che allo scambio. E sulla privacy…
Sin dalla loro nascita, i Bitcoin hanno attirato l’attenzione per la tecnologia nuova e rivoluzionaria dietro alla blockchain, fattore che ha attratto investitori e semplici amanti del mondo tech. È un sistema nato con l’intento di proteggere la privacy delle persone, eseguire transazioni in maniera facile, veloce e conveniente, senza dover utilizzare un intermediario come una banca o un broker.
Nell’ultimo periodo, però, i Bitcoin hanno mostrato le loro debolezze. Dopo l’attacco hacker alla Colonial Pipeline e il pagamento del riscatto in Bitcoin, l’Fbi è riuscita ad intercettare 4 milioni di dollari (75 bitcoin) del riscatto e collegarli a circa 20 account di criptovalute. Dopo un tweet di Elon Musk, il valore del Bitcoin è caduto a circa metà del prezzo nonostante l’anno di crescita. Questo rivela che le transizioni tramite Bitcoin non sono così anonime e che la volatilità del mercato online è molto meno prevedibile e sempre più volatile.
Come ha scritto il Professor Eswar Prasad della Cornell University per il New York Times, “con 10 Bitcoin un giorno puoi comprarti una birra piccola ed il giorno dopo un vino di alta qualità.” Senza dubbi, la tecnologia è innovativa e rivoluzionaria e “il Bitcoin ha dimostrato come i programmi in esecuzione su reti di computer possano essere sfruttati per condurre in modo sicuro i pagamenti, all’interno e tra i paesi, senza fare affidamento su istituzioni finanziarie che applichino commissioni elevate.”
Il fatto che i Bitcoin facilitino le transazioni è un elemento importante per questa nuova tecnologia, ma va ricordato che il crypto-mining inquina molto e che i criminali utilizzano il sistema per riciclare denaro, chiedere riscatti e comprare armi di contrabbando.
Molti investitori e paesi vorrebbero regolamentare questo sistema per evitarne gli usi illeciti, per non ripetere altri attacchi ransomware come quello alla Colonial Pipeline o l’arresto di circa 1000 persone in Cina. Ma disciplinare un sistema che deve il suo successo all’essere “sregolato” è difficile. Per questo, alcuni paesi come la Cina, la Svezia ed il Giappone stanno creando una loro versione di criptovaluta interna regolamentata, e aziende come Facebook una propria moneta digitale privata.
I Bitcoin hanno riscosso successo anche grazie al fatto di essere limited edition. Possono esistere solo 21 milioni di monete digitali e, ad oggi, ne sono state create già 19 milioni. Diem, la criptovaluta ideata da Zuckerberg, vuole levare questo limite ed essere accessibile a tutti grazie al supporto ottenuto da altre criptovalute e dal fatto di essere legata al dollaro statunitense.
Una maggior accessibilità potrebbe però creare forti disuguaglianze. Sempre per il New York Times, il Professor Prasad ha infatti scritto che “ironicamente, piuttosto che democratizzare veramente la finanza, alcune di queste innovazioni possono aggravare l’ineguaglianza. Il mancato accesso all’alfabetizzazione finanziaria e digitale, potrebbero portare gli investitori sofisticati a raccogliere i benefici mentre i meno agiati, abbagliati dalle nuove tecnologie, assumere rischi che non comprendono appieno. Gli algoritmi informatici potrebbero peggiorare i radicati pregiudizi razziali, e di altro tipo, nelle valutazioni del credito e nelle decisioni finanziarie, piuttosto che ridurli. L’ubiquità dei pagamenti digitali potrebbe anche distruggere ogni residuo di privacy nella nostra vita quotidiana.”
Secondo il Professor Prasad, tutte queste trasformazioni finanziarie e digitali potrebbero cambiare la nostra vita, nonostante la tecnologia lo abbia già fatto. Non sempre, dunque, i Bitcoin avranno un effetto positivo sul mondo, e per questo bisogna ricordare che esiste sempre un rischio da non sottovalutare.