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Turchia e Suning, la nuova vita di Alibaba e della Cina dopo lo stop a Jack Ma

Non solo Trendyol, l’e-commerce sul Bosforo dalle uova d’oro, ma anche la poltrona più alta di Suning (che possiede ancora l’Inter) occupata da Mingduan. Così Pechino si trasforma geopoliticamente in turbocapitalista di Stato. La battaglia per il mercato del cloud in Cina sembra destinata a intensificarsi nei prossimi anni, senza esclusione di colpi

Trendyol, una società di e-commerce turca sostenuta da Alibaba Group Holding Ltd., ha raccolto 1,5 miliardi di dollari nel suo ultimo round di finanziamento che includeva SoftBank Group Corp. e due fondi del Golfo. L’aumento di capitale, co-guidato da Vision Fund 2 di SoftBank e General Atlantic, ha portato l’azienda con sede a Istanbul a una valutazione di 16,5 miliardi di dollari.

Alibaba è inoltre salita sul ponte di comando di Suning, tra l’altro proprietaria dell’Inter, ma che ha ipotecato la squadra con il fondo Usa Oaktree, oltre che aver avuto uno stop dal governo cinese a ogni investimento non primario. Il nuovo presidente di Suning è Huang Mingduan, uomo di Alibaba. Ecco che sta prendendo corpo la nuova vita di Alibaba (e del governo cinese) dopo lo stop di Xi a Jack Ma, con una serie di effetti a catena.

RISULTATI

Punto di partenza i numeri: spulciando gli utili di Alibaba emergono alcuni elementi interessanti. Sono cresciuti i suoi consumatori attivi annuali totali toccando quota 1,18 miliardi di cui 912 milioni in Cina nell’ultimo trimestre. Le nuove acquisizioni come Taobao Deals hanno contribuito non poco a questo risultato. Le entrate totali sono cresciute del 33,6% su base annua, anche se la crescita è sensibilmente rallentata rispetto agli anni precedenti. L’obiettivo dichiarato è raggiungere 1 miliardo di utenti entro la fine del 2022.

Attenzione alla concorrenza però. Huawei è cresciuta molto rapidamente lo scorso anno, passando dal 5,2% nel 2019 all’11% nel 2020. Huawei ha anche piani molto ambiziosi per sviluppare Huawei Cloud e puntare a superare Alibaba Cloud prima del 2025. È un dato oggettivo che la battaglia per il mercato del cloud in Cina sembra destinata a intensificarsi nei prossimi anni, senza esclusione di colpi. Per questa ragione Alibaba ha programmato le sue contromosse, sia perché teme la concorrenza di Huawei sia perché ha capito, dopo le note vicende di cronaca dello scorso inverno, che libero mercato e libera concorrenza in Cina resteranno un’utopia. Per questa ragione ha creato 16 unità regionali, al fine di ridimensionare la burocrazia e migliorare significativamente l’efficienza operativa.

È chiaro che il pregresso rappresentato dagli utili di Alibaba, mescolato al forte calo del prezzo delle azioni in virtù della mosse governative contro le grandi società tecnologiche, è probabile che consentirà ad Alibaba di dimostrare ulteriormente la sua forza. Trendyol ha raggiunto 9,4 miliardi di dollari di valore e Alibaba vi ha investito 350 milioni.

SUNING

Il gruppo di Nanchino, tra le altre cose anche proprietario della squadra di calcio milanese dell’Inter, è attraversato da una vera e propria rivoluzione copernicana che potrebbe anche paradossalmente segnarne la fine. Il gran capo Zhang Jindong è stato sostituito al vertice della Suning da un uomo di Alibaba, Huang Mingduan, a sua volta non più direttamente espressione di Jack Ma bensì del partito comunista cinese. La vendita al dettaglio di e-commerce della famiglia Zhang è zavorrata da debiti anche determinati dalla crisi pandemica: per questa ragione hanno ricevuto da Alibaba e dallo Stato cinese un piano di acquisizione da 1,36 miliardi di dollari. Nel frattempo Suning ha ceduto il 16,96 percento nella sua società quotata al fondo Jiangsu Xinxin Retail Innovation Fund II, consorzio guidato dai soliti investitori statali cinesi, come Alibaba Group e Huatai Securities, Xiaomi, Haier, Midea e TCL.

SCENARI

Che cosa può innescare geopoliticamente il trend rappresentato da Trendyol? Innanzitutto la società turca diventerà un attore leader nell’intera area, costituendo al contempo nuovi canali per players non solo turchi. Il riferimento è alle potenze che guardano alla Turchia come a un trampolino di lancio per Medio Oriente e Mediterraneo, vedi i Paesi del golfo.

In secondo luogo la decisione del governo cinese di assumere una posizione più dura nei confronti delle società private potrebbe comportare rischi per gli investitori statunitensi. Non va dimenticato infatti che le azioni quotate di Alibaba negli Stati Uniti sono scese del 13,9% a luglio, la peggiore performance mensile guardando agli ultimi due anni. Per cui da un lato Alibaba, alias Xi, scommette forte su alcune realtà in difficoltà, come Suning, dall’altro le ramificazioni della stessa Alibaba in altri mercati tolgono il sonno a chi vede in questo nuovo turbocapitalismo di stato cinese un elemento geopolitico di estrema rottura nelle regole del liberismo.

@FDepalo


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