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Vivere nello spazio? Ecco gli esperimenti che potrebbero renderlo realtà

Anche l’esperimento italiano “Readi Fp” di Ali e Marscenter sarà sulla prossima missione di rifornimento della Iss il 28 agosto. L’obiettivo è valutare gli effetti della microgravità sulle ossa e identificare potenziali contromisure, in vista di permanenze umane nello spazio sempre più lunghe

La 23esima missione di rifornimento verso la Stazione spaziale internazionale (Iss) gestita dalla compagnia privata SpaceX porterà a bordo anche l’esperimento italiano “Readi Fp”, realizzato in collaborazione da Aerospace laboratory for innovative components (Ali) e Marscenter. Il lancio della missione, che oltre all’esperimento italiano trasporterà altre ricerche scientifiche e dimostrazioni tecnologiche da tutto il mondo, è previsto per il 28 agosto dal Kennedy space center della Nasa in Florida. Gli esperimenti a bordo includono un’indagine sulla protezione della salute delle ossa e degli occhi degli equipaggi spaziali, dimostrazioni robotiche, sperimentazioni di nuovi materiali esposti all’ambiente extra-atmosferico e altro ancora.

MEDICINA SPAZIALE

Nel dettaglio, l’esperimento di Ali e Marscenter “Readi Fp” dovrà valutare gli effetti della microgravità e delle radiazioni spaziali sulla crescita del tessuto osseo e verificare se le sostanze formate dalla scomposizione del cibo possono proteggere le ossa durante il volo spaziale. Proteggere la salute dei membri dell’equipaggio dagli effetti della microgravità è fondamentale per il successo delle future missioni spaziali di lunga durata, soprattutto in vista del ritorno dell’umanità sulla Luna e le prospettive di una missione verso Marte. Migliorare la comprensione delle cause della perdita ossea, e identificare potenziali contromisure, potrebbe anche contribuire alla prevenzione e al trattamento di quelle patologie che, anche sulla Terra, determinano la perdita ossea.

GLI ALTRI ESPERIMENTI

Anche l’esperimento sponsorizzato dall’Agenzia spaziale europea (Esa), insieme con il Centro aerospaziale tedesco (Dlr) e il Centro astronautico europeo (Eac) è indirizzato alla medicina spaziale: il Retinal Diagnostics, infatti, verificherà le capacità di un piccolo dispositivo, inserito in una lente a contatto, di monitorare la retina degli astronauti per registrare l’insorgenza di eventuali problemi di visione, noti come Sindromi neuro-oculari associate allo spazio (Sans). Insieme a questo viaggeranno un braccio robotico della società giapponese GITAI Japan Inc, un esperimento della Nasa sulla tenuta di alcuni materiali nello spazio per lunghi periodi di tempo e un’indagine sugli effetti che una duratura esposizione alla microgravità può avere sulle piante. Infine, verrà testato un dispositivo impiantabile e telecomandato per la somministrazione di farmaci.

OBIETTIVO LUNA E MARTE

Nel complesso, tutti gli esperimenti della 23esima missione di SpaceX hanno come obiettivo di fondo rendere la permanenza umana nello spazio più sicura in vista delle missioni di lunga durata verso la Luna e Marte. La lunga permanenza in condizioni di microgravità, infatti, espone il corpo umano a una serie di stress che possono comprometterne la salute, limitando di fatto il periodo in cui un umano può rimanere nello spazio. Materiali resistenti alle sollecitazioni dell’ambiente spaziale, la possibilità di coltivare direttamente nello spazio quanto necessario al sostentamento degli equipaggi, e una robotica sempre più sofisticata, sono tutti elementi indispensabili per una permanenza prolungata di umani nello spazio.

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