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Iniziata Sea Breeze 21, esercitazione Nato nel Mar Nero che innervosisce Mosca

Tensioni nel Mediterraneo Allargato tra Russia e Nato. L’esercitazione “Sea Breeze” nel Mar Nero, S-400 in Crimea, F-35 nell’EastMed

Ucraina e Stati Uniti si esercitano nel Mar Nero. Le manovre “Sea Breeze 21” guidate da Washington e Kiev dureranno fino al 10 luglio, coinvolgerà 5mila militari, 32 imbarcazioni, 40 velivoli e 18 reparti d’élite, provenienti da trentadue paesi (Nato e partner presenti da tutto il mondo).

Tutto avviene mentre Mosca e Washington hanno solo in apparenza mostrato distensione (nell’incontro tra Joe Biden e Vladimir Putin le distanze sono restate profonde, sottolineate), sebbene già a luglio inizieranno contatti di carattere strategico sul controllo degli armamenti. E mentre la Russia non frena la propria linea dura nei confronti dell’Alleanza.

Quelle stesse acque del Mar Nero per esempio sono state teatro di un episodio delicato non più di una settimana fa, quando il cacciatorpediniere “HMS Defender” è stato lisciato dai colpi russi (lanciati da un battello da guardia e un cacciabombardiere). Vicenda strana, con il ministero della Difesa russo che faceva sapere all’agenzia statale Interfax che colpi di avvertimento erano stati sparati lungo il percorso dell’unità inglese, mentre da Londra veniva de-escalata la situazione dichiarando che non si era trattato di un “avvertimento”, ma di test militari su cui era stata inviata comunicazione preventiva. “Erano in acque russe”, rilanciava la Tass.

Come raccontato su queste colonne da Stefano Pioppi, l’episodio è avvenuto mentre il Defender stava doppiando Capo Fiolent, a est di Sebastopoli, base navale della Černomorskij flot nella Crimea annessa dalla Russia. Il passaggio inglese era nell’ambito di uno spostamento di routine tra Odessa, in Ucraina, la Georgia. La nave di Sua Maestà è entrata in “un corridoio di traffico di separazione riconosciuto come internazionale”, ha spiegato la Difesa inglese, entrando nel cuore di fondo della questione che riguarda anche l’esercitazione Sea Breeze. La Russia percepisce la presenza delle unità militari della Nato nelle acque del Mar Nero come un’ostile violazione della propria sfera di influenza — questione che prende la forma di sfregio alla sovranità se si considera che la Crimea viene considerata come territorio russo da Mosca, sebbene senza riconoscimento internazionale.

È attorno a questa percezione che, mentre gli americani con l’esercitazione sottolineano presenza e intendono mandare un messaggio di vicinanza agli alleati dell’area (e agli europei), i russi vogliono ribadire i propri interessi praticamente egemonici. Interessi che però si scontrano sia con la presenza turca (che controlla la porta talassocratica del bacino e si prolunga in accordi con gli altri paesi rivieraschi) che con le attività Nato (di cui per altro Ankara è parte). Dinamiche su cui sia russi che turchi hanno interesse più ampio degli altri attori regionali, essendo il Mar Nero l’accesso al Mediterraneo, al Mar Rosso e all’Indiano. I ministro degli Esteri di Turchia e Russia si sono visti oggi, mercoledì 30 giugno, ad Antalaya per parlare di “relazioni bilaterali e questioni regionali”.

L’importanza strategica è resa evidente dalla presenza al fianco della Nato di unità militari di Argentina, Australia, Brasile, Corea del Sud, Egitto, Emirati Arabi, Georgia, Giappone, Israele, Marocco, Pakistan, Senegal, Tunisia. Paesi con cui Mosca vuole relazione chiaramente non gradisce l’allineamento militare con l’Alleanza.

Il nervosismo (legittimo, incarnando il punto di vista del Cremlino) è invece evidente dalla decisione russa di iniziare un’esercitazione tra le acque del Mediterraneo Orientale (con base a Tartus, in Siria), dove non solo staziona in questi giorni l’ammiraglia inglese “HMS Queen Elizabeth”, ma soprattutto si gioca una partita geopolitica che coinvolge membri Nato come Turchia e Grecia e crea grattacapi per la stabilità dell’alleanza. E l’aumento dell’integrazione con protocolli, software e hardware Nato con cui l’Ucraina uscirà da Sea Breeze è un elemento in più per aspettarsi altre reazioni da parte di Mosca.

Martedì 29 giugno, capo del dipartimento di supporto informativo della flotta del Mar Nero ha annunciato l’esito positivo di un missile da difesa aerea S-400 lanciato dalla Crimea (gli S-400 sono i missili comprato dalla Turchia che hanno creato liti tra Ankara, la Nato e Washington). Sempre martedì un F-35 dei Marines Usa decollato dalla portaerei Queen Elizsbeth ha sorvolato la regata russa “Admiral Makarov” nel Mediterraneo Orientale. E la fregata della Marina “Virginio Fasan” è finita pedinata da un’unità russa.

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