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Innovazione a gonfie vele. Le tecnologie per la Marina del futuro

In scena a Roma il primo workshop sull’innovazione tecnologica della Marina militare, idee e progetti per uno strumento marittimo tecnologicamente all’avanguardia in grado di proteggere il Paese dalle sfide del futuro, in un Mediterraneo bollente. Con l’ammiraglio Cavo Dragone, tra gli ospiti Alessandro Profumo (Leonardo) e Giuseppe Giordo (Fincantieri)

“Quello dell’innovazione tecnologica è un settore connotato da grande dinamicità e sta assumendo una crescente rilevanza anche nello sviluppo delle capacità militari, che non possono esentarsi dal confronto con la crescente compenetrazione tra il mondo fisico, digitale e biologico” Apre così il capo di Stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, i lavori del primo workshop sull’innovazione tecnologica della Marina, avvenuta oggi presso il Circolo sottufficiali della Forza armata a Roma. Il workshop, in particolare, è stata l’occasione per illustrare le capacità del Future combat naval system (Fcns), indispensabile per poter affrontare le sfide del futuro e consegnare al Paese uno strumento marittimo flessibile, efficace e tecnologicamente all’avanguardia.

SCENARIO OPERATIVO MEDITERRANEO

“Gli effetti dirompenti dell’evoluzione tecnologica assumono avanza ancor più significativa se proiettati in un contesto come quello del Mediterraneo – ha continuato Cavo Dragone – reso intrinsecamente complesso dalla competizione per le fonti energetiche, dai fenomeni migratori, dalla proliferazione di gruppi terroristici, dai traffici illeciti e, non ultimo, dalla crescente presenza di potenze extraregionali in tale scenario”. In questo scenario, l’obiettivo del workshop, rimarcato anche dal capo di Stato maggiore, è stato quello di continuare ad assicurare avviare un percorso sinergico insieme alle capacità della ricerca, dell’accademia e dell’industria per sviluppare strumenti e sistemi necessari per rendere in grado la forza marittima di operare nell’ambiente multi-dominio. Le tecnologie dirompenti, infatti, hanno un impatto sempre più incisivo negli scenari operativi, aumentando la velocità di azione, riducendo i tempi di reazione e massimizzando l’imprevedibilità delle tattiche.

L’ANIMA MULTIDOMINIO DI LEONARDO

Intervenendo al workshop l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ha ricordato come: “le forze navali sono di per sé multidominio c’è la componente di superficie, subacquea, aerea, terrestre anfibia e, naturalmente, spaziale e cyber”. Proprio per questo Leonardo si pone quale partner naturale del processo di innovazione della Marina, in quanto società leader in ogni singolo domino, dai sistemi aerei manned e unmanned, ai sensori dei singoli sistemi, ai collanti fondamentali delle catene di comando, controllo ed elaborazione dei dati attraverso i network e la gestione dei cloud. Leonardo, inoltre, assicura la sicurezza e la resilienza cyber a partire dalla progettazione dei sistemi d’arma delle piattaforme di difesa. “Leonardo mette queste expertise a disposizione della Marina militare per realizzare attraverso una partnership strategica virtuosa il Future combat naval system e offrire alla Marina quel vantaggio operativo indispensabile” ha sottolineato Profumo.

SINERGIE EFFICACI: FINCANTIERI E LE FREMM

“L’industria navale italiana ha raggiunto negli ultimi anni risultati importanti anche sul mercato internazionale” ha ricordato Giuseppe Giordo, direttore generale della Divisione navi militari di Fincantieri, aggiungendo che: “attraverso la sinergia con la Marina militare siamo riusciti a sviluppare un prodotto estremamente competitivo come la Fremm, che ad oggi rappresenta il “top” tecnologico e operativo del mondo”. Il successo della Fregata europea multi-missione, vascello recentemente indicato dalla stessa marina degli Stati Uniti quale modello a cui rifarsi per lo sviluppo della propria nuova classe di fregate, rappresenta l’esempio più virtuoso dell’efficacia della sinergia nel sistema-Paese. “A livello industriale siamo sicuramente i primi in Europa e tra i maggiori player nel mondo, e se riusciremo a mantenere questo ritmo potremo giocare un ruolo determinante anche sul piano geopolitico; un paese straniero che decide di dotarsi di simili prodotti diventa un partner strategico per l’Italia, e non solo per Fincantieri”, ha continuato Giordo.

MBDA E I SISTEMI DIFENSIVI DEL FUTURO

Anche MBDA Italia, unico gruppo europeo di difesa in grado di progettare e produrre missili e sistemi missilistici per rispondere all’intera gamma delle esigenze operative di tutte le Forze armate ha preso parte al workshop portando il proprio punto di vista tecnologico sulla minaccia ipersonica. L’azienda aggiorna costantemente le proprie tecnologie e architetture di prodotto per rispondere a minacce sempre in evoluzione; quella ipersonica non ha quindi colto di sorpresa MBDA che da diversi anni tiene conto di questa minaccia nei propri studi interni. MBDA sta lavorando a una soluzione di intercettore endo-atmosferico per affrontare un’ampia gamma di minacce, dalle più convenzionali agli innovativi missili da crociera ipersonici. In particolare, MBDA ha deciso di procedere secondo il principio di “un intercettore per tutta Europa”, destinato a integrare i sistemi terrestri e navali europei esistenti e futuri, capitalizzando le forze tecnologiche e industriali dell’azienda e le sue collaborazioni con partner nazionali e globali.



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