L’esperto di questioni militari Khalid Chiat, docente dell’università Mohammed I di Oujda, spiega quali sono le mosse di Rabat e le ragioni che la spingerebbero a finalizzare tale commessa
Dopo l’Indonesia e l’Egitto un altro Paese musulmano, il Marocco, guarda fregate classe Fremm di Fincantieri per ammodernare la propria marina e difendere le sue coste. La notizia è apparsa in questi giorni sulla stampa marocchina che ha sottolineato la forza dell’interessamento di Rabat per tale prospettiva. Spiega infatti il sito informativo marocchino Maghress che il Marocco si avvia a rafforzare la propria marina con nuove unità di fregate da combattimento di nuova generazione, che questa volta potrebbero arrivare dalle fabbriche italiane. Si parla quindi di trattative avviate da Rabat con Fincantieri per la costruzione di due fregate multi-missione, e si ricorda che la mossa marocchina arriverebbe dopo simili acquisti di Indonesia ed Egitto e dopo il forte interessamento della Grecia. Dietro l’accelerazione rispetto a questa commessa potrebbe esserci anche la recente crisi con la Spagna, che spinge il Marocco a rafforzare la sua marina militare. Ne è convinto Khalid Chiat, esperto in materia e docente dell’università Mohammed I a Oujda, che a Formiche.net spiega quali sono le mosse di Rabat.
Cosa spinge il Marocco a puntare su questo prodotto?
Il Marocco è un Paese con coste che si estendono per oltre 3.500 km, il che rende la sua economia, sicurezza e stabilità legate al mare. Ciò rende il rafforzamento della sua flotta navale civile e militare una priorità nella politica nazionale, soprattutto a livello di sicurezza strategica, poiché alcune delle sue terre sono ancora occupate da una vicina potenza, ed è stato riscontrato che tutte le soluzioni pacifiche adottate finora non hanno portato a una soluzione. Ciò non significa che la forza e la guerra siano l’alternativa, ma un certo equilibrio può essere raggiunto costruendo una forza navale paritaria. Il Marocco ha poi altre minacce, tra cui la possibilità di sfruttare le risorse marine e la mancanza di un accordo sulla zona esclusiva. Pertanto, la Fremm ad alta tecnologia e capacità di intervento rappresenta una scelta appropriata per gli obiettivi strategici del Marocco, anche perché permette di raggiungere altri obiettivi, come il rafforzamento della cooperazione italo-marocchina e il rafforzamento dell’asse Rabat-Roma-Parigi. Credo che le possibilità di cooperazione con l’Italia siano molto ampie e le possibilità a disposizione per questa cooperazione non vengono ancora sfruttate del tutto. Va ricordato che l’Italia è il cuore del Mediterraneo.
Quali sono le minacce che il Marocco sarà chiamato ad affrontare in futuro?
Il Marocco è un Paese che non cerca la guerra ed è basato sulla pace. Tutte le sue strategie sono difensive. Però non vuole essere preda di nessuno, né violare alcuno dei diritti dei suoi vicini pur evitando il conflitto militare con tutti i mezzi. Anche se in questo modo potrebbe risolvere facilmente diverse vertenze ancora aperte, è deciso ad evitare i conflitti militari e usa spesso l’autocontrollo. Lo prova ciò che accade al confine sud-orientale con l’Algeria, dove il Fronte Polisario si è mobilitato per attaccare il territorio marocchino ormai da mesi senza risultati sul campo. Pertanto, non c’è alcuna intenzione da parte del Marocco di usare il suo potere contro qualsiasi parte che rispetti la sua integrità territoriale. Eppure alla luce di tutte le eventuali minacce che possono venire da terra o dal mare, il Marocco deve essere pronto a reagire. Pertanto, rafforzare la difesa della costa è un compito essenziale di fronte alle tendenze egemoniche di alcuni vicini. Il rafforzamento da questo punto di vista del Marocco contribuirà al mantenimento della pace nella regione.
Quali sono le altre sfide che il Marocco può affrontare, usufruendo di questo tipo di tecnologie e di mezzi?
Ci sono sfide che il Marocco può affrontare da solo e in modo appropriato, ma ci sono altre sfide che riguardano la sicurezza regionale come la questione della migrazione, del terrorismo e della criminalità transfrontaliera che necessitano di mezzi importanti e di collaborazione. Si tratta di fenomeni che hanno un impatto significativo e Marocco e Italia, oltre alla necessità della sicurezza e della cooperazione militare, sono chiamati ad esplorare anche le nuove opportunità di investimento e sviluppo, soprattutto per la grande capacità del nostro Paese di assorbire investimenti esteri in tutti i settori.