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Non solo Tempest (che vale 2 miliardi). Il documento programmatico firmato da Guerini

Due miliardi (spalmati in quindici anni) per la partecipazione italiana al Tempest, il programma per il velivolo di sesta generazione. E poi gli elicotteri del futuro (una rivoluzione per l’ala rotante), i veicoli terrestri per i nostri militari, le nuove unità per la Marina e il forte focus sull’innovazione, tra intelligenza artificiale e cloud. Ecco tutte le novità della Difesa, scritte nel Documento programmatico pluriennale 2021-2023 firmato da Lorenzo Guerini

È stato pubblicato il Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio 2021-2023, il secondo firmato da Lorenzo Guerini. È arrivato con qualche mese di anticipo rispetto allo scorso anno, quando la pandemia da Covid-19 ne aveva ritardato l’uscita fino a fine ottobre. “I programmi di innovazione tecnologica, cooperazione internazionale e ad alta valenza strategica sono elementi essenziali per garantire l’efficacia dello strumento militare nazioniale e renderlo capace di adeguarsi alle continue sfide di uno scenario globale in continua evoluzione”, ha spiegato il ministro.

IL CONTESTO

Il Dpp muove dunque dai due principali macro-indirizzi di politica militare segnati da Guerini: “il riposizionamento attivo nello scenario internazionale e il rilancio dell’industria nazionale della Difesa attraverso l’ammodernamento dello Strumento militare”, spiega una nota di palazzo Baracchini. È in tal senso da legare alla prima direttiva ministeriale per la politica industriale della Difesa, emanata da Guerini la scorsa settimana (qui il focus). E così, tra le oltre 250 pagine del documento (l’anno scorso erano più di 300) entrano diversi programmi attesi dalle Forze armate. Sono ben 85 i programmi di previsto avvio nel triennio 2021-2023, da aggiungere ai 115 programmi già operanti. Tra quelli in avvio, sette programmi sono definiti “flagship”, cioè strategici per la Difesa, in quanto “caratterizzati da elevate possibilità di cooperazione internazionale, alta valenza tecnologica e forte impronta dal punto di vista capacitivo e industriale”. Saranno finanziati grazie al “Fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale”, previsto dall’ultima legge di bilancio.

DUE MILIARDI PER IL TEMPEST

C’è tra questi il Tempest, che nel precedente Dpp figurava tra i programmi prioritari ma privi di copertura finanziaria, sebbene lo stesso Guerini ha poi specificato che “le risorse necessarie sono state individuate all’interno del programma operante Eurofighter”, vista la prevista transizione tra i due. Questa volta ci sono invece le risorse alla voce Tempest: due miliardi di euro, spalmati in quindici anni, con 20 milioni nel 2021, altrettanti nel 2022 e 2023, e il grosso previsto tra 2027 e 2035. La partecipazione al programma “garantirà all’Italia l’esclusivo accesso ad un progetto di eccezionale ambizione e destinato ad avere risvolti non solo nell’ambito tecnologico militare ma anche a favore della crescita sistemica delle più diversificate filiere produttive operanti nel settore della digitalizzazione”, si legge nel Documento. Nel complesso, il fabbisogno del programma relativo alle fasi di ricerca e sviluppo è di circa sei miliardi. Quello per la successiva fase di acquisizione e supporto in servizio è “in via di definizione”.

DRONI E NUOVI AEREI

Parlano europeo anche il programma per l’European Male Rpas. Per sviluppo, acquisizione e sostegno logistico, il Dpp prevede una spesa di 1,9 miliardi spalmati fino al 2035 (quasi 55 nel 2021). Solo poche settimane fa, a Roma, l’Occar ha assegnato il contratto di sviluppo al consorzio industriale (Leonardo compresa), con 100 milioni derivanti dai nuovi fondi della difesa dell’Ue, a cui andranno affiancati i finanziamenti dei singoli Paesi. In ambito inter-forze si colloca la nuova “piattaforma aerea multi-missione multi-sensore” basata sul G-550 e destinata a un approccio net-centrico (capacità C4Istar) alla Difesa, per cui si prevedono 1,2 miliardi fino al 2032, con 75 milioni quest’anno. Procederà in parallelo al programma pluriennale per “l’implementazione di modifiche strutturali e integrazione del sistema di missione Caew/Ee su velivoli G-550”, per 925 milioni fino al 2030 (cinque nel 2021). Ulteriore novità è rappresentata dall’ampliamento della flotta tanker dell’Aeronautica militare, con l’acquisizione di altri due KC-767 e l’ammodernamento di quelli già in dotazione, per circa 1,4 miliardi in quindici anni, a partire dai 40 milioni previsti nel 2021.

IL FOCUS SULL’INNOVAZIONE

Altra grande novità riguarda “l’acquisizione di capacità per la condivisione dati basata sul concetto di cloud della Difesa”. Trattasi di “programma pluriennale articolato su più interventi legati alla realizzazione di un ambiente informativo classificato joint, secure e interoperable by design”, così da “garantisca la condivisione e valorizzazione del bagaglio informativo della Difesa”. Vale oltre 90 milioni fino al 2035, con i primi 4,7 previsti già quest’anno. In tale programma rientrerà dal 2023 la progressiva evoluzione della “infrastruttura di rete e di accesso radio-mobile verso un’architettura 5G definitiva, sempre strutturata in cloud”. Non è il solo tra i nuovi programmi a puntare sulle nuove tecnologie. Per l’intelligenza artificiale si prevede “un network di centri d’innovazione” che fondano le capacità della Difesa con quelle del mondo privato. Le risorse a tale scopo ammontano a 190 milioni fino al 2035, con 3 milioni all’anno dal 2021 al 2023. Vale invece 60 milioni (uno solo nel 2021) il programma pluriennale “volto a condurre attività di ricerca e sviluppo nel settore delle emerging disruptive technologies”, da aggiungere ad altri progetti di nuovo avvio tra “data collection” (55 milioni in quindici anni) e “comando e controllo multi-dominio” (198 milioni in quindici anni).

I PROGRAMMI TERRESTRI

In ambito terrestre sono diverse le novità. Entra con copertura finanziaria anche lo sviluppo di un nuovo Veicolo blindato anfibio per Esercito e Marina, con un fabbisogno complessivo di 206 milioni fino al 2034, di cui solo uno previsto nel 2021. Vale una previsione di spesa superiore ai due miliardi, invece, il “rinnovamento dell’intera capacità di combattimento forze pesanti”, attraverso l’acquisizione di un sistema di sistemi per la fanteria pesante (Armored Infantry Combat System), incentrato su una piattaforma combat (Armored Infantry Fighting Vehicle) e una serie di piattaforme di supporto. I primi stanziamenti sono previsti solo dall’anno prossimo (un milione), per un progetto che punta a inserire l’Italia nell’ambito delle discussioni europee sul carro armato di nuova generazione. C’è anche il Veicolo tattico multiruolo per le operazioni speciali, con i primi 3 milioni nell’anno in corso in un programma da quasi 25 milioni fino al 2028, così da coprire la “fase 1”: studio e sviluppo prototipale con prima acquisizione della piattaforma. Oltre 680 milioni, fino al 2030, vanno per il prosieguo del programma relativo alla seconda versione del veicolo multiruolo Lince. Il Documento nota che il fabbisogno comprende 1.600 veicoli, con una spesa complessiva di 3,5 miliardi.

GLI ELICOTTERI DEL FUTURO

Tra le novità più rilevanti c’è l’iniziativa “Future Fast Rotorcraft”, dedicata a quella che si preannuncia la rivoluzione dell’ala rotante. Con 129 milioni fino al 2032 (il primo previsto nel 2022), punta a “soddisfare l’interesse e il coinvolgimento nazionale nello studio delle emergenti tecnologie nel comparto elicotteristico, valorizzando al contempo le capacità industriali nazionali di settore, attraverso lo sviluppo di un Next generation fast helicopter”. Sono in corso gli studi di fattibilità, che “ricercando opportune sinergie con programmi internazionali, prevedano lo sviluppo di tecnologie abilitanti e incrementi capacitivi per le Forze armate”. Dal 2022 si passerà alla “seconda fase”.

LA DIFESA MISSILISTICA E LE NOVITÀ NAVALI

In campo missilistico trova il via l’ammodernamento, rinnovamento e potenziamento della capacità nazionale di difesa aerea e missilistica, per 1,9 miliardi fino al 2035. Con i primi 58 milioni nel 2021, punta a introdurre la tecnologia di nuova generazione nei sistemi in inventario, all’adeguamento e rinnovamento del parco missili Aster, all’ampliamento complessivo della capacità nazionale, con la sesta batteria di Samp/T all’Esercito e l’acquisizione di cinque batterie per l’Aeronautica. Vi si lega l’acquisizione di radar per sistemi di difesa aerea per oltre 334 milioni (34 nel 2021). Sul fronte navale entra nella copertura finanziaria l’acquisizione di nuovi cacciatorpediniere (Ddx), con una previsione di quasi 1,9 miliardi fino al 2035 (due milioni nel 2021) per dotare la Marina di due unità in sostituzione di Nave Mimbelli e Nave Durand de la Penne. Ci sono anche 2,5 milioni nel 2021 (circa 400 milioni fino al 2035) per il Programma di acquisizione di due unità d’altura (Lls) in sostituzione delle unità logistiche in linea più obsolete. Tre milioni complessivi copriranno invece la prima fase di studio del programma “Nuove unità anfibie”. Fino al 2027 si prevedono 170 milioni (a partire da un milione l’anno prossimo per l’ammodernamento di mezza vita dei cacciatorpediniere di classe Doria.

L’AVANZAMENTO DELL’F-35

Tra i programmi “operanti” si confermano gli impegni per gli addestratori M-345 e M-346, per il veicolo blindati Centauro 2, per Eurofighter e Tornado. In leggero rialzo la previsione di spesa per gli elicotteri NH90. Per gli F-35 vengono confermati gli impegni di spesa previsti lo scorso anno con una leggera rimodulazione tra gli impegni annuali a saldo complessivo invariato. Confermata la la divisione tra Fase 1 e Fase 2, con la prima (1,4 miliardi di qui al 2022) che comprende 28 velivoli, i relativi motori, equipaggiamenti, spese iniziali per retrofit, supporto logistico fino al 2022, realizzazione dello stabilimento di Cameri e relativa assistenza tecnica, predisposizione dei siti nazionali (“Amendola, Ghedi, Nave Cavour”). La seconda (4,2 miliardi fino al 2026) comprende un lotto di 27 velivoli. Il Dpp spiega anche che “nell’ambito dell’opportuna strategia di compressione temporale del programma – che garantirà un significativo risparmio sugli oneri complessivi (quantificabile in circa un miliardo) nonché la piena disponibilità operativa della capacità dal 2030, nel 2022 si perfezioneranno gli atti negoziali preliminari all’avvio della Fase 2B”, per acquisire 35 velivoli  per un onere complessivo fino al 2031 dell’ordine di sette miliardi.

GLI ESCLUSI

Come sempre, è comunque lunga la lista dei programmi “che la Difesa intende avviare”, ma che sono “al momento sprovvisti del necessario sostegno finanziario”. Tra questi vi sono anche programmi che nel precedente Dpp avevano ottenuto copertura finanziaria, come il Light Utility Helicopter o i nuovi sottomarini U212. Si tratta invece di una conferma in questa lista per l’ammodernamento di mezza vita dei velivoli da trasporto C-130.



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