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La sinistra ascolti Cuba. Le proteste contro il regime secondo Pardo Lazo

Per la prima volta nella storia recente i giovani cubani manifestano in massa contro il regime, ma non per la crisi economica. Il ruolo decisivo degli smartphone, degli Stati Uniti e della Russia. Conversazione con Orlando Luis Pardo Lazo, scrittore e accademico cubano

A Cuba proseguono le storiche manifestazioni contro il governo del castrista Miguel Díaz-Canel. Le autorità dell’isola hanno confermato che una persona è morta negli scontri contro le forze dell’ordine, ma le vittime sarebbero molte di più.

Sebbene la teoria ufficiale sia che i cubani protestano contro la mancanza di cibo, i prezzi elevati e la cattiva gestione della crisi sanitaria, dietro all’ondata di manifestazioni (mai viste così a Cuba) ci sarebbe altro.

Come ha spiegato in una conversazione con Formiche.net lo scrittore e accademico cubano, Orlando Luis Pardo Lazo. La differenza, in questo momento storico rispetto al passato, secondo lui l’hanno fatta i cellulari con collegamento internet.

“Il governo cubano ha ‘ceduto’ sul diritto alle comunicazioni, il diritto al movimento e alla proprietà privata negli ultimi dieci anni – spiega il dissidente. Queste comunicazioni, anche se filtrate e spiate apertamente dallo Stato, hanno creato un ambiente di integrazione, hanno dato spazio a una comunità virtuale che vuole almeno urlare ‘libertà’ e ‘democrazia’ nelle strade”. Così è aumentato il numero di influencer e youtuber che, dentro e fuori dall’isola, raccontano le vere condizioni dei cubani”.

POESIA DELLA DIGNITÀ

Pardo Lazo sottolinea come questi ragazzi, molti di loro giovanissimi, seguono questa narrazione in modo sempre più coordinato: “Si tratta di un fenomeno mediatico molto emozionante: vedere il popolo cubano registrarsi e sentire che mentre si registra, si filma e si racconta, gli assassini sono esposti. Questo non fermerà le aggressioni ma fa luce su di loro”.

L’accademico si dice sorpreso di come la gente imprechi contro agenti speciali addestrati per uccidere, usando slogan contro il presidente Díaz-Canel e intonando “Patria y vida”, una canzone diventata “poesia della dignità” (qui l’articolo di Formiche.net).

Per Pardo Lazo c’è un elemento caratterizzante in queste proteste, ed è quello della razza. Mentre le manifestazioni coinvolgono tutti i settori progressisti del Paese, mancano invece “i bianchi intellettuali cubani e i leader della società civile, che parlano con la stampa dalle loro case. Questa protesta non riguarda l’opposizione ‘storica’ cubana, non riguarda la dissidenza classica”.

Lo scrittore definisce questo movimento come una “rivoluzione di vera sinistra progressista”, fatta da studenti e contadini, donne, giovani e persone povere: “È una protesta che la sinistra del mondo dovrebbe applaudire. Perché c’è una nuova sinistra a Cuba che vuole sostituire una sinistra intollerante, totalitaria e stalinista. Che sta rispondendo come fece Stalin, inviando truppe specializzate per le strade”.

DISSIDENZA CUBANA 

Secondo l’autore, “il popolo cubano sta dimostrando che quando si sveglia è molto più rivoluzionario e progressista di qualsiasi altro progetto civico organizzato. E la dissidenza cubana ha anche perso legittimità con questi fatti”.

Nelle strade cubane non ci sono “politici o attivisti professionisti, o persone con più coscienza politica. Ci sono ragazzi che vogliono bere, cantare, ballare, avere la ragazza o ragazzo, avere accesso alla cultura, avere il diritto di acquistare. Sono gente del popolo, che fino a sabato sera erano sconosciuti a tutti”.

L’altra novità delle proteste in corso nell’isola è la dimensione di massa del fenomeno. “Non avevo mai visto a Cuba una protesta di più di 100 persone – sottolinea Pardo Lazo -, qui si tratta di migliaia di persone che manifestano, e sembra che non vogliano tornare a casa. E per la prima volta vedo il popolo cubano prendere l’iniziativa contro le autorità. Quello che accade tanto in altri Paesi dell’America latina, Europa o Stati Uniti: il rifiuto di sottomissione contro la polizia. Sono persone che con telefonini combattono contro altri con mitragliette in mano. Chi protesta di giorno è arrestato durante la notte. Non avevamo mai visto questo livello di repressione. Il regime era pronto, aspettava questo momento”.

USA, RUSSIA E CINA

Alla domanda su quanto può fare pressione questo scontento popolare sul regime castrista cubano, Pardo Lazo spiega che il risultato è imprevedibile: “Il governo cubano ha tre eserciti nelle strade, hanno gruppi di élite, contano sull’appoggio della sinistra internazionale, dell’estrema destra russa con Putin e del Partito Comunista Cinese. Oltre l’indolenza e inattività degli Stati Uniti sanno che possono agire in totale impunità. Forse quando ci sarà un grande numero di morti, si porrà fine all’embargo a Cuba per evitare che continui ad uccidere”.

“Non credo che ci sarà un cambiamento reale – ha aggiunto -, ma il patto sociale, quell’idea che il popolo cubano ha scelto un modello che soddisfa le richieste di un popolo schiavo (cibo, istruzione e sanità) è finita. Molta stampa nordamericana e la sinistra europea pensano che in questa logica di utopia chiamata rivoluzione i cubani non vogliono la democrazia, che si sentono soddisfatti così. Con queste proteste devono capire che non è così”.

Infatti, pensare che le proteste siano dovute alla crisi economia è completamente sbagliato: “Basta ricordare che l’embargo cominciò nel 1962, perché allora i cubani cominciano a manifestare solo ora, dopo 60 anni? Si nega al popolo l’ansia emancipatrice. Le persone che protestano hanno energia, affrontano la polizia, lanciano pietre. Vogliono libertà. Nessuno inveisce contro l’embargo, urlano contro il regime cubano e la mancanza di democrazia. È una protesta per la libertà e il governo cubano lo sa. È conscio che si è spaccato il patto sociale, che non c’è marcia indietro”.



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