Durante le difficili operazioni di evacuazione di connazionali e collaboratori dall’Afghanistan, si conferma lo stretto legame che unisce l’Italia e gli Stati Uniti, con la cooperazione tra le rispettive Forze armate per garantire la sicurezza del flusso di persone in arrivo da Kabul
“La solidità del rapporto tra Italia e Stati Uniti emerge anche nella drammatica crisi a Kabul; grazie alla stretta cooperazione tra le nostre Forze armate stiamo mettendo in atto, insieme alle rispettive missioni diplomatiche, sforzi massicci per assistere i connazionali e gli afghani che hanno lavorato con le nostre istituzioni e organizzazioni”. Queste le parole usate dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, nel corso della telefonata di ieri sera al segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, durante la quale sono state scambiate idee e informazioni per assicurare la sicurezza e l’efficacia del flusso di persone evacuate da Kabul in queste ore.
Il RAPPORTO ITALIA-USA
Nel corso della conversazione, il segretario Usa ha ringraziato la Difesa italiana per il prezioso lavoro che il nostro personale sta svolgendo insieme a quello americano. La collaborazione tra Roma e Washington si basa anche sulla concessione dell’utilizzo delle basi presenti in Italia alle Forze armate degli Stati Uniti, che sono diventate uno scalo strategico indispensabile affinché l’operazione di evacuazione del Pentagono prosegua positivamente. L’occasione ha anche permesso al ministro Guerini di ringraziare il suo omologo statunitense per la sicurezza offerta dalle truppe Usa all’aeroporto di Kabul, senza la quale sarebbe stato impossibile procedere con le operazioni di evacuazione in un contesto così compromesso e instabile come quello afghano degli ultimi giorni.
L’IMPEGNO DELLA DIFESA TRICOLORE
Intanto, secondo l’ultimo bollettino del ministero della Difesa di ieri, sale a oltre duemila il numero di afghani tratti in salvo dall’operazione Aquila Omnia, il dispositivo di evacuazione dal Paese asiatico messo in campo dalle nostre Forze armate e guidato dal Comando operativo di vertice interforze (Covi), al comando del generale Luciano Portolano. I quattro C130J dell’Aeronautica militare si alternano senza sosta dallo scalo di Kabul fino alla nostra base in Kuwait, da dove i rifugiati vengono trasportati poi in Italia sui quattro KC767A messi a disposizione dal 14° Stormo. Come sottolineato più volte dal ministero, l’operazione non si fermerà fin quando l’ultimo collaboratore non avrà messo piede nel nostro Paese e comunque fino a che le condizioni di sicurezza per i nostri 1500 militari impegnati in Afghanistan lo permetteranno.
LA BASE USA DI SIGONELLA
Intanto, sono arrivati oggi alla base aeronavale Usa di Sigonella, in Sicilia, circa 650 rifugiati dall’Afghanistan come parte della missione di evacuazione americana “Allies Refuge”. La Naval air station “Sigonella”, gestita dalla Marina militare degli Stati Uniti, sta venendo impiegata in queste ore come base di transito strategica per i collaboratori in arrivo da Kabul prima di venire trasportati alle località permanenti individuate per loro. Secondo il comandante della stazione, il capitano della Us Navy Kevin Pickard: “Vedere come questa base sia stata in grado di raccogliere così tanto supporto, in Italia, è veramente incredibile; le persone che stiamo aiutando si uniranno alla nostra famiglia americana e noi siamo orgogliosi di accoglierli a braccia aperte”.
LA DICHIARAZIONE DELLA NATO
Venerdì scorso i ministri degli Esteri della Nato si sono riuniti d’emergenza a Bruxelles per discutere dell’evolversi della situazione afghana, rilasciando un comunicato con il quale si precisava l’impegno dell’Alleanza verso il Paese, chiedendo tuttavia l’immediata cessazione delle violenze e il rispetto dei diritti umani e delle norme internazionali. La priorità della Nato, prosegue il comunicato, è assicurare la messa in sicurezza dei cittadini dei Paesi dell’Alleanza e di coloro che hanno contribuito con la missione occidentale in Afghanistan, ribadendo che la presenza militare Nato all’aeroporto di Kabul continuerà fino a operazione conclusa. Gli alleati hanno, inoltre, sottolineato come per vent’anni si siano impegnati per negare ai terroristi un porto sicuro in Afghanistan, e che la determinazione alla lotta contro il terrorismo transnazionale non è venuta meno.
Foto della Us Navy