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La Zan è liberticida e ora ci vorrebbe la voce del Papa. Langone all’attacco

Il critico liturgico, firma del Foglio, si sarebbe aspettato “una presa di posizione da parte di Bergoglio. Il ddl Zan rappresenta un ostacolo concreto ai valori del cristianesimo”. L’opinione espressa dal Vaticano “è giusta ma debole”

Il Vaticano ha preso una posizione, netta, contro il Ddl Zan. Il disegno di legge che sta spaccando l’opinione pubblica, approvato a novembre 2020 dalla Camera, «violerebbe in alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato». Il ministro degli Esteri di papa Bergoglio, monsignor Paul Richard Gallagher, avrebbe fatto formale richiesta al governo, per fermare il disegno di legge contro l’omotransfobia. «La presa di posizione del Vaticano non è potentissima ma, visto che non ci aspettiamo più nulla, è già un piccolo passo avanti».

Camillo Langone, firma del Foglio, scrittore e critico liturgico, non è entusiasta. Anzi, si dichiara «estremamente scettico rispetto queste prese di posizione». Tanto più che, spesso, «non si sa se in effetti siano concordate e condivise dal pontefice. D’altra parte questo modo di agire si inserisce a pieno titolo nel metodo gesuitico: si dichiara una cosa, salvo poi smentirla, o quantomeno se ne da un’interpretazione differente».

Tuttavia l’aspetto che anche Langone non può non notare è l’impatto mediatico che una dichiarazione di questa risma ha sull’opinione pubblica e sul dibattito in ordine al disegno di legge. E, in questo senso, non sono mancate le prime prese di posizione dei vari esponenti politici. «Il fatto che le dichiarazioni provenienti dal Vaticano abbiano messo in crisi il Partito Democratico è positivo – sferza Langone – ma credo che comunque il segretario del Pd Enrico Letta non sia un cattolico autentico. Nessuno che apprezza e condivide anche solo qualche passaggio del disegno di legge Zan, può definirsi cattolico, ne tantomeno cristiano». O meglio «può definirsi quello che vuole, ma sarebbe una mistificazione della realtà».

Per Camillo Langone, ça va sans dire, il disegno di legge promosso dal deputato dem è «il male». In qualche modo «è assimilabile al bavaglio che misero in bocca a Giordano Bruno: è uno dei segni della decadenza dell’Occidente». L’aspetto che, da cattolico, maggiormente infastidisce Langone in questa vicenda è «il silenzio del papa». In effetti, la presa di posizione vaticana per stoppare il disegno di legge «viene da un suo funzionario, un suo delegato. Tra le persone comuni, ma non solo, monsignor Gallagher non è altro che un nome».

Al contrario «avrebbe dovuto parlare ed esporsi il papa in prima persona. Sarebbe bello e cristianamente rilevante se Francesco decidesse di esprimersi e dichiarare il suo dissenso rispetto una legge liberticida. L’esigenza di ribadire i valori della cristianità dovrebbe sentirla prima di tutti il pontefice. Dovrebbe parlare». Ma, dice il giornalista, «ho forti dubbi che ciò potrà mai accadere». Per invertire questa rotta «occorrerebbe un eroe della Fede, ma non ce ne sono. Eppure il Vaticano continua a esprimersi attraverso questi emissari, questi burocrati. Che non possono essere rappresentativi della storia e della tradizione cristiana».

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