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Il popolo “no green pass” e i rischi delle proteste. Si muove il Copasir

Tra no-vax e no-pass, nelle prossime ore ci saranno le prime “vere” prove di forza del popolo che non vuole seguire i piani di contrasto al Covid del governo. Il confine tra libertà di manifestare e rischio per la sicurezza pubblica non è mai stato così labile in questi 18 mesi di pandemia. Urso (Copasir) chiede che il tema sia affrontato nell’audizione di Gabrielli prevista la settimana prossima

Forse l’effetto meno atteso della campagna vaccinale sono le tante minacce sui social network nei confronti di medici e giornalisti, senza contare le ingiustificabili aggressioni fisiche. Le proteste contro la certificazione verde obbligatoria in molti settori, invece, erano in qualche modo previste perché in parte unite a quel popolo no vax che è ancora un magma indistinto, poco definibile e per questo controllabile con maggiore difficoltà. L’utilizzo della piattaforma Telegram rende ancora più complesso il lavoro degli specialisti della Polizia postale.

Da giorni tutti gli apparati di sicurezza stanno monitorando il fenomeno anche in vista della protesta di domani, mercoledì, con l’annunciato blocco delle stazioni ferroviarie più importanti in coincidenza con l’obbligo di green pass sui treni a lunga percorrenza e con manifestazioni previste in decine di città. Il livello di attenzione è dimostrato dal fatto che il Copasir, il comitato parlamentare di controllo sull’intelligence presieduto da Adolfo Urso (FdI), chiederà un’informativa al governo e che i temi delle minacce e dei no vax saranno discussi nell’audizione del sottosegretario Franco Gabrielli, autorità delegata alla Sicurezza, in programma la prossima settimana.

La difficoltà maggiore delle forze dell’ordine è che non sanno esattamente chi si troveranno di fronte. Con il coordinamento del capo della Polizia, Lamberto Giannini, si spazia dalla massiccia presenza dei reparti mobili a quella non visibile ma fondamentale di chi acquisisce informazioni, dal ruolo dell’intelligence interna al monitoraggio del web anche per la diffusione di numeri di telefono e di indirizzi email di professionisti e di uffici pubblici e governativi. Roma potrebbe essere il cuore della protesta e per questo è già stato deciso il rafforzamento dei controlli nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e ai caselli autostradali per filtrare gli arrivi. Sono ben 42mila gli iscritti su Telegram nel gruppo “Popolo autogestito pacifico” mentre quelli del gruppo “Basta dittatura” hanno annunciato il blocco di quattro stazioni ferroviarie pugliesi.

Come in ogni fase di protesta, il rischio è che persone normali, esasperate per qualunque motivo, possano essere influenzate da professionisti. La confusione è il brodo di coltura degli estremisti di destra e di sinistra: a parte Forza nuova, che a Roma ha addirittura dato appuntamento alla stazione Tiburtina, finora gli investigatori dell’antiterrorismo hanno riscontrato solo poche presenze di estrema destra o estrema sinistra in alcune zone d’Italia.

Le manifestazioni di domani daranno indicazioni su quello che dobbiamo aspettarci in autunno: anche se sono una minuscola percentuale degli italiani, i no vax e quelli comunque contrari al green pass possono creare problemi seri e, nei limiti del diritto di manifestare, le forze dell’ordine dovranno mandare un chiaro segnale che c’è un limite che non si può superare.


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