La società guidata da Stefano Donnarumma presenta il piano per lo sviluppo della rete per i prossimi dieci anni e che vale oltre 18 miliardi di investimenti. Oltre 30 nuovi progetti e nuova linea con la Svizzera. Ma il ministro Cingolani avverte, la transizione costa…
La ripresa di un Paese devastato dalla pandemia, corre anche lungo i cavi della rete elettrica. Terna, la società in orbita Cassa Depositi e Prestiti presieduta da Valentina Bosetti e Stefano Donnarumma, che gestisce l’infrastruttura di rete elettrica nazionale, ha colto la palla al balzo presentando un piano di investimenti a trazione anteriore e soprattutto green.
AVANTI TUTTA SULLA RETE
Terna investirà 18,1 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, +25% rispetto al precedente piano decennale. Questo il cuore di un piano di sviluppo delle rete elettrica forte di un’accelerazione volta ad “abilitare la transizione energetica, favorendo lo sviluppo e l`integrazione delle fonti rinnovabili, contribuendo significativamente al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Green Deal e dando un importante impulso alla ripresa economica del Paese”.
In particolare, i forti investimenti serviranno a incrementare la magliatura, a rinforzare le dorsali tra Sud, dove maggiore sarà la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e Nord dove è più sostenuta la domanda di energia elettrica, a potenziare i collegamenti fra le isole e la terraferma e all’interno delle isole, a sviluppare le infrastrutture nelle aree più deboli, al fine di migliorarne la resilienza, l’efficienza, la sostenibilità e l’integrazione delle rinnovabili.
VOCAZIONE GREEN
L’orizzonte di Terna è come detto green. Lo dimostrano i significativi i benefici per cittadini e ambiente, in termini di riduzione delle emissioni climalteranti in atmosfera e di reti dismesse: secondo le stime della stessa società, gli interventi programmati nell’arco di piano permetteranno di ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 per 5,6 milioni di tonnellate annue (quasi il doppio rispetto al Piano precedente) e consentiranno di demolire 4.600 km di infrastrutture obsolete (circa 800 km in più rispetto al piano precedente).
Ed è stato lo stesso Donnarumma a rimarcare i risvolti ambientali del piano di Terna. “Noi prevediamo nei prossimi dieci anni, una forte accelerazione degli investimenti, i più alti di sempre, che riflettono l’importante momento storico che stiamo vivendo: per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Italia e l’Europa si sono dati è infatti necessario non solo avere una chiara visione del futuro, ma anche e soprattutto saper programmare e realizzare tutte le opere indispensabili alla concreta realizzazione della transizione energetica, di cui Terna è regista”.
TERNA FORMATO UE
Tornando al piano dall’orizzonte decennale, Terna ha programmato oltre 30 nuovi progetti infrastrutturali, tra cui una nuova linea di collegamento tra l’Italia e la Svizzera da 1000 MW di potenza, la cui realizzazione è legata al progetto di razionalizzazione della rete in alta tensione di Valtellina e Valchiavenna (in provincia di Sondrio) che porterà alla demolizione di quasi 500 km di elettrodotti esistenti e all`interramento di linee aeree. Per questo importante intervento Terna ha pianificato un investimento di oltre 1,2 miliardi di euro.
Ancora, la società investirà circa 750 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo cavo sottomarino con la Grecia da 500 MW di potenza e 200 km di lunghezza. Il progetto raddoppierà l`attuale capacità di scambio tra i due paesi e favorirà una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili.
OCCHIO ALLA BOLLETTA
Il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervenuto all’evento ha sottolineato gli enormi costi della transizione stessa. “Il warning è anche per le grandi aziende. Questa roba qui non può pesare più di tanto in bolletta con il prezzo della Co2 che è andato 6 volte su, mi sono ritrovato un aumento del 20% in bolletta. La Co2 continua ad aumentare e il, rischio è che continui a esserci un aumento”.
Cingolani ha ricordato come il governo sia intervenuto in occasione dello scorso aggiornamento trimestrale delle bollette con 1,2 miliardi per contenere gli aumenti. “Ma non possiamo trovare ogni volta 1,2 miliardi. Il costo della transizione ecologica non è un pranzo di gala. È pazzescamente costosa, dobbiamo proteggere quelli per cui costa di più. Serve uno sforzo sociale per fare qualcosa per contenere i costi in bolletta. È il momento di mettersi intorno a un tavolo. Non ce la caveremo con poco, sarà una cosa molto complessa”.