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Il Pcc entra nel cda di una controllata di TikTok e Washington sbuffa

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Una controllata di ByteDance ha ceduto quote a una società collegata all’autorità che vigila sull’Internet cinese. Il senatore Rubio chiede il bando: “Biden non può più fingere che TikTok non sia legata al Partito comunista cinese”

La politica americana è tornata a discutere di TikTok due mesi e mezzo dopo che il presidente Joe Biden ha firmato un executive order per revocare i divieti imposti dal suo predecessore Donald Trump su alcune app di aziende cinesi, tra cui il famoso social network di brevi video. Nel provvedimento l’attuale inquilino della Casa Bianca ha chiesto al dipartimento del Commercio un’indagine sulle app che sono di proprietà o controllate da potenze straniere, tra cui la Cina, che potrebbero causare “rischi alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e degli americani”.

Nel frattempo, però, qualcosa è cambiato negli assetti di TikTok. Falliti i tentativi dell’amministrazione Trump per una vendita delle operazioni statunitensi di TikTok, ora sembra aver cambiato strada. Il governo di Pechino ha deciso di investire in ByteDance, la società di TikTok, e in Weibo, la versione cinese di Twitter.

Ad aprile, ByteDance ha venduto l’1% delle quote della sua controllata Beijing ByteDance Technology, che ha sede, management e operazioni in Cina, a WangTouZhongWen Technology, società nelle mani di tre aziende statali, una delle quali risulta collegata a un fondo finanziato dalla Cyberspace Administration of China, l’autorità che recentemente si è esposta contro Tencent, ha sanzionato Alibaba e chiuso Didi, e sta lentamente portando il Dragone al controllo totale del governo su Internet. Così il governo avrà un posto (su tre) nel consiglio d’amministrazione della controllata di ByteDance.

Il senatore repubblicano Marco Rubio, vicepresidente della commissione Intelligence, ha inviato l’amministrazione Biden a bandire TikTok. “L’amministrazione Biden non può più fingere che TikTok non sia legata al Partito comunista cinese”, si legge in una nota. “Anche prima di oggi, era chiaro che TikTok rappresentasse una seria minaccia alla privacy personale e alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. L’aggressività di Pechino rende chiaro che il regime vede TikTok come un’estensione del partito-stato, e gli Stati Uniti devono trattarlo in questo modo”. “Dobbiamo anche stabilire un quadro di standard che devono essere soddisfatti prima che un’app ad alto rischio e con sede all’estero sia autorizzata a operare sulle reti di telecomunicazione e sui dispositivi americani”, ha concluso Rubio citando una sua proposta di legge, l’Adversarial Platform Prevention (APP) Act.

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