Con il termine Climate Tech ci si riferisce alle tecnologie innovative che puntano a ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera, con l’obiettivo di “zero emissioni nette” entro il 2050. Sia attraverso produzione e gestione dell’energia in modo più “pulito”, sia attraverso la cattura e lo stoccaggio di CO2
Cosa sono le Climate Tech
Le tecnologie del clima comprendono un’ampia serie di settori che affrontano le sfide delle “zero emissioni nette” di anidride carbonica (CO2) entro il 2050. Queste Tech puntano a un “approccio a emissioni di carbonio basse o negative nei campi chiave dell’energia, trasporti, industria pesante, alimentazione e uso del suolo” ma affrontano anche altre aree più trasversali, come “la cattura e lo stoccaggio del carbonio e la gestione di questi fenomeni, ad esempio, attraverso la trasparenza e la contabilità,” come riporta un report di Pwc.
Le climate tech sono quindi aziende, società, startup ma principalmente asset per l’ambiente aperti all’innovazione, al mondo tech e al cambiamento, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente. Sono la nuova frontiera per i venture capital, che hanno già investito circa 16 miliardi di dollari nel settore, quasi il triplo rispetto a quanto avevano investito negli anni precedenti. E sono anche l’unica soluzione per rimediare agli errori climatici passati e migliorare il futuro della terra, per evitare un tipping point molto rischioso.
Allontanarsi dal carbonio e dai carburanti fossili è un processo molto complicato che deve iniziare da un approccio più informato, orientato a rivoluzionare la percezione che si ha sulle risorse della terra. Alcune stime del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc), riportate in uno studio di Next Generation of Climate Innovation, dimostrano proprio “che le tecnologie di oggi hanno il potenziale per ridurre le emissioni globali di circa due terzi. È chiaro che raggiungere gli obiettivi del cambiamento climatico richiede nuove tecnologie e nuovi modelli di business e mercati, ma fortunatamente, c’è uno slancio verso una nuova generazione di soluzioni innovative,” riferendosi proprio alle climate tech.
Le Climate Tech non sono le Clean Tech
Le Climate Tech sono startup dirette al raggiungimento delle zero emissioni di CO2 entro il 2050. Affrontano quindi una sfida globale a livello internazionale. Mentre, le Clean Tech sono altre tecnologie ancora, simili ma non uguali, che hanno l’obbiettivo di usare “strumenti puliti” per ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, tagliare l’emissione di rifiuti e migliorare l’uso che l’uomo fa dell’ambiente.
Come riporta Digital360, “il mondo, senza confini definiti, della clean technology (Clean Tech) comprende tutte le tecnologie che servono a ‘farlo pulito’ ossia a limitare (o addirittura ove possibile a eliminare) l’impatto ambientale di un determinato processo produttivo.” Sono pertanto due campi diversi, che affrontano sempre la sfida mondiale del cambiamento climatico, ma che agiscono in due settori ben distinti.
Alcune Climate Tech
Negli ultimi anni, il mondo delle Climate Tech è cresciuto in maniera esponenziale, superando perfino quello delle Clean Tech. Il settore comprende quello dell’intelligenza artificiale, dell’idrogeno verde (un carburante a zero emissioni) e dei veicoli elettrici (automobili, biciclette, monopattini etc.), portando alcune startup a crescere e ad avere successo in tutto il mondo.
Tra le principali Climate Tech vi sono Amp Robitics, Form Energy e Carbon Engineering. La prima utilizza l’intelligenza artificiale robotica per ottimizzare il riciclaggio e ricreare prodotti “nuovi” senza consumare energia in surplus. Form Energy invece sviluppa una “nuova classe di sistemi di immagazzinamento dell’energia economici e plurigiornalieri che consentiranno una rete elettrica affidabile e completamente rinnovabile per tutto l’anno”. Mentre Carbon Engineering “cattura” e quindi rimuove, grazie ad una tecnologia sviluppata in circa undici anni, la CO2 dall’aria contrastando l’emissione di anidride carbonica immagazzinata involontariamente e volontariamente nell’atmosfera.
Esistono, però, anche alcune realtà minori, in via di crescita, nate in Europa, come ad esempio NorthVolt, una startup svedese specializzata in batterie a litio per le macchine elettriche e Solytic, con base a Berlino, che cerca invece di costruire, grazie all’intelligenza artificiale, pannelli solari più potenti.