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Missione compiuta. Così Branson è arrivato nello Spazio

Sir Richard Branson entra nella storia diventando il primo imprenditore dello spazio a superare effettivamente l’atmosfera a bordo della sua “nave spaziale” Unity, battendo al fotofinish Jeff Bezos, che dovrebbe partire il 20 luglio. Obiettivo della missione di Branson: valutare il confort del volo spaziale per i futuri turisti dello spazio

Richard Branson ha raggiunto lo spazio a bordo della Virgin Space Ship “Unity”, lo spazioplano sperimentale della sua Virgin Galactic. La missione della Virgin, denominata “Unity 22”, è la quarta a portare oltre l’atmosfera un equipaggio umano, ma è la prima in assoluto a includere uno dei protagonisti della New Space Economy. Branson, infatti, ha battuto sul tempo, di appena nove giorni, il rivale Jeff Bezos, che prima di lui aveva annunciato la sua intenzione di raggiungere lo spazio a bordo della navetta New Shepard della Blue Origin per il 20 luglio. La “corsa allo spazio” tra miliardari è ufficialmente iniziata.

IL VOLO DELLA UNITY

La Vss Unity si è staccato dal terreno, con un’ora di ritardo causa-meteo, alle 8:00, ora locale (le 16:00 in Italia) dallo spazioporto della Virgin Galactic “Spaceport America”, nello stato del New Mexico. La Unity è stata portata in quota in configurazione parassita dalla l’aereo madre (letteralmente “nave madre”, tanto per dare quel tocco fantascientifico in più) Vms “Eve”. Unity si è staccata da Eve a circa 13mila chilometri d’altezza, accendendo i propri motori a razzo e raggiungendo gli 86 chilometri sopra il livello del mare, superando di sei chilometri la soglia che per la Nasa segna convenzionalmente l’inizio dello spazio.

L’EQUIPAGGIO

Insieme a Branson ci sono i piloti Dave Mackay e Michael Masucci, Beth Moses, capo istruttore degli astronauti della Virgin Galactic che supervisiona la sicurezza della missione, Colin Bennett, ingegnere capo delle operazioni e responsabile delle attrezzature della cabina commerciale, e Sirisha Bandla, vicepresidente degli affari governativi e delle operazioni di ricerca che si occupa della fattibilità degli esperimenti scientifici da condurre sulla Vss Unity.

PROVE GENERALI DI TURISMO SPAZIALE

L’obiettivo della missione Unity 22 è quello di testare quanto messo in capo dalla Virgin Galactic per permettere l’evoluzione dei viaggi spaziali privati. In particolare l’equipaggio della Vss Unity dovrà dimostrare la capacità di condurre esperimenti e confermare la validità del programma di formazione offerto allo Spaceport America per preparare i futuri astronauti che si affideranno alla Virgin Galactic per superare l’atmosfera. Ma la missione principale di Branson e compagni sarà valutare gli spazi della cabina prevista per i clienti privati con un equipaggio al completo, compresa la comodità dei sedili, l’assenza di peso e le viste sulla Terra offerte dallo spazioplano, il tutto per massimizzare il comfort dell’esperienza offerta ai futuri turisti spaziali.

LA SPACE ECONOMY

Il fatto i magnati si stiano spingendo ai confini dell’atmosfera non è solo l’ultima trovata eccentrica dei facoltosi per far parlare di sé, ma la dimostrazione esplicita della nuova realtà acquisita dallo spazio: non più frontiera fantascientifica, ma normale luogo dove svolgere delle attività economiche, compreso il turismo. Per i paperoni della Terra essere tra i primi imprenditori della nuova era della Space economy a raggiungere lo spazio significa non solo assicurarsi un posto nella storia, ma soprattutto dimostrare la validità del proprio prodotto, attirando potenziali clienti.

E MUSK?

Mentre Branson e Bezos raggiungono lo spazio, Elon Musk lo stravolge, di nuovo. Oltre ad essere stato probabilmente il primo imprenditore a intuire le possibilità di business per il settore privato nello spazio, la sua SpaceX ha di recente avviato due iniziative che hanno tutte le caratteristiche per rivoluzionare di nuovo le regole del gioco: la “Doge-1”, prima missione completamente finanziata in criptovaluta (la “Dogecoin”, intitolata a uno dei più famosi meme), e la costruzione di Deimos, una base spaziale nel mezzo dell’oceano per il lancio e il recupero di StarShip, la navetta-razzo già scelta dalla Nasa per riportare il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna.



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