La rivoluzione elicotteristica di Lockheed Martin si allarga oltre i confini americani. L’italiano Luigi Piantadosi è stato nominato direttore “Future Vertical Lift International” di Sikorsky, la controllata che ha sviluppato la tecnologia X2 (a doppio rotore) destinata a trasformare l’ala rotante, militare e civile
Sarà un italiano a guidare la rivoluzione elicotteristica di Lockheed Martin sui mercati internazionali. Luigi Piantadosi, già direttore Europa e Nato per la società americana, è stato nominato direttore di “Future Vertical Lift International”. A darne notizia prima di tutti è stato Andrew Adams, vice presidente FVL per Sikorsky, la controllata specializzata sull’ala rotante.
“Con la nomina di Luigi in questa posizione-chiave – ha scritto Adams su LinkedIn – stiamo indirizzando la piena forza del nostro talento internazionale a supporto di partnership e collaborazioni che stravolgeranno il futuro dell’elicotteristica di nuova generazione”. Di più: “La nostra azienda ha una lunga storia di partnership con alleati europei e internazionali, costruita sui bisogni di sicurezza globale, e la tecnologia X2 è la migliore soluzione per rispondere alla domanda di sicurezza del domani”.
La tecnologia X2, a doppio rotore, è al centro della rivoluzione proposta da Lockheed Martin e sviluppata da Sikorsky. Una proposta nata negli Stati Uniti, da tempo impegnati a guidare il salto del “Next Generation Fast Helicopter” nell’ambito dei programmi “trasformazionali” richiesti dal Pentagono all’industria americana per affrontare un mondo più complesso e denso di sfide. Due programmi sono già in campo negli Usa nel quadro del FVL: il Fara per gli elicotteri da ricognizione e scorta, e il Flraa per quelli utility medio-pesanti. La proposta di Lockheed Martin per entrambi è basata sulla tecnologia X2. Secondo gli esperti trasformerà il modo di volare, portando gli elicotteri oltre i 400 chilometri orari, migliorando i consumi, riducendo il rumore e integrandosi con tecnologie di ultima generazione.
La nomina di Piantadosi dimostra l’apertura della rivoluzione oltre i confini americani. “La scelta di Lockheed Martin comunica che, di fatto, comincia l’internazionalizzazione del programma dal punto di vista industriale”, ci ha spiegato Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali. “È significativo che sia un italiano a guidare tale prospettiva – ha aggiunto l’esperto – un manager formatosi nella sua esperienza all’interno della vecchia Finmeccanica, poi diventata Leonardo, in particolare nella sua parte inglese”.
Per quanto riguarda la mossa di Lockheed Martin, “tenendo conto che parliamo del più grande gruppo dell’aerospazio e difesa a livello globale, avrà sicuramente delle implicazioni sul mercato internazionale”, ha rimarcato Nones. Tanto più che “per il settore elicotteristico siamo alle soglie di un nuovo salto generazionale, molto più importante di quelli verificatisi fino ad adesso”.
Inevitabile dunque che sulla tecnologia di Lockheed Martin sia cresciuta l’attenzione internazionale “Già ci sono state numerose manifestazioni di interesse da parte di molti Paesi”, notava a dicembre Piantadosi in audizione alla Commissione Difesa alla Camera.
D’altronde, vista la vastità dei possibili impieghi (militari e civili) per macchine in grado di esprimere le suddette prestazioni, anche l’Italia guarda con interesse la rivoluzione in arrivo dagli Usa. Già a novembre dello scorso anno, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso, descrivendo il Future Vertical Lift parlava di “raddoppio della velocità” e “manovrabilità senza precedenti”. Non a caso, il FVL è citato tra i programmi dell’ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa. “Il dialogo fra le controparti, istituzionali e industriali è tuttora in corso”, spiegava il ministro Lorenzo Guerini a metà novembre 2020, partecipando a un evento di AmCham Italy in cui auspicava un più stretta collaborazione tra Italia e Stati Uniti.