Dopo tante tribolazioni, insormontabili problemi e alle volte incomprensibili e forse inutili restrizioni qualcosa di positivo si intravede all’orizzonte del settore dei giochi. Riccardo Pedrizzi, vicepresidente dell’Ucid, spiega perché
Dopo tante tribolazioni, insormontabili problemi e alle volte incomprensibili e forse inutili restrizioni qualcosa di positivo si intravede all’orizzonte del settore dei giochi. La prima buona notizia è la proroga di un anno decisa dalla Regione Lazio al termine per adeguarsi alle pesanti limitazioni stabilite dalla normativa regionale in tema di giochi e scommesse, col voto decisivo del centrodestra, che ha sostenuto la parte più responsabile della maggioranza di Zingaretti.
Si tratta di un primo obiettivo, a tutela del settore dei giochi legali, già messo in ginocchio dal Covid e dalle assurde limitazioni del governo, che è stato raggiunto con la proroga di dodici mesi dell’entrata in vigore, già fissata per il prossimo 28 agosto, della modifica alla legge regionale 5 del 2013, che introduceva anche per le sale giochi e le sale scommesse che già operano sul territorio, l’obbligo di spostarsi se si trovano a meno di 500 metri da un luogo ritenuto sensibile, scuole, chiese, ospedali, centri di aggregazione giovanile.
Fatta salva la giusta necessità di proteggere i luoghi sensibili, con questa norma sarebbe stato praticamente impossibile per qualsiasi sala giochi restare aperta. E le mafie ne avrebbero approfittato sicuramente, come già adesso sta accadendo, col settore in crisi e decine di migliaia di posti a rischio, come avevo paventato e come dimostrano gli studi e le analisi delle forze dell’ordine sul business delle scommesse illecite, on line e non, in crescita esponenziale negli ultimi mesi.
Un fiume di denaro sporco avrebbe rischiato di essere ulteriormente alimentato da norme che ponevano questioni di principio in parte condivisibili ma che avrebbero finito per penalizzare solo chi opera nei giochi nel rispetto delle regole e della trasparenza. Ben venuto, dunque, allo slittamento della legge ammazza-giochi da parte del Consiglio regionale del Lazio che ha dimostrato di saper valutare le legittime esigenze delle imprese e dei lavoratori del mondo del gioco in vista dell’introduzione di giuste modifiche per consentire al settore una programmazione delle attività nella massima serenità e nell’ottica della tutela dei livelli occupazionali.
La seconda buona notizia è rappresentata dalla nomina dell’ufficio di presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, sia per la qualità e l’esperienza delle persone indicate che per la volontà politica del Parlamento di approfondire le tematiche legate alle difficoltà di chi opera nella legalità ed è costretto ad affrontare la concorrenza sleale e l’avanzata delle mafie organizzate.
La stessa composizione dell’ufficio di presidenza con Mauro Maria Marino come presidente, Giovanni Endrizzi e Andrea Cangini come vicepresidenti e come Segretari Andrea De Bertoldi e Gianni Pittella, offre già ampie garanzie per l’equilibrio, l’esperienza e la professionalità dei suoi membri. Nei giorni precedenti c’era stata la composizione dell’organismo da parte della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, nelle persone di Stefano Borghesi, Stefano Candiani, Andrea Cangini, Andrea Cioffi, Marco Croatti, Andrea De Bertoldi, Stanislao Di Piazza, Giovanni Endrizzi, Albert Lanièce, Elio Lannutti, Arnaldo Lomuti, Michelina Lunesu, Matteo Mantero, Mauro Maria Marino, Anna Carmela Minuto, Franco Mirabelli, Enrico Montani, Fabrizio Ortis, Gianni Pittella e Roberta Toffanin.
Tutti nominativi qualificati, che sicuramente affronteranno con competenza e passione il compito affidato contribuendo a fare luce sulla concorrenza sleale da parte della criminalità. Come già ho scritto su queste pagine, partire dal secondo semestre del 2020 il numero di segnalazioni di operazioni sospette inviate da operatori del settore dei giochi è tornato nel complesso a livelli superiori a quelli pre-crisi: da una parte vi è una riduzione relativa al comparto del gioco fisico, dall’altro le segnalazioni relative al gioco online hanno subito un forte incremento, una spìa pericolosa di quanto accade nel mondo dell’illegalità”.
Attualmente c’è la possibilità di disporre di informazioni estremamente utili per la lotta al riciclaggio perché recentemente la Uif (Unità di Informazione Finanziaria) ha introdotto un nuovo sistema di classificazione delle segnalazioni di gioco al fine di fornire agli organi investigativi un maggiore supporto. Dai dati dell’Uif emerge un quadro allarmante di avanzata delle mafie nella gestione del settore “sommerso” dei giochi, favorito anche dalle difficoltà che incontra quello legale.
Ecco perché un aiuto al settore che soffre da un anno e mezzo dai rigidi protocolli per il contenimento del Covid 19 e del calo delle scommesse dovuto anche agli interventi normativi sulla aliquota di imposta, può arrivare da chi, in Parlamento, potrà toccare con mano il crescente interesse del crimine per il sommerso e fornire a chi opera nella legalità gli strumenti idonei per difendersi, salvaguardando altresì imprese e lavoratori di un settore che contribuisce alla creazione di ricchezza nazionale ed al gettito a favore dello Stato mediamente per anno per oltre 11 miliardi di euro.