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Come sarà l’autunno versione Delta? Le previsioni delle banche d’affari

Bank of America e Goldman Sachs, seppur in misura diversa, cominciano a rivedere le previsioni per il Pil americano e globale per il 2021, che finora non avevano tenuto conto della variante Delta. Un castello di carte pronto a crollare? Non è detto…

I classici conti senza l’oste. L’economia mondiale, dopo il buco nero del 2020, è in ripresa. Ma attenzione a imbottirsi di sole grandi speranze, si rischia di farsi male. Fino a questo momento le principali economie mondiali si sono immaginate un 2021 all’insegna del colpo di reni e di un Pil in netta ripresa. Eppure, secondo due delle principali banche d’affari, c’è da andarci con i piedi di piombo, si fa sempre in tempo a cambiare le previsioni di fine anno.

“Qualcosa potrebbe cambiare in peggio nell’economia americana e la causa è la variante Delta”, hanno messo subito in chiaro, per esempio, gli economisti di Bank of America Stephen Juneau e Anna Zhou. Nel loro report scrivono che la variante Delta “potrebbe portare a un cambiamento nel comportamento dei consumatori in futuro. Il numero dei casi, da quando è comparsa la variante Delta è salito del 351%”. Un aumento dei contagi che potrebbe tranquillamente “portare a un nuovo forte calo della spesa per i servizi”.

Un altro fattore che preoccupa Bank of America è la mancanza di aiuti governativi all’orizzonte. “Quando la pandemia ha colpito per la prima volta, gli americani hanno ricevuto gli assegni e i benefici del Cares Act del presidente Donald Trump e infine l’American Rescue Plan del presidente Joe Biden. Ora per un altro piano c’è, ma solo sulla carte e non è in discussione al Congresso, non ancora almeno (il piano per le infrastrutture, ndr)”. Insomma, con una variante fuori controllo si rischia grosso.

Ma c’è chi è un poco più ottimista. E qui è il turno di Goldman Sachs, per la quale “nonostante il rischio per la ripresa economica dato dalla variante Delta, non siamo dinnanzi a un ostacolo insormontabile per la crescita mondiale. Pensiamo che l’impatto economico a breve termine di una ripresa del virus negli Stati Uniti sia modesto”, ha affermato Jan Hatzius.

Secondo Hatzius “la vaccinazione diffusa fornisce protezione contro le infezioni gravi e le stesse popolazioni anziane più a rischio di infezione grave hanno tassi di vaccinazione elevati anche negli Stati con vaccinazioni complessive basse. Questo rende meno probabili le nuove restrizioni”. Non è tutto. Secondo l’economista, “le attività dei consumatori nel Regno Unito, come la spesa e la mobilità, sono diminuite solo modestamente nelle ultime settimane e i sondaggi suggeriscono che i consumatori statunitensi non hanno rinunciato significativo ai loro acquisti. Lo dimostra il fatto che le prenotazioni di ristoranti negli Stati Uniti hanno subito molto poco l’impatto dell’aumento dei contagi e dei ricoveri”.

Ottimismo che però non ha impedito il taglio delle stime sul Pil 2021 degli Usa da parte della stessa Goldman Sachs. La banca d’affari ritiene che l’economia nei prossimi trimestri dovrà fare i conti con una ripresa più lenta nel settore dei servizi. Goldman ha così tagliato la sua stima sia del terzo che del quarto trimestre di 1 punto percentuale, rispettivamente all’8,5% e al 5%. La previsione di crescita per l’intero 2021 è di +6,6% su base annua.

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