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Finto allarme bomba all’aeroporto di Bruxelles. Era un test iraniano?

Giovedì scorso un bagaglio incustodito ha causato l’evacuazione dell’aeroporto di Bruxelles. Allarme bomba rientrato dopo quasi due ore. Secondo Israele era un test dell’Iran. Ecco perché

Nel pomeriggio di giovedì scorso (8 luglio) l’aeroporto di Bruxelles è stato evacuato per un allarme bomba, rientrato dopo circa due ore. A far scattare le misure di sicurezza è stato, come spiegato dalla procura di Halle-Vilvoorde, un bagaglio abbandonato da una donna iraniana poi partita per Doha, in Qatar. Appena individuata, l’aerelo su cui si trovava è stato fatto rientrare nella capitale belga mentre era nei cieli e la donna è stata interrogata e poi lasciata andare.

Secondo l’esperto di sicurezza israeliano Ron Ben-Yishai, intervistato dal sito Ynet, l’incidente sarebbe un test dei sistema di sicurezza dell’aeroporto a opera dell’Iran. Teheran, infatti, starebbe cercando modi per attaccare Israele all’estero, dopo le difficoltà a contrastare gli attacchi israeliani contro il programma nucleare e le forniture di armi ai gruppi terroristici.

Il procuratore belga ha spiegato che non ci sono prove di questo.

Ma quattro elementi meritano di essere sottolineati.

Il primo: il bagaglio è stato abbandonato nell’area di check-in di un volo diretto a Tel Aviv, operato da El Al, la compagnia di bandiera di Israele.

Il secondo: in occasione dell’attentato nella sala partenze dell’aeroporto di Bruxelles nel 2016 in cui furono uccise 16 persone e altre 150 rimasero ferite i funzionari israeliani hanno aiutato le autorità belghe a rafforzare le politiche di sicurezza aeroportuale.

Il terzo: a Bruxelles, oltreché a Vienna, Parigi e pure in Italia, Assadollah Assadi, il diplomatico iraniano (NB: ministero degli Esteri, non intelligence) condannato a febbraio da un tribunale belga alla pena di 20 anni di carcere per aver pianificato l’attentato (sventato) contro una manifestazione della Resistenza iraniana a Parigi il 30 giugno del 2018, aveva costruito la sua rete criminale, smascherata dalle intelligence europee assieme al Mossad.

Il quarto: Yair Lapid, ministro degli Esteri di Israele, era atteso a Bruxelles pochi giorni dopo per incontrare gli omologhi egiziano ed europei. E il capo della diplomazia israeliana ha colto l’occasione per invitare l’Unione europea a riconoscere che Israele è sotto attacco, anche da parte dell’Iran e dei suoi proxy, primo fra tutti Hezbollah.

In questo scenario si inseriscono le parole del direttore generale del ministero degli Esteri di Israele, Alon Ushpiz. Dopo l’allarme bomba di Bruxelles, il diplomatico ha commentato l’accaduto alla radio Kan invitando a “non sottovalutare” l’Iran. Non ha risposto a una domanda riguardo al fatto che il livello di allerta nelle ambasciate israeliane sia stato alzato dopo l’incidente nella capitale belga. Ha però sottolineato che il ministero degli Esteri lavora sempre lavorando per mantenere il personale in tutto il mondo al sicuro.

È l’eccezionalità di un suo intervento che, sommato alle indiscrezioni della stampa israeliana sul faro acceso dalle autorità del Paese su quanto accaduto a Bruxelles, che sembra confermare che a Gerusalemme ci siano pochi dubbi sull’intento di Teheran riguarda a quel bagaglio abbandonato.


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