Tra le priorità del Pnrr c’è proprio quel riassetto fiscale invocato da più parti, imprese in testa. I tempi però non saranno brevi. Spunti e riflessioni dal webinar con Paganetto, Marè, Ceriani, Rossi, Valente e Marattin
Riforma fiscale, tutti la vogliono eppure ancora non si vede all’orizzonte un intervento profondo e verticale, degno di questo nome. Il governo, entro la fine di luglio potrebbe predisporre una prima versione della legge delega con cui porre le basi per una riforma fiscale. Riforma che peraltro è ai primi posti del Pnrr. Ma la strada è lunga e anche piuttosto in salita. Di questo si è parlato nel corso del webinar Pnrr, riforma fiscale e legge delega, organizzato e promosso dal Gruppo dei 20 (Fondazione Economia Tor Vergata), presieduto da Luigi Paganetto.
Tra i partecipanti, oltre allo stesso Paganetto, Luigi Marattin, presidente, commissione Finanze della Camera, Mauro Marè, presidente Mefop, Nicola Rossi economista e docente a Tor Vergata, Vieri Ceriani, già Sottosegretario al Mef, Piergiorgio Valente, presidente del Cfe Tax Advisers Europe.
“Il Pnrr colloca molto opportunamente la riforma fiscale tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e indica alcune priorità che vanno dalla possibile revisione dell’Irpef, al contrasto dell’evasione fiscale, all’aumento dall’operatività dell’Agenzia delle Entrate, agli adeguamenti necessari in materia di federalismo fiscale”, ha spiegato Paganetto in apertura dei lavori.
“Sono temi tutti presenti nell’analisi condotta dalla bicamerale sulla Riforma fiscale che ha consegnato a fine giugno il suo documento conclusivo. In attesa della proposta di legge delega che il governo si è impegnato a presentare entro la fine di luglio, l’incontro intende esaminare i punti di maggiore rilievo che sono emersi nella discussione parlamentare. La discussione si è chiusa con un larghissimo accordo sulle conclusioni che, peraltro, lasciano alla legge la definizione delle priorità da adottare”.
Luigi Marattin, esponente di Italia Viva che ha presentato una proposta bipartisan di riforma fiscale con il leghista Gusmeroli, ha ribadito che si tratta di una necessità non più rimandabile. “Dopo 50 anni è ora di ripensare strutturalmente il nostro fisco con due stelle polari: la crescita e la semplificazione. La semplificazione perché il nostro è uno dei sistemi più complicati del mondo e la crescita perché l’Italia ha un enorme problema di crescita da 20 anni e tutti gli sforzi devono essere rivolti a quello”.
Qualcuno però, ha espresso dei dubbi sulla possibilità di una rivoluzione a stretto giro. “Condivido molto di quanto detto da Marattin, però per fare una riforma fiscale serve un grande spazio di manovra politico, che ad oggi non c’è”, ha spiegato Mauro Marè. “Onestamente non mi aspetto che una riforma fiscale possa essere portata a termine entro breve tempo. Per il semplice motivo che non ci sono le condizioni, politiche innanzitutto, per un intervento strutturale. E poi c’è un aspetto più prettamente finanziario, vale a dire che non ci sono soldi a sufficienza”.
Di sicuro, se riforma sarà, dovrà essere orientata alla crescita. “Oggi”, ha spiegato Nicola Rossi, “il sistema italiano è essenzialmente redistributivo e non orientato alla crescita. Ecco, dobbiamo cambiare il paradigma e pensare a un fisco per il Pil e per la crescita non solo per redistribuire la ricchezza”. Rossi si è poi soffermato anche sul lavoro svolto dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, le quali hanno redatto un documento che può in qualche modo ispirare la stessa legge delega. “Le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno portato a termine una attività istruttoria che, nelle condizioni date, deve essere considerata non solo preziosa ma sicuramente apprezzabile. Non era un risultato scontato e certamente non erano scontati i contenuti del documento conclusivo ormai di dominio pubblico”. Le basi ci sono, ora serve la spinta del governo.