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Rispunta la terza agenzia dell’Intelligence. Un pizzino di Conte a Draghi?

Nuovo blitz del M5S sugli 007. Come mai lo stesso primo firmatario ha ripresentato un emendamento, questa volta con altri 13 colleghi, per creare una terza agenzia dell’intelligence italiana poi ritirato prima del voto in Aula? Era solo una manovra politica con lo zampino di Conte?

Chi vuole una terza agenzia dei Servizi segreti italiani? Il Movimento Cinque Stelle. È tutto nero su bianco: con un nuovo blitz, i parlamentari grillini in Commissione Affari costituzionali e Trasporti della Camera hanno provato a modificare il “decreto cyber” del premier Mario Draghi con una contro-riforma dell’intelligence. Tentativo però ritirato nel corso della seduta alla Camera.

Il decreto in questione è il Dl 82/2021 che istituisce l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), la nuova creatura del governo che coordinerà la difesa cyber delle infrastrutture critiche nazionali e gestirà i fondi europei per il digitale.

All’articolo 7, sulle funzioni dell’agenzia, i Cinque Stelle vogliono aggiungere con un emendamento l’articolo 7-bis: “È istituito, all’interno del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, di cui alla legge 3 agosto 2007, n. 124, il Servizio di informazione per la sicurezza nel dominio cibernetico, con funzioni di cyber intelligence”. Insieme all’Aisi e l’Aise, le agenzie degli 007 italiani per l’intelligence domestica ed estera, il Movimento prova a  tenere a battesimo un terzo braccio del comparto, tutto concentrato sulla “cyber intelligence”.

Nonostante sia stato ritirato, è la seconda volta che l’emendamento fa capolino nel decreto cyber. Due settimane fa il primo tentativo, firmato dai deputati Emanuele Scagliusi e Luigi Iovino, era stato fermato da un parere negativo del governo.

Il motivo? A Palazzo Chigi non hanno alcuna intenzione di stravolgere l’assetto dell’intelligence italiana, peraltro all’interno di un decreto che si prefigge di fare l’esatto opposto. Come non si stancano di ripetere Draghi e il sottosegretario con delega all’Intelligence Franco Gabrielli, la nascita dell’Agenzia cyber serve a rimettere ordine fra le competenze dei diversi apparati dello Stato in tema di cybersicurezza, portando la missione della difesa cibernetica (e dunque la costruzione del cosiddetto “Perimetro cyber”) al di fuori del comparto.

Come non detto: il Movimento torna all’assalto, e questa volta con una pattuglia ben più folta, quattordici deputati (Iovino, Scagliusi, Del Monaco, Giordano, Ficara, Serritella, Raffa, Ferraresi, Marino, Cantone, Rossini, Berti, Maraia, Di Lauro). Dell’emendamento, a quanto risulta a Formiche.net, è perfettamente a conoscenza il capo-in-pectore del Movimento, Giuseppe Conte.

Proprio l’ex premier, lo scorso dicembre, si era fatto promotore di un’iniziativa non così dissimile, inserendo nella manovra di bilancio l’“Istituto italiano di cybersicurezza” (Iic), una fondazione pubblico-privata sotto il controllo di Palazzo Chigi. All’epoca fu la sua stessa maggioranza a stracciare il progetto fra le polemiche. E all’interno del comparto intelligence, come ha ricordato Gabrielli in una recente audizione a Montecitorio, non mancarono “grandissime fibrillazioni”, nel timore che dietro all’istituto si celasse una nuova gamba dei Servizi.

Uscito dalla porta, lo spettro della terza agenzia sembra è sembrato voler tornare dalla finestra. Nell’emendamento firmato dalla pattuglia grillina, peraltro, era scritto chiaramente che le risorse del terzo braccio dell’intelligence saranno attinte dalle altre due agenzie: “Sono trasferite allo stesso le risorse umane, strumentali e finanziarie, destinate all’esercizio delle funzioni nel dominio cibernetico, rispettivamente appartenenti all’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) e all’Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI)”.

Il nuovo emendamento, noncurante del primo stop del governo, inizia a instillare qualche dubbio e sospetto fra gli alleati di governo, soprattutto nel Pd. Perché Conte ci tiene tanto a inserire nella legge una terza agenzia dei Servizi segreti? E perché cambiare dalla notte al giorno l’assetto dell’intelligence con un emendamento in sordina, senza mettere mano alla riforma dei Servizi (la legge 124/2007), una strada che sarebbe ben più accidentata? Domande che, per il momento, rimangono senza risposta…


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