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Venezia è cinema e non solo. Elvira Frojo racconta magie e speranze

Venezia set della nostra memoria. Registi dell’immaginario, da dove ripartiremo per ritrovare fiducia, nella profondità di anime smarrite dalla realtà della pandemia, della guerra e della minaccia del terrorismo? Saremo capaci di ascoltare, dietro i riflettori del palcoscenico, il tempo dettato dal cuore?

Si accendono le luci, a Venezia fino all’11 settembre, sulla “Mostra Internazionale d’arte cinematografica” con i grandi nomi del cinema mondiale, in un mondo colpito dalla pandemia che si interroga ora sul buio dei diritti umani che scende in Afghanistan.

Quest’anno, l’evento è stato preceduto da una sfilata di Dolce e Gabbana. Circa cento modelle vestite con ricchi abiti couture, arrivate in gondola, hanno presentato, tra gli storici caffè veneziani, l’alta moda e l’alta gioielleria uomo e donna, e una nuova linea casa.

Ma sullo sfondo delle suggestioni dell’edizione del Festival del cinema 2021, Venezia non dimentica la marea umana in fuga dal Paese centro-asiatico, il terrore negli occhi delle donne, la disperazione e il pianto dei bambini, cercando la salvezza dall’incubo del presente in orizzonti sconosciuti.

Mentre, in un doloroso contesto umanitario che mette a dura prova gli Stati disposti ad offrire adeguata accoglienza, l’Italia alla guida del G20 auspica un vertice straordinario per la gestione della delicata fase geopolitica e strategica, aggravata dalla situazione sanitaria.

Ed è impegno a tutto campo, nel nostro Paese, da parte di Università come di associazioni umanitarie, religiose e sociali, accademie di belle arti e conservatori di musica. Tante le donne coinvolte per superare la drammatica situazione, in un già complesso contesto globale di emergenza sanitaria ed economica. Uno scenario che richiede anche amore, partendo dal sentire individuale.

È stata la capacità e la lucidità di Annamaria Tribuna, ufficiale pilota dell’aeronautica italiana protagonista di missioni aeree in tutto il mondo, che ha evitato, al decollo da Kabul con un C130, i proiettili indirizzati al velivolo che trasportava decine di afghani.

In campo, dunque, la competenza, la passione e la determinazione delle donne!

Il fragile destino delle donne afghane riporta indietro un percorso di liberazione degli ultimi venti anni che era apparso possibile. E ora, in una situazione in cui sembrano aver fallito tutti, quale futuro?

Tra loro, tanti talenti dell’arte, della fotografia, del cinema, per esprimere non solo la creatività ma soprattutto la libertà femminile. Donne coraggiose, ora impaurite dal vuoto e dalla solitudine, limitate nel pensiero e nell’azione.

La drammatica condizione dei registi e, in generale, degli artisti afghani, l’esigenza di creare corridoi umanitari e la garanzia della concessione di status di rifugiati politici, sono il tema del panel della Biennale di sabato 4 settembre, al Palazzo del Casinò al Lido, con la partecipazione della regista afghana Sahraa Karimi (prima presidente donna dell’Afghan film organisation), autrice dell’appello per sensibilizzare media, governi e organizzazioni umanitarie mondiali sulla crisi del suo Paese.

Alla regista, testimone della forza delle donne in un momento buio della storia afghana, e che ha aperto la strada al cinema femminile sfidando la cultura dominante e le violenze talebane, sarà, inoltre, assegnato dal Codacons un premio speciale al coraggio.

A Venezia, la rinascita è, dunque, speranza, tra sogno e realtà, attraverso cinema, arte, cultura e moda. Abbandonata per mesi dai turisti, a causa del virus, la Serenissima rivive al ritmo convulso dei suoi storici eventi. E come farne a meno?

Città patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, malinconica, struggente, elegante nella sua altera semplicità, Venezia custodisce gelosamente il suo fascino.

Nella città regina privilegiata del set ritratta in indimenticabili pellicole, il Festival veneziano riconosce, da sempre, le donne premiandone talento, bellezza e glamour. La prima attrice a vincere la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è stata Katharine Hepburn, e poi Bette Davis, Ingrid Bergman e tante altre. Tra le italiane, Anna Magnani, nel 1947, e poi Sophia Loren, Valeria Golino e Giovanna Mezzogiorno, per citarne alcune.

“Madrina”, quest’anno, Serena Rossi. Un ruolo, dal 2000, ricoperto sempre al femminile e interrotto solo da due “padrini”. Via al festival con lo shooting della madrina a piedi nudi, secondo tradizione, con abito sfavillante, sul bagnasciuga del Lido.

Ventuno titoli concorrono per l’ambìto “Leone d’Oro per il miglior film” 2021. Cinque sono a direzione o codirezione femminile (circa il 24%, rispetto al ‘picco’ del 44% dello scorso anno), eppure, nella storia del cinema, circa la metà dei film prodotti tra il 1911 e il 1925, sono stati scritti da donne, all’epoca già presenti in molte posizioni chiave dell’industria cinematografica. A partire da Alice Guy, prima donna regista, nel 1895, direttore di produzione della Gaumont e fondatrice della Solax Company. Ma poi abbandonò tutto dopo il divorzio dal marito!

La 78ma edizione del Festival di Venezia vede ben cinque film italiani in concorso: “America Latina” dei fratelli D’Innocenzo, “Il buco” di Michelangelo Frammartino, “Freaks out” di Gabriele Mainetti, “Qui rido io” di Mario Martone e “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. “Leone d’oro alla carriera” per Roberto Benigni.

La kermesse si apre con la storia di maternità del film “Madres Paralelas” di Pedro Almodovar, con le attrici Penelope Cruz e Rossy de Palma, per chiudersi con il film fuori concorso “Un bambino nascosto” di Roberto Andò, con Silvio Orlando.

Per le “Giornate degli Autori”, sezione “parallela” del Festival, 10 film in concorso e 6 eventi speciali. Presente Alessandro Gassman al suo terzo film da regista, “Il silenzio grande” con Margherita Buy e Massimiliano Gallo.

La nostalgica città lagunare irrompe nell’attualità con il suo messaggio di eticità e di solidarietà sui temi della crisi planetaria.

“Cinema Santelena”, un “fuori festival”, nei giorni della Mostra Internazionale d’arte cinematografica, per la prima volta a Venezia promuove arte, cinema, cultura, ecologia e mare, a contatto con la natura spettacolare e unica della laguna, in tre luoghi iconici della città veneta, Palazzo Donà dalle Rose, Molino Stucky e Marina di Sant’Elena. Alla ricerca di emozioni e testimonianze storiche e umane.

Tra gli eventi in programma, “Venezia per il mare, Venezia per la terra” è dedicato al futuro del nostro pianeta e il progetto “Doge Venice Carpet” presenta le attività della Fondazione Donà dalle Rose 2022 riferite al Bando BIAS – “Biennale Internazionale Contemporanea di Arte, Architettura e Design” e alla collaborazione con il “Canadian International Fashion Film Festival”. In tale contesto, in proiezione il cortometraggio dell’artista Rosa Mundi “Humanity’s Time Life” interpretato dal musicista Mario Bajardi. E, ancora, presentazione del progetto “Una marea di libri” e il Distretto artistico “Fondamenta dell’arte”, coordinato dalla Fondazione Donà dalle Rose in collaborazione con SkatePark Italy.

Sabato 4 settembre, “Cinema Santelena” risponde, poi, all’appello inviato alle comunità del mondo dalla regista afghana Sahraa Karimi con la proiezione del film “Hava, Maryam, Ayesha” introdotto dall’attrice Maria Rosaria Omaggio, Goodwill Ambassador Unicef Italia, con raccolta fondi per sostenere il corridoio umanitario per le donne e i bambini afghani.

E, sempre il 4, presentazione del libro di Chiara Modìca Donà dalle Rose “Judas the guess: il Processo dell’Umanità”. Il ricavato della vendita è devoluto all’Unicef per finanziare l’emergenza afghana.

Esperta d’arte, filantropa e mecenate di grande impegno culturale, sociale ed umano, Chiara Donà dalle Rose, della sua città natale ha detto: “Venezia, non è una città, non è un villaggio, non è una metropoli né ha mai aspirato ad esserlo. Venezia è una realtà unica al mondo, sospesa nel tempo tra il sogno, l’incantesimo e la storia, è la realizzazione concreta e tangibile di una sola e grande opera d’arte composta”.

C’è attesa a Venezia, fino al 21 novembre, anche per la “grande madre” delle Biennali del mondo, l’Esposizione Internazionale d’Arte, alla 17ma edizione, che riafferma un ruolo di primissimo piano tra le rassegne d’arte di respiro internazionale.

Nella magia della Biennale 2021, architetti provenienti da tutto il mondo, con culture e visioni diverse ma uniti dalla comune esperienza di una terribile pandemia, esprimono la ricerca di una nuova filosofia di vita.

Venezia resiste, dunque, e dona speranza attraverso la forza dell’arte, del cinema e della cultura guardando ad un futuro fatto di sogno e realtà, per essere diverso e migliore.

“Venezia luogo comune della malinconia”, come ricorda Francesco De Gregori nella canzone “Miracolo a Venezia”. “Venezia sta sull’acqua, manda cattivo odore. La radio e i giornalisti dicono sempre: Venezia muore. Cadono tutte le stelle, si spengono ad una ad una. E sembrano caramelle che si sciolgono nella laguna. Cadono tutte le stelle e tu lasciale cadere. Lascia che si nascondano se non le vuoi vedere. Galleggiano i nostri cuori come isole per la via”.

Venezia set della nostra memoria. Registi dell’immaginario, da dove ripartiremo per ritrovare fiducia, nella profondità di anime smarrite dalla realtà della pandemia, della guerra e della minaccia del terrorismo?

Saremo capaci di ascoltare, dietro i riflettori del palcoscenico, il tempo dettato dal cuore?


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