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Berlusconi e il green pass, Conte e la riforma della giustizia (su cui cederà). Parla Orsina

La lettera del Cavaliere marca una distanza rispetto gli alleati di coalizione sul tema dei vaccini e del green pass. L’idea del partitone? “Si è inabissata ma rimane un’ipotesi da tirare fuori quando farà comodo”. In arrivo modifiche cosmetiche alla riforma Cartabia, così da farla mandar giù ai 5 Stelle

Silvio Berlusconi è rientrato nel dibattito a gamba tesa. E lo ha fatto su uno dei temi più dibattuti del momento, specie in casa centrodestra. I paladini del dubbio si trovano ora una posizione piuttosto ingombrante espressa dal padre nobile della coalizione in una lettera dai toni concilianti ma fermi, pubblicata sul Corriere. In buona sostanza, il leader di Forza Italia sostiene la bontà del green pass e si schiera a favore delle vaccinazioni. Questa opinione così netta, come si concilia con le riluttanze di Salvini e Meloni? Per orientarci meglio fra i delicati equilibri di coalizione abbiamo chiesto a Giovanni Orsina, storico e direttore della School of Government alla Luiss.

Orsina, il Cavaliere attraverso questa lettera si pone in netta discontinuità con le posizioni sostenute anche ultimamente dagli alleati di coalizione. La coalizione rischia di traballare?

La coalizione non gode in gran salute, già traballa di sé, ma non enfatizzerei questo passaggio più di tanto. Berlusconi è stato molto attento a rimarcare la legittimità delle posizioni degli altri membri della coalizione. È chiaro però che la sua volontà è quella di collocarsi saldamente sul terreno dei moderati. La natura sua e del suo partito è quella di incarnare l’anima meno “ribellistica” del centrodestra. La parte più vicina all’establishment, alle istituzioni. Più che uno sfilacciamento della coalizione vedo in questa operazione la volontà, da parte di Berlusconi, di rientrare nel dibattito e di ribadire l’identità del proprio partito.

In questo modo Forza Italia si allinea sempre più con il governo guidato da Mario Draghi.

Certo. Anche in ottica elettorale: lancia un messaggio preciso all’elettorato moderato che comunque vede in Draghi un riferimento. Destra sì, ma popolare e responsabile: no al Ddl Zan ma sì ai vaccini. In qualche modo la linea tenuta dal Cav è quella del mondo produttivo, quantomeno di quello ufficiale rappresentato da Confindustria.

Salvini e Meloni a questo punto come si comporteranno?

Prenderanno una loro linea e terranno le posizioni sulle quali, per altro, sono già. Salvini sta cercando, da una posizione di governo, di limitare l’impatto del green pass. Se otterrà qualcosa lo potrà rivendicare. In un certo senso, su questo terreno Salvini è in una posizione di mediazione tra le forze di centrodestra: sta al governo ma è contro il green pass, mentre Meloni è saldamente all’opposizione e Berlusconi pro Draghi.

Il Cav aveva lanciato l’idea di un maxi partito di centrodestra. Una sorta di rassemblement che includesse anche la Lega. E’ ancora un’ipotesi percorribile alla luce di questi presupposti?

L’idea del partitone di Berlusconi nelle ultime settimane si è inabissata, come spesso accade nelle cose politiche italiane. Era una proposta opportunistica, non “profonda”: prima era opportuna, ora non lo è, magari domani lo sarà di nuovo. Le difficoltà restano: la questione dei vaccini mostra ancora una volta la presenza di due destre, una popolare e istituzionale, l’altra che raccoglie l’elettorato più ombroso, che non si fida delle istituzioni, delle elites, degli scienziati. Il discorso del partito unico, o della Federazione tra lega e Forza Italia resta un’opzione, se si dovesse ripresentare l’opportunità politica.

Il governo ha scommesso sulla Giustizia. Conte si è asserragliato dietro la linea grillina, sostenendo peraltro che farà fatica a votare la fiducia qualora non si dovesse arrivare a un compromesso. Che ne pensa?

Penso che il governo farà qualche modifica cosmetica alla riforma Cartabia, ma alla fine i grillini la dovranno accettare, perché non sono nelle condizione di andare all’opposizione. Sbaglierò, ma secondo me alla fine sarà tanto rumore per nulla: Conte cederà.

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