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Vega-E scalda i motori. Ecco il contratto dell’Esa per Avio

L’Agenzia spaziale europea ha assegnato ad Avio un contratto da 118,8 milioni di euro per lo sviluppo di un nuovo modello nella famiglia dei lanciatori Vega. Il Vega-E avrà a disposizione un innovativo motore a ossigeno-metano liquido che consentirà migliori prestazioni con un impatto ecologico minore

“Il contratto firmato oggi è espressione della grande fiducia che l’Agenzia spaziale europea, insieme ai suoi Stati membri e all’Agenzia spaziale italiana, continuano ad avere in Avio e nelle sue capacità”. Commenta così l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo, la firma del contratto dal valore di 118,8 milioni di euro assegnato oggi all’azienda di Colleferro dall’Esa, rappresentata dal direttore del Trasporto spaziale Daniel Neuenschwander, che assicura l’evoluzione del lanciatore made in Italy oltre il 2025. Il contratto, firmato nella sede di Esrin a Frascati, segna l’inizio di una nuova fase nello sviluppo del Vega-E, a sua volta una versione potenziata del Vega-C.

I LANCIATORI VEGA

La famiglia dei lanciatori Vega opera dallo spazioporto europeo nella Guyana francese ed è in grado di trasportare con un singolo lancio più satelliti di piccole dimensioni, posizionandoli in orbite anche diverse, come accaduto nell’ultimo lancio, a fine aprile, e in quello di settembre 2020 (quando il vettore italiano segnò il record europeo ponendo in orbita 53 satelliti). L’accordo odierno dà inizio a una fase di preparazione del nuovo veicolo di lancio. Il Vega-E, il cui primo volo è previsto nel 2022, è progettato per incrementare ulteriormente le prestazioni e la flessibilità in termini di massa e volume di carico utile della famiglia dei razzi Vega. Sarà dotato di tre stadi, uno in meno rispetto al Vega-C. Il primo e il secondo, rispettivamente il motore a razzo solido P120C per la spinta al momento del lancio e il motore a stato solido Zefiro-40, sono derivati direttamente dal modello precedente. Il terzo, invece, è lo stadio superiore criogenico a ossigeno-metano liquido, che sarà al centro dell’innovazione di Vega-E.

IL MOTORE M-10

Come spiegato da Renato Lafranconi, Vega Programme Manager dell’Esa, “lo stadio superiore di Vega-E sostituirà il terzo e il quarto stadio superiore dell’attuale configurazione, con un enorme impatto positivo in termini di costi e prestazioni”. Lo stadio superiore di Vega-E, grazie al suo nuovo motore criogenico a ossigeno-metano liquido M-10, permetterà una riduzione del costo del servizio di lancio e anche un miglioramento in termini di sostenibilità ambientale. “La riduzione delle emissioni e dei residui di combustione garantita dall’introduzione del motore M-10 rappresenta un ulteriore progresso in termini di sostenibilità ambientale”, ha aggiunto Adriana Sirbi, Vega-Evolution Preparation Manager dell’Esa.

COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE

“Questo contratto porta Vega un passo avanti”, ha commentato Neuenschwander, che ha anche aggiunto: “Il nuovo motore criogenico a ossigeno-metano liquido M-10 aumenterà ulteriormente la sua competitività, le prestazioni e la sostenibilità”. Attualmente le industrie e accademie di undici Paesi partecipano allo sviluppo del sistema di lancio di Vega-E, con la società Avio che funge quale capo-commessa. Oltre allo sviluppo del lanciatore in sé, è previsto la progettazione della rampa di lancio e dell’infrastruttura associata presso lo spazioporto europeo nella Guyana francese.

IL NUOVO IMPIANTO IN SARDEGNA

Parte degli importanti fondi messi a disposizione dall’Esa per lo sviluppo del lanciatore sono stati investiti da Avio per la realizzazione in una nuova Space Propulsion Test Facility a Perdasdefogu, in Sardegna. L’impianto tecnologico servirà quale laboratorio di prova per i nuovi componenti del Vega-E. In particolare, entro la fine dell’anno verranno effettuate le prove sul nuovo stadio superiore, compreso l’innovativo motore M-10.

I PROSSIMI VOLI

Prima della versione “E” debutterà il Vega C, chiamato a rappresentare insieme al più grande Ariane 6 la nuova generazione di vettori europei. La sfida maggiore è la competizione con i campioni americani (SpaceX in testa) e con l’ascesa cinese. A fronte di tutto ciò il settore europeo dei lanciatori è al centro di ipotesi di rinnovamento. Anche su questo dossier, l’obiettivo spiegato dal sottosegretario Bruno Tabacci, che ha la delega per il settore è “instaurare un dialogo più strutturato con la Commissione europea, e poi un rapporto trilaterale con Francia e Germania che restituisca all’Italia il suo ruolo paritario”. A marzo, l’incontro al Mise tra il ministro Giancarlo Giorgetti e il collega francese Bruno Le Maire ha segnato l’avvio di un tavolo con la Francia sul tema dell’accesso allo Spazio, manifestando l’intenzione di coinvolgere anche la Germania. Tabacci ha già incontrato gli ambasciatori a Roma dei due Paesi.

LA LINEA DELL’UE…

Più di recente Tabacci ha incontrato anche il commissario europeo Thierry Breton, che presiede il settore per l’Ue, determinata ad assumere un ruolo maggiore. In questa occasione, Breton ha notato che il settore è interessato da “notevoli cambiamenti economici e tecnologici, accompagnati da una diminuzione dei prezzi commerciali dei vettori extra-Ue dovuta, lo sappiamo tutti, a massicci sussidi governativi”. Il riferimento, tra le righe, a SpaceX, di fronte alla quale l’Europa, per Breton, dovrebbe lanciare una “strategia lungimirante che vada oltre gli interessi nazionali”. Di più: “Abbiamo fantastici lanciatori europei, competitivi sulla scena globale, ma gli standard sono attualmente in fase di ridefinizione al di fuori dell’Europa”. Dunque, “credo che serva una strategia più offensiva e aggressiva”, notata il commissario. Tutto ciò è accompagnato dalla proposta di “un’alleanza per i lanciatori per avere una tabella di marcia condivisa per la prossima generazione di lanciatori dell’Ue”. Dovrà “esplorare nuove modalità di accesso allo Spazio, consentendo all’Europa di disporre dell’intera gamma di lanciatori, dai micro e piccoli vettori a quelli medi e pesanti”.

…E QUELLA FRANCESE

A fine maggio la stessa linea è stata presentata a Roma, presso l’ambasciata di Francia, dal neo presidente del Cnes (l’agenzia francese) Philippe Baptiste. “Non c’è industria spaziale senza una strategie di accesso autonomo allo Spazio, e la Francia è molto attaccata a questo concetto”, ha aggiunto. Di fronte a SpaceX ed Elon Musk, ha spiegato, la sfida è riuscire a trovare pieno accordo per coprire la totalità dei lanci istituzionali, e poi elaborare strategie innovative per essere competitivi su quelli commerciali. Nel breve termine, “l’obiettivo è avere successo con l’Ariane 6”, al debutto nel 2022, ma occorre “pensare da subito al futuro”, magari “guardando a come oltreoceano hanno affrontato alcune difficoltà”.

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