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Sì, l’alluvione di luglio c’entra col cambiamento climatico. Il report Wwa

Il rapporto del World Weather Attribution mostra come il riscaldamento del pianeta abbia contribuito significativamente a far accadere e aggravare l’alluvione in Europa occidentale

L’alluvione dello scorso luglio in Europa occidentale ha causato oltre 200 morti tra Germania e Belgio, milioni di euro in danni infrastrutturali e un sentimento diffuso di malessere. Durante un sopralluogo nella regione devastata, la cancelliera uscente Angela Merkel non ha esitato nell’utilizzare quella piattaforma per esortare più sforzi nella lotta al cambiamento climatico. La sua posizione è stata riecheggiata dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Per chi ancora fosse scettico nel correlare questi eventi estremi al riscaldamento globale causato dall’uomo – o pensa che il problema sia gonfiato, o strumentalizzato – la risposta è appena arrivata dagli scienziati del World Weather Attribution. Stando all’analisi preliminare firmata da 39 scienziati, l’aumento medio di 1,2° rispetto alle temperature globali preindustriali ha reso l’alluvione – un evento che statisticamente sarebbe successo una volta ogni 400 anni nella regione interessata – molto più probabile.

Gli scienziati hanno ricondotto gli acquazzoni del 12-15 luglio 2021 – che hanno infranto qualsiasi record da quando esistono i registri dei dati meteorologici – alla depressione “Bernd”. Le precipitazioni hanno trovato il terreno già parzialmente saturo d’acqua per motivi idrogeologici e legati alle infrastrutture umane. La combinazione di questi fattori ha aumentato drasticamente la portata e la devastazione delle alluvioni risultanti.

Il fattore cruciale, però, rimane uno. “Il cambiamento climatico ha aumentato l’intensità dell’evento massimo di precipitazioni [della durata di] 1 giorno nella stagione estiva in questa vasta regione di circa il 3-19% rispetto a un clima globale di 1,2 °C più fresco di quello odierno”, riporta il Wwa. “L’aumento è simile per l’evento di 2 giorni”. E ancora: “la probabilità che un tale evento si verifichi oggi rispetto [ai tempi preindustriali] è aumentata di un fattore compreso tra 1,2 e 9”.

In sintesi, il riscaldamento del pianeta ha contribuito a far accadere e aggravare l’alluvione. Non è proprio della scienza parlare di certezze assolute, ma i rapporti che emergono dagli enti più importanti riducono il margine di dubbio a una dimensione trascurabile. Come hanno detto gli scienziati dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), l’ente onusiano che esprime il parere della comunità scientifica internazionale sul cambiamento climatico, oggi si può asserire che il riscaldamento del pianeta sia “inequivocabilmente” colpa dell’attività umana e causi un aumento nella frequenza di eventi estremi come incendi, siccità, uragani e alluvioni.

Il Wwa è essenzialmente un’équipe di scienziati di fama internazionale che si occupa di attribuzione di eventi estremi, una branca relativamente giovane della climatologia che si occupa di fornire risultati utili in tempi utili. Tradizionalmente, infatti, le conclusioni di questo genere richiedono anni; utilizzando modelli già accertati e peer-reviewed, il Wwa riesce a snellire il procedimento e fornire dati parziali, ma fondamentali per il discorso mediatico, nel giro di poche settimane. Il lavoro del Wwa è stato validato nell’ultimo rapporto dell’Ipcc (il cui sommario ha ricevuto il placet dei rappresentanti di 195 Paesi).


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