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Il secolo del Fintech. Ora anche l’Italia entra in campo

Il via libera al comitato trasversale Consob-Ivass-Bankitalia sotto la regia del Mef è la naturale risposta a una rivoluzione cominciata anni fa. E che la pandemia ha contribuito a rendere ancora più veloce, come raccontano i finanziamenti alla tecnofinanza, triplicati già all’inizio di quest’anno

L’Italia fa un balzo in avanti nel Fintech. Mentre la Cina demolisce un pezzo alla volta una la tecnofinanza di casa propria, allungando le sua mani fino alle aziende cinesi quotate a Wall Street, dal governo di Mario Draghi arriva la posa della prima pietra di quello che sarà a tutti gli effetti l’ecosistema ideale del Fintech all’italiana. Una rivoluzione scoppiata in realtà anni fa, ma oggi al proprio apice (gli investimenti globali in aziende fintech nel 2019 sono rimasti elevati, con oltre 135,7 miliardi di dollari tra operazioni di M&A) anche sulla spinta del Recovery Fund che impone all’Italia e ai suoi partner europei massicci investimenti in digitalizzazione.

UN COMITATO PER IL FINTECH

Da poche ore è operativo il Comitato Fintech che sotto la regia del Ministero dell’Economia riunisce Banca d’Italia, Consob e Ivass allo scopo di digitalizzare i servizi finanziari. Per la prima volta l’Italia si dota di una sandbox regolamentare, uno spazio protetto dedicato alla sperimentazione digitale nei settori bancario, finanziario e assicurativo. In pratica, un ambiente di prova, spesso slegato dal normale flusso di ambienti predisposti per lo sviluppo e il test.

Una sperimentazione che “consentirà agli operatori del Fintech di testare soluzioni innovative, potendo beneficiare di un regime semplificato transitorio e in costante dialogo con le autorità di vigilanza. Banca d’Italia, Consob, Ivass. Allo stesso tempo, le autorità responsabili per la regolamentazione potranno osservare le dinamiche dello sviluppo tecnologico e individuare gli interventi normativi più opportuni ed efficaci per agevolare lo sviluppo del Fintech, contenendo già in avvio la diffusione di potenziali rischi”.

Più nel dettaglio, per accedere alla sperimentazione, gli operatori dovranno presentare all’autorità di vigilanza competente per materia progetti relativi a servizi, prodotti o processi innovativi nel settore bancario, finanziario o assicurativo e che portano benefici per gli utenti finali o contribuiscono all’efficienza del mercato. In questo senso i progetti dovranno essere in uno stato sufficientemente avanzato per la sperimentazione e sostenibili da un punto di vista economico e finanziario. Le autorità di vigilanza forniranno indicazioni volte a specificare i criteri di ammissione alla sperimentazione stabiliti dal decreto.

Mentre “per quanto concerne il momento di presentazione delle domande di accesso alla sperimentazione nel 2021, le autorità di vigilanza, entro settembre, determineranno la finestra temporale per l’invio delle richieste di ammissione alla sandbox“.

IL SECOLO DEL FINTECH

Che questo sia il secolo del Fintech è comunque appurato. L’ultimo rapporto di ItaliaFintech, Politecnico di Milano, Unioncamere e Innext parla chiaro. Il Fintech è oggi solido e in rapida crescita più o meno ovunque nel mondo. Un settore con grande dinamismo che, anche in occasione della pandemia, ha avuto e sta avendo una forte accelerazione in Italia al punto che nel primo trimestre del 2021, i finanziamenti Fintech erogati sono quasi triplicati rispetto allo stesso periodo del 2020. Nel mondo oggi ci sono non meno di 2.541 startup, capaci di raccogliere fondi per un totale di 55,2 miliardi di dollari, con 22 milioni di dollari in media e punte oltre il miliardo.

E anche dalle parti dell’Economist, la pensano così. “Nel Fintech sta succedendo qualcosa di sorprendente: si stanno riversando molti più soldi del solito. Nel solo secondo trimestre dell’anno il Fintech ha attratto 34 miliardi di dollari in finanziamenti di capitale di rischio, un record. Un dollaro su cinque investiti dal capitale di rischio quest’anno è andato nel Fintech”.

Non è finita. Anche le trattative procedono a ritmo frenetico. PitchBook, colosso dei dati americano, stima che le società di venture capital abbiano venduto 70 miliardi di dollari in partecipazioni in startup Fintech finora quest’anno, quasi il doppio rispetto a tutto il 2020, già di per sé un anno eccezionale. Non può stupire che nei primi tre mesi dell’anno le società del Fintech abbiano preso parte a 372 fusioni.

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