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Qatar e Germania, ecco le due spinte di Erdogan a Kabul

Vicino un accordo Erdogan-talebani per gestire l’aeroporto internazionale nella capitale dell’Afghanistan. Così la Turchia avanza progressivamente nell’emergenza internazionale del momento, consapevole che proprio alla luce dell’eccezionalità della questione possono cambiare rapporti di forze e geografia delle alleanze

Un nuovo sistema S-400 e un “presidio” geopolitico e infrastrutturale all’aeroporto di Kabul. Recep Tayyip Erdogan medita su queste due mosse per recitare un ruolo sia nella crisi afgana che nelle altre note questioni del Mediterraneo orientale, ma con una novità: stavolta ha ufficialmente dalla sua parte il Qatar per il caso afgano e registra l’endorsement tedesco. “Le dichiarazioni dei talebani finora sono moderate – ha annunciato Erdogan – la Turchia seguirà attentamente i suoi prossimi passi. Dovremmo assolutamente osservare la posizione dei talebani nel diventare uno stato e nel voler governare uno Stato”.

S-400

Un nuovo lotto di S-400 russi potrebbero essere acquistati dalla Turchia: lo ha detto il presidente turco, dopo che nei giorni scorsi era stata diffusa la notizia che Ankara e Mosca hanno raggiunto un nuovo accordo nel settore della difesa. “Per quanto riguarda l’acquisto del secondo pacchetto di S-400, non abbiamo esitazioni in merito – ha dichiarato ieri Erdogan dopo una serie di incontri nei paesi balcanici- Abbiamo fatto molti passi avanti con la Russia, che si tratti degli S-400 o dell’industria della difesa”. In precedenza conferme erano giunte da Alexander Mikheev, responsabile delle esportazioni del colosso russo Rosoboronexport.

QATAR

Vicino un accordo con i talebani per gestire l’aeroporto internazionale nella capitale dell’Afghanistan: così la Turchia avanza progressivamente nell’emergenza internazionale del momento, consapevole che proprio alla luce dell’eccezionalità della questione possono cambiare rapporti di forze e geografia delle alleanze. In sostanza la Turchia che riconosce la legittimità del governo talebano sarebbe inclusa nella gestione dello scalo in consorzio con il Qatar, a cui fornirà sicurezza tramite una società privata.

Ufficialmente sarà necessario anche un passaggio formale con gli alleati occidentali e con la Nato, ma di fatto nessuno dovrebbe fermare il progetto. Le forze speciali turche opereranno senza distintivi ufficiali e in borghese per proteggere il personale tecnico turco. La Turchia continuerà a mantenere aperta la sua ambasciata a Kabul, così come a Islamabad, la capitale del Pakistan.

Della questione discuteranno oggi rappresentanti dei governi di Qatar e Turchia, mentre in precedenza il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva avuto due conversazioni telefoniche con il ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e con il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.

KABUL

In sostanza la visione erdoganiana per l’Afghanistan prevede una presenza oggettiva e costante, sia nel merito di azioni concrete come quella relativa all’aeroporto, sia di metodo come le interlocuzioni geopolitiche con i paesi confinanti. L’obiettivo, così come in Siria e Libia, è diventare player determinante, al di là della presenza ventennale nel paese (con circa 500 soldati). Già prima che la problematica detonasse defintivamente, la Turchia stava negoziando con gli Stati Uniti la gestione dell’aeroporto di Kabul, come una sorta di protesi della strategia messa in campo nel Paese dove Ankara ha fornito sistematicamente infrastrutture e mezzi.

GERMANIA

Ankara intanto incassa l’endorsement tedesco: Berlino ha elogiato la Turchia per aver aiutato a evacuare i suoi cittadini e gli afgani da Kabul dopo l’acquisizione da parte dei talebani.”La Turchia ha dato un contributo importante”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Heiko Mass, in occasione di una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu. “Vorrei ringraziare ancora una volta la Turchia per gli sforzi compiuti all’aeroporto di Kabul nelle ultime settimane – ha aggiunto – La Turchia ha dato un contributo significativo alla realizzazione dei voli di evacuazione con le misure che prevede in termini di sicurezza”.

Il ministro Maas ha effettuato una serie di visite nei Paesi confinanti con l’Afghanistan (Uzbekistan, Tagikistan, Pakistan e Qatar) al fine di valutare il supporto tedesco non solo per il dossier rifugiati, punto su cui si registra il no di Çavuşoğlu ad ospitare più migranti afgani.

@FDepalo



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