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Imbarazzo in Algeria per il sostegno iraniano alla rottura delle relazioni col Marocco

Solo Teheran si è detta a favore della spaccatura tra Algeri e Rabat in funzione anti-israeliana, mentre il resto del mondo arabo prova a ricucire lo strappo

Si registra un certo imbarazzo nel mondo politico algerino per l’isolamento nel quale si trova il governo di Algeri a livello internazionale, dopo la decisione di rompere le relazioni diplomatiche col Marocco annunciata dal suo ministro degli Esteri, Ramattan Lamamra, il 24 agosto scorso.

Da quel momento tutti i paesi arabi si sono schierati contro questa presa di posizione algerina e molti di essi, da quelli del Golfo alla Mauritania, hanno cercato di avviare una mediazione tra le parti per evitare che i due paesi vicini del Maghreb chiudano definitivamente i loro rapporti.

Eppure a una settimana di distanza ora il governo algerino misura l’entità del suo isolamento grazie alla posizione assunta dall’Iran, unico paese a dirsi contento di questa decisione dell’Algeria. Solo l’ambasciatore iraniano ad Algeri, Hossein Machalchi Zadeh, ha infatti sostenuto questa mossa unilaterale. In un’intervista al giornale algerino “Elikhbariya“, il diplomatico ha condannato i rapporti del Marocco, pur senza nominarlo, con quella che ha definito “l’entità sionista”, alla base di questa crisi. Il titolo dell’articolo è infatti eloquente: “Algeria e Iran subiscono pressioni a causa della loro posizione contraria alla normalizzazione dei rapporti con Israele”. Per il diplomatico iraniano “la normalizzazione dei rapporti del Marocco, degli Emirati, del Bahrain e del Sudan con i sionisti mostra una diminuzione della sensibilità di questi governi ai crimini dell’entità contro i paesi islamici e arabi, in particolare la Palestina”.

Si tratta di posizioni da sempre espresse dal regime di Teheran e di recente riprese anche dalla propaganda di Algeri. La novità risiede nella reazione delle autorità algerine a questa intervista, dalla quale emerge tutto l’imbarazzo di una posizione diplomatica alquanto scomoda. Solitamente infatti i giornali algerini ufficiali, come “El-Khabar”, o quelli semi ufficiali come “Echorouk” e “Ennahar”, sono pronti a riprendere qualsiasi sostegno arrivi al governo dall’estero. Invece questa volta la stampa di Algeri ha ignorato quello giunto dall’Iran. L’intervista dell’ambasciatore iraniano al quotidiano online algerino “Elikhbaria” non è stata ripresa da nessuno dei media locali.

Questo sostegno entusiasta dell’ambasciatore iraniano, sotto forma di una dichiarazione, è passato inosservato in quanto, mentre tutti i paesi arabi si rammaricano della decisione unilaterale assunta dall’Algeria, solo l’Iran si pone a favore della rottura delle relazioni col Marocco.

Le parole dell’ambasciatore iraniano in Algeria lasciano pochi dubbi sulla vicinanza dell’Algeria al regime di Teheran. Eppure le dichiarazione del rappresentante iraniano portano acqua al mulino del capo della diplomazia israeliana, Yaïr Lapid, che il 12 agosto scorso a Casablanca aveva espresso alla stampa internazionale le sue “preoccupazioni per il ruolo svolto dall’Algeria nella regione, il suo riavvicinamento con l’Iran e la campagna promossa contro l’ammissione di Israele come membro osservatore dell’Unione Africana”.

Queste parole di Lapid sono state citate da Lamamra e poste tra le ragioni che hanno portato il suo Paese a decidere di troncare unilateralmente le relazioni diplomatiche con il Marocco. Infatti nel dare la notizia di questa rottura, i media arabi hanno sottolineato come Israele e Marocco siano una parte importante di un asse pragmatico e positivo nella regione, di fronte a un asse che va nella direzione opposta e che include Iran e Algeria.

Diverso rispetto a quello algerino è stato l’atteggiamento degli altri paesi della regione. Egitto e Arabia Saudita hanno tenuto contatti telefonici con i ministri degli Esteri algerino e marocchino per tentare una mediazione. Lamamra ha detto, in due tweet, di aver ricevuto due telefonate dai ministri degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, e dell’Arabia Saudita, Faisal bin Farhan. Il ministero degli Esteri saudita ha dichiarato in una nota di aver preso due contatti con gli stessi ministri marocchino e algerino. L’Arabia Saudita ha inoltre invitato Algeria e Marocco a esercitare moderazione e a dare priorità al dialogo per risolvere le divergenze tra i due Paesi.

Anche il ministro degli Esteri mauritano, Ismail Ould Cheikh Ahmed, ha chiamato i rappresentanti della diplomazia dei due paesi vicini. Fonti ufficiali mauritane hanno indicato che Ould Cheikh Ahmed ha discusso, nei due contatti, “delle distinte relazioni bilaterali con i due Paesi e del loro rafforzamento per servire gli interessi dei tre Paesi e del Maghreb e questioni regionali di comune interesse”. Fonti mauritane confermano che il ministro degli Esteri ha offerto gli sforzi del suo Paese per “risanare la frattura” e “ripristinare l’acqua al suo flusso tra i due Paesi fratelli” in modo da garantire il ripristino di un clima di fratellanza e cooperazione.

Subito dopo anche il Segretariato generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oci) ha dichiarato di aver seguito quanto riportato dai media in merito all’annuncio dell’Algeria di interrompere le relazioni diplomatiche con il Marocco. Il Segretariato Generale ha chiesto di dare priorità agli interessi superiori dei due paesi fratelli e al principio del buon vicinato, in particolare alla luce del fatto che i due paesi condividono una storia e interessi comuni, e sono membri attivi dell’Organizzazione per la cooperazione islamica. Ha inoltre chiesto l’adozione del linguaggio del dialogo per risolvere eventuali divergenze di punti di vista che potrebbero sorgere.

Anche la Giordania ha espresso la speranza che il linguaggio del dialogo tra Marocco e Algeria prevalga, risolvendo tutte le divergenze tra di loro e riportando le relazioni alla normalità, in modo da rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità nella regione. Infine anche l’Iraq ha espresso il suo rammarico per la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi Nord africani, invitandoli a stare lontani dall’escalation che lede i loro interessi.

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