Nonostante l’elezione del democratico Joe Biden alla Casa Bianca l’amministrazione Usa non ha cambiato la sua linea sugli accordi, sponsorizzati dalla precedente amministrazione, mentre si rafforzano le relazioni tra Marocco e Israele
Il prossimo 15 settembre ricade il primo anniversario degli accordi di Abramo firmati da Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti a Washington, a cui poi si è aggiunto il Bahrein. Nonostante pochi mesi dopo sia stato eletto il presidente democratico, Joe Biden, la linea della Casa Bianca rispetto al sostegno nei confronti di questi accordi non è cambiata e se ne vedono i primi risultati. Non è cambiata infatti nemmeno la posizione degli Usa sul riconoscimento della sovranità marocchina del Sahara occidentale, come spiegato il primo luglio in conferenza stampa dal portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price. “Questa rimane la posizione dell’amministrazione, non ho nulla di nuovo”, ha detto il portavoce della diplomazia statunitense durante il suo briefing rispondendo alla domanda del corrispondente della tv in lingua araba, “al-Hurra”.
Posizione legata indirettamente agli accordi di Abramo che ha consentito un importante riavvicinamento tra il Marocco e Israele, a garanzia delle migliaia di marocchini ebrei che vivono in entrambe i Paesi.
La novità ora è che un C-130 delle forze armate marocchine è atterrato questa domenica 4 luglio alla base aerea di Hatzor, alla vigilia di un’esercitazione militare internazionale prevista nei prossimi giorni in Israele. È la prima volta nella storia delle relazioni tra i due Paesi che un aereo militare marocchino atterra sul suolo israeliano.
Secondo il giornalista israeliano, Barak Ravid, l’arrivo del C-130 marocchino è legata ad una grande esercitazione militare internazionale che si terrà in Israele e che coinvolgerà un certo numero di Paesi, compresi gli Stati Uniti. Lo stesso giornalista pochi giorni prima aveva rivelato che gli Stati Uniti non avrebbero riconsiderato il riconoscimento della sovranità del Marocco sul Sahara.
Dalla firma, il 22 dicembre scorso, dell’accordo tripartito tra Marocco, Stati Uniti e Israele, la partnership tra i tre Paesi ha registrato un salto di qualità senza precedenti, confermando la volontà del Regno di fare di questo accordo un elemento chiave per rafforzare le dinamiche di pace in Medio Oriente. Ora si apre una nuova pagina nelle relazioni tra Marocco e Israele, che vede il Regno come uno dei principali alleati degli Stati Uniti.
Il Marocco sarà inoltre invitato alle celebrazioni del primo anniversario degli accordi di Abramo insieme a Israele, Emirati e Bahrain. Lo riferisce il sito locale “Maghreb-Intelligence”, citando fonti di Rabat. Queste celebrazioni, che saranno organizzate sotto forma di vertice multipartitico, si svolgeranno nei prossimi mesi e celebreranno la firma di questi accordi tra Israele da una parte e Bahrain ed Emirati dall’altro lato. Il Marocco è invitato a questo vertice anche se ha ripreso i rapporti con Israele solo il 12 dicembre scorso.
La stessa fonte ha aggiunto che questo vertice potrebbe tenersi negli Emirati o in Bahrain, ma che nulla è stato ancora deciso sul livello di partecipazione del Marocco, anche se tutto sembra indicare che il regno sarà presente con una nutrita delegazione.
Relazioni che si concretizzano con il rafforzamento in ambito economico, come nel settore della logistica e dei trasporti, e si allargano a Paesi alleati che formalmente ancora non hanno firmato questi accordi. Una nuova linea marittima dovrebbe collegare un porto dell’Arabia Saudita, il cui governo è strettemente legato a quello del Bahrein, con i porti di Agadir e Dakhla, nel sud del Marocco, via Israele già nelle prossime settimane. Lo riporta il mensile di Casablanca, “Economie & Entreprises”.
L’operatore marittimo israeliano ZIM dovrebbe farsi carico di questo nuovo collegamento tra i tre Paesi. Secondo fonti vicine a questo dossier, citate dal mensile marocchino, il punto di partenza di questa linea marittima dovrebbe essere il porto di Gedda nel Mar Rosso, per poi passare per il porto di Haifa nel Mediterraneo prima di arrivare ad Agadir e Dakhla nell’Oceano Atlantico.