Il capo della diplomazia israeliana aveva definito inquietanti i rapporti tra Algeri e Teheran ma dietro la decisione anche la ripresa delle relazioni con la Spagna, i successi sul dossier del Sahara e il gas
Il ministro degli Esteri algerino, Ramtane Lamamra, ha annunciato il 24 agosto sera, nel corso di una conferenza stampa, che l’Algeria ha ufficialmente deciso di interrompere i rapporti diplomatici con il Marocco. Lamamra ha letto una dichiarazione a nome del presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune (nella foto), in cui ha annunciato la rottura dei rapporti con Rabat a seguito della riunione dell’Alto consiglio di sicurezza dell’Algeria. Lamamra ha giustificato questa decisione parlando di atti ostili del Marocco nei confronti del suo Paese, riferendosi in particolare a alle dichiarazioni dei funzionari marocchini a sostegno delle rivendicazioni della popolazione della Cabilia e alle affermazioni sui rapporti tra Algeria e Iran fatte dal ministro israeliano, Yair Lapid, durante la sua visita in Marocco.
A colpire maggiormente infatti Algeri è l’adesione del Marocco ai cosiddetti “Accordi di Abramo” che in cambio del riconoscimento da parte degli Stati Uniti della sovranità di Rabat sulla regione del Sahara occidentale ha consentito la ripresa delle relazioni tra il Marocco e Israele con la riapertura dei collegamenti aerei tra i due Paesi. Nella sua dichiarazione Lamamra usa parole molto dure nei confronti dello Stato ebraico. Al capo della diplomazia algerina non sono andate giù le parole pronunciate da Lapid il 13 agosto durante una conferenza stampa a Casablanca, a conclusione della sua visita nel Regno, dove non ha mancato di esprimere pubblicamente la sua preoccupazione per il riavvicinamento tra il governo algerino e l’Iran. “Condividiamo una certa preoccupazione per il ruolo dello Stato algerino nella regione, che si è avvicinato all’Iran e attualmente sta conducendo una campagna contro l’ingresso di Israele nell’Unione africana come osservatore”, ha affermato.
Lapid ha invece elogiato la posizione del Regno sotto la guida di Mohammed VI all’interno della comunità internazionale, rilevando che il Marocco potrebbe svolgere un ruolo centrale nel conflitto israelo-palestinese. “Ciò che distingue il Marocco è che è un Paese di tolleranza e che è leader nella regione. Mantiene ottimi rapporti con tutti i paesi del mondo e il Regno, sotto la guida del re Mohammed VI, può svolgere un ruolo importante nella questione israelo-palestinese “, ha affermato.
Dal canto suo il Marocco ha reagito alla decisione di Algeri con una nota nella quale ha affermato che “abbiamo preso atto della decisione unilaterale delle autorità algerine di interrompere le relazioni diplomatiche. Il Marocco si rammarica di questa decisione del tutto ingiustificata, ma attesa, vista la logica dell’escalation osservata nelle ultime settimane, nonché del suo impatto sul popolo algerino. Rifiuta categoricamente i pretesti fallaci, persino assurdi, che ne sono alla base. Da parte sua, il Regno del Marocco rimarrà un interlocutore credibile e leale per il popolo algerino e continuerà ad agire, con saggezza e responsabilità, per lo sviluppo di sane e fruttuose relazioni intermagrebe”.
L’analista marocchino, Abdel Rahim Ariri, direttore dell’agenzia di stampa Anfas Press, ha spiegato a Formiche.net che sono diverse le cause che hanno portato a questa reazione da parte dell’Algeria. “Tutto ha avuto inizio il 13 novembre del 2020 con l’operazione di sicurezza condotta dall’esercito marocchino al valico di Guerguerat con la Mauritania, quando la strada è stata liberata dai militanti del Fronte Polisario che l’avevano bloccata”. Secondo Ariri “da quel momento fino ad oggi, poco più di 8 mesi, non è passato giorno che l’agenzia di stampa del gruppo separatista sostenuto dall’Algeria ha diffuso dispacci falsi sulla situazione nella regione parlando di conflitti e scontri armati mai avvenuti. Fino ad oggi abbiamo contato 285 dispacci su operazioni militari inventate contro il Marocco da parte del Polisario lungo la zona del muro difensivo posto nel Sahara. Eppure né i satelliti, né gli addetti militari stranieri presenti in Marocco o i 91 giornalisti stranieri accreditati hanno mai visto o parlato di questi episodi”.
Diversa invece è l’analisi del sito marocchino Hespress. In un articolo si afferma che “il regime algerino sta cercando di esportare le sue crisi interne interrompendo le relazioni con il Marocco”. In particolare Youssef Gharbi, capo della commissione per gli affari Esteri, la difesa nazionale, gli affari islamici e i marocchini che vivono all’estero alla Camera dei rappresentanti di Rabat ha commentato la decisione dell’Algeria osservando che “l’obiettivo del regime algerino è quello di scaricare sull’estero la sua crisi interna, che è essenzialmente una crisi legata alla democrazia e allo sviluppo del paese”.
Eppure il 30 luglio scorso, in occasione della Festa del Trono, il re del Marocco, Mohammed VI, aveva teso la mano al suo vicino algerino invitandolo “a far prevalere la saggezza” e “a lavorare all’unisono per lo sviluppo delle relazioni” tra i due Paesi. In quell’occasione ha anche ribadito il suo invito a riaprire i confini tra i due Paesi, chiusi dall’estate del 1994 su iniziativa dell’Algeria. Inoltre a metà di questo mese Rabat si è messa a disposizione per aiutare la vicina Algeria nello spegnimento degli incendi che hanno devastato i suoi boschi, mettendo a disposizione anche due aerei Canadair. Ma evidentemente questo non è bastato.
Un segnale di apertura da parte di Rabat era arrivato anche rispetto al dossier dell’esportazione del gas algerino in Europa che passa per il Regno. Il 20 agosto un funzionario marocchino ha spiegato la posizione di Rabat sul gasdotto maghrebino-europeo, che rifornisce la Spagna di gas algerino e il cui contratto scade il 31 ottobre prossimo. Amina Benkhadra ha rivelato in un’intervista all’agenzia di stampa marocchina Map che Rabat manterrà il funzionamento del gasdotto algerino e ha affermato che “la volontà del Marocco di mantenere questa rotta di esportazione è stata chiaramente e fermamente confermata a tutti i livelli per più di tre anni”. Benkhadra ha definito il gasdotto, in funzione dal 1996 e che fornisce anche gas al Portogallo, “un enorme strumento di cooperazione vantaggioso per tutti e un esempio di progetto regionale redditizio”. Il gasdotto Maghreb-Europa collega il giacimento di Hassi R’Mel nell’estremo sud dell’Algeria attraverso il Marocco a Cordoba in Spagna, e fornisce gas naturale a Spagna, Portogallo e Marocco.
Ad incidere su questa ultima presa di posizione di Algeri potrebbe esserci anche il riavvicinamento degli ultimi giorni tra Rabat e Madrid, dopo una crisi diplomatica scoppiata ad aprile con il ricovero in Spagna del leader del Polisario, Brahim Ghali, colpito dal Covid-19, e sfociata con la crisi migratoria di maggio nell’enclave di Ceuta e Melilla. Nel suo discorso in occasione dell’anniversario della “Rivoluzione del re e del popolo” del 20 agosto, Mohammed VI ha sostenuto di voler “inaugurare una tappa senza precedenti” nelle relazioni tra Marocco e Spagna, basata “su fiducia, trasparenza, considerazione. fondo comune e rispetto degli impegni”. Il giorno dopo, il premier spagnolo, Pedro Sanchez ha ringraziato “il re del Marocco per le sue parole”. “Abbiamo sempre considerato il Marocco un alleato strategico”, ha aggiunto il capo del governo di Madrir sostenuto nelle sue osservazioni dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.