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Altro che stop alla Bri, parte la Via della seta dell’Informazione. Cosa dicono Ue e Usa?

Pechino penetra nell’economia e nella politica con la spinta digitale, dopo quella infrastrutturale. Nonostante gli annunci di iniziative per controbilanciare tale invasività, ecco che Usa e Ue si trovano dinanzi ad un deja-vu

Pechino penetra nell’economia e nella politica con la spinta digitale, dopo quella infrastrutturale. Il nuovo ponte in Croazia, che da anni si aspettava, parlerà cinese. Un consorzio guidato dalla China Road and Bridge Corporation (CRBC) è ancora una volta il protagonista non solo dell’infrastrutturazione nel costone balcanico, ma anche dei riflessi geopolitici che sussistono e permangono. La Via della seta dell’Informazione è partita. Così come accaduto al Montenegro, con un debito che si trasforma in ipoteca, Pechino usa la clava della Bri per penetrare nell’economia e nella politica. Nonostante gli annunci di iniziative per controbilanciare tale invasività, ecco che Usa e Ue si trovano dinanzi ad un deja-vu.

CROAZIA

Il ponte di Peljesac che ricollega i territori croati, è costruito insieme da un appaltatore cinese e dai suoi partner europei. Sarà aperto al traffico nel 2022. Un consorzio cinese guidato da China Road and Bridge Corporation (CRBC) ha vinto la gara per costruire la prima fase del ponte di Peljesac e delle sue strade di accesso nel 2018, con la promessa di completare i lavori in 36 mesi. Il progetto è costato 550 milioni di euro di cui 357 milioni di euro forniti dall’Unione Europea.

Il ponte è stato a lungo osteggiato dalla Bosnia: verrà utilizzato solo dalla prossima primavera, con il plauso dei cittadini che potranno così andare dalla terraferma croata nella sua regione più meridionale, la contea di Dubrovnik-Neretva, fino al mare Adriatico. La Commissione europea se ne era occupata dal 2013, con uno studio di fattibilità preliminare salvo poi scoprire che la realizazione è stata made in China.

La Croazia ha anche firmato altri due accordi, con gli austriaci di Strabag e con gli ellenici di Avax di Grecia per costruire la strada di accesso sud al ponte. Ma né Austria né Grecia usano la clava delle infrastrutture per penetrare nel tessuto socio-industriale dei propri partners.

UNGHERIA

Non è tutto: anche in Ungheria la strategia delle infrastrutture è legata a Pechino. Un mese fa è stata inaugurata la più grande centrale solare del paese, costruita dalla China National Machinery Import and Export Corporation (CMC) vicino alla città sud-occidentale di Kaposvar. L’iniziativa non è una sorpresa, basti pensare che gli accordi sino-ungheresi risalgono a due lustri fa: c’era tutto il tempo, quindi, per prenderne atto. Secondo il ministro ungherese per l’innovazione e la tecnologia Laszlo Palkovics, il governo ha introdotto la sua politica di “apertura all’est” nel 2010 con la Cina come suo principale attore. Nei fatti la centrale solare di Kaposvar è fondamentale per raggiungere l’obiettivo di neutralità carbonica, poiché la produzione di elettricità nel paese dovrebbe provenire interamente da fonti pulite entro il 2030.

L’impianto, del valore di circa 100 milioni di euro dovrebbe produrre 130 milioni di chilowattora di elettricità e aiutare l’Ungheria a ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica di circa 120.000 tonnellate all’anno.

SCENARI

I Balcani, come più volte osservato, sono divenuti la plastica raffigurazione delle policies cinesi in Europa: dalla presa del Pireo in poi, Pechino non ha praticamente avuto sosta. Ma non è solo l’accoppiata ferrovie-strade a destare preoccupazioni geopolitiche, bensì anche la cosiddetta Digital Silk Road cinese, elemento cruciale della Belt and Road Initiative. La Cina punta a migliorare la connettività digitale nei paesi obiettivo al fine di incrementare la sua influenza geopolitica. La Serbia è, per dirne una, densamente popolata da telecamere Huawei praticamente in ogni dove.

Dietro la costruzione di cavi ottici transfrontalieri e altre reti di linee di comunicazione, si cela la Via della Seta dell’Informazione. Prossime “tappe” delle attenzioni cinesi sono Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Albania e Kosovo. Ciò rappresenta una sfida alla sicurezza non solo per la regione, ma anche per gli Stati Uniti e l’Unione Europea, chiamate ad una reazione strategica.

@FDepalo



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