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Space Dream, il Ctna porta gli studenti d’Italia nello spazio

Si è svolta ieri, presso l’auditorium Parco della musica di Roma, la cerimonia di premiazione dell’iniziativa Space Dream, lanciata dal Ctna per stimolare l’interesse dei giovani, e in particolare delle ragazze, verso le materie scientifiche. Presenti all’evento Cristina Leone, Nicola Zingaretti, Alessandro Profumo, Massimo Claudio Comparini e in remoto Amalia Ercoli Finzi e Umberto Guidoni

“Il Ctna con il progetto Space Dream ha coinvolto gli studenti dalla scuola primaria all’università, per far sì che ogni studente, a seconda delle proprie attitudine, partecipi e si appassioni al settore”. Così la presidente del Cluster tecnologico nazionale aerospazio (Ctna), Cristina Leone, ha aperto la giornata di ieri, all’auditorium Parco della musica di Roma, dedicata alla premiazione del concorso “Space Dream”, l’iniziativa nata in occasione della partecipazione italiana alla missione Artemis con l’obiettivo di stimolare l’interesse dei giovanissimi verso lo spazio e le materie cosiddette “Stem” (science, technology, engineering, mathematics). Oltre a Leone, all’evento erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, l’ad di Thales Alenia Space, Massimo Claudio Comparini e, collegati da remoto, anche Amalia Ercoli Finzi, la prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aeronautica, e l’astronauta Umberto Guidoni.

SPACE DREAM

Oltre 17mila studenti, da 784 classi da tutto il territorio nazionale hanno risposto all’iniziativa, inviando migliaia di progetti e ad aggiudicarsi i premi sono state la IV elementare della scuola Micarelli de L’Aquila e la I C della scuola Fermi di Avezzano. “Le discipline scientifiche sono il motore dell’innovazione e il driver dell’economia; è per questo che è così importante portare i giovani e le donne verso le materie Stem”, ha continuato Leone. Come affermato dal presidente Zingaretti, presente alla premiazione: “Solo se riusciamo a scoprire cose nuove possiamo attivare ingegno e sviluppo. Se siamo nello spazio non è un caso, ci è stato permesso perché ci sono stati giovani, uomini e donne, che hanno lavorato in questo senso”.

L’IMPORTANZA DELL’INNOVAZIONE

Sviluppare l’interesse verso le materie scientifiche e tecnologiche fin dalle scuole primarie, un momento in cui si formano nei ragazzi le prime basi di quello che poi sarà il loro interesse futuro, è cruciale per l’importanza che la formazione scientifica ha, e avrà sempre più, nel mondo contemporaneo. “Nel 1969 – ha raccontato Profumo agli studenti– ero un ragazzo come voi e seguivo in televisione la diretta dello sbarco sulla Luna; pensate che quel computer di bordo aveva una potenza di calcolo inferiore a quella di uno smartphone; la tecnologia e l’innovazione ci consentiranno di vivere meglio e di avere un mondo più vivibile.”

SPAZIO AL FEMMINILE

“Voglio dire alle ragazze che possiamo fare tutto, ci vuole coscienza delle proprie capacità e studio; il futuro è rosa” A dirlo è stata la professoressa Amalia Ercoli Finzi. Uno degli obiettivi di Space Dream è stato, infatti, far avvicinare in particolare le ragazze al mondo scientifico e tecnologico, da sempre uno dei settori che soffre maggiormente del divario di genere. “Una delle sfide più grandi è far sì che le ragazze si appassionino al settore aerospaziale – ha ribadito anche Cristina Leone – sradicando quegli stereotipi per cui le donne non sono adatte alle materie scientifiche. Oggi vogliamo incentivare la loro leadership”.

PER UN’ITALIA SPAZIALE

L’esigenza di incentivare lo studio di materie scientifiche è poi particolarmente sentita in Italia, una nazione con un profondo coinvolgimento nel settore spaziale e dell’innovazione in generale, ma allo stesso tempo uno dei Paesi agli ultimi posti per numero di laureati in materie scientifiche. Come sottolineato Massimo Claudio Comparini: “Lavorare nello spazio è tecnologia ma anche visione, immaginazione ed emozione. L’Italia ha un’importanza fondamentale nel settore; è, infatti, il Paese che costruirà più della metà della prossima stazione spaziale”.

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