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Dopo Kabul si sentono scricchiolii nella “special relationship” Usa-Uk

Indiscrezioni dal Pentagono puntano il dito contro il Regno Unito per la falla nella sicurezza sfruttata dallo Stato islamico per l’attentato contro l’aeroporto di Kabul. A Londra sentono puzza di scaricabarile

“Quello che è successo nelle ultime settimane” sull’Afghanistan “è un vero trauma per Berlino e Londra. Dimostra un cambiamento di priorità per gli Stati Uniti che va oltre i presidenti e la retorica”, ha spiegato Benjamin Haddad, direttore dello Europe Center dell’Atlantic Council, al Washington Post.

Che due special relationship, quella storica tra Stati Uniti e Regno Unito e quella almeno presunta tra il presidente americano Joe Biden e la cancelliera tedesca Angela Merkel, stessero attraversando un periodo complicato, su Formiche.net l’avevamo sottolineato già all’indomani dell’entrata dei talebani a Kabul mettendo assieme un po’ delle voci che a Londra quanto a Berlino avevano criticato le modalità, decise in maniera unilaterale secondo loro, del ritiro di Washington dall’Afghanistan.

In queste ore, però, il livello di scontro tra Regno Unito e Stati Uniti si è innalzato ulteriormente.

Tutto è nato sulle colonne di Politico, che ha pubblicato alcuni leak del Pentagono. È giovedì 26 agosto scorso, poche ore prima dell’attentato contro l’Abbey Gate dell’aeroporto della capitale afgana che ha causato almeno 170 morti, tra cui 13 soldati americani e tre cittadini britannici. Il contrammiraglio Peter Vasely, comandante delle forze statunitensi in Afghanistan, chiede di chiudere l’Abbey Gate. “Ma gli americani decidono di tenere il cancello aperto più a lungo di quanto volessero per permettere ai loro alleati britannici, che gate accelerato la loro tempistica di ritiro, di continuare l’evacuazione del loro personale, basato al vicino Baron Hotel”, racconta la testata americana. Poi i jihadisti dello Stato islamico nel Khorasan hanno colpito.

Il Pentagono ha spiegato che quell’articolo si basa “sulla divulgazione illegale di informazioni classificate e delibere interne di natura sensibile”. Ma non ha smentito.

Il ministro degli Esteri Dominic Raab, invece, ha parlato sia a Times Radio sia a Sky News per spiegare versione del governo di Boris Johnson: “Semplicemente non è vero che, oltre a mettere in sicurezza i nostri civili all’interno dell’aeroporto, stavamo spingendo per lasciare il gate aperto”, ha dichiarato all’emittente televisiva.

Fonti di governo e deputati del Partito conservatore l’hanno seguito accusando gli Stati Uniti di cercare di “scaricare la colpa” sul Regno Unito.

“Gli Stati Uniti devono spiegare il casino totale che è stata l’evacuazione”, ha detto una fonte governativa al Times di Londra spiegando di non essere conoscenza di alcuna richiesta britannica di tenere aperto il gate. “Temo che questo abbia più a che fare con un inutile gioco dello scaricabarile… Mostra quanto sia caduta in basso la special relationship”, ha dichiarato allo stesso giornale Tobias Ellwood, deputato del Partito conservatore e presidente della commissione Difesa della Camera dei Comuni.

La fase attuale è complicata, anche perché sia Washington sia Londra piangono i loro morti a Kabul. Ma appare evidente che, superate le tensioni in corso, ci sarà da riflettere su quello che osservava Haddad: le priorità statunitensi sono cambiate e non era tutta colpa di Donald Trump.

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