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Sui droni Alpi Aviation finiti in mani cinesi si muove anche il Parlamento

Il deputato friulano Sut (M5S) ha presentato un’interrogazione al governo per sapere quali saranno i prossimi passi in merito all’azienda di Pordenone passata, secondo la Gdf, con “modalità opache” nelle mani del governo cinese

Della storia di Alpi Aviation, l’azienda friulana produttrice di droni passata tre anni fa nelle mani di due società statuali cinesi con “modalità opache” secondo la Guardia di finanza, si è interessato anche il Parlamento.

All’azienda le Fiamme gialle hanno contestato due violazioni: della legge 185/1990, che disciplina l’export di armamenti, e del cosiddetto Golden power.

Come rivelato nei giorni scorsi da Formiche.net il dossier è già arrivato al Dipartimento per il coordinamento amministrativo, istituito a Palazzo Chigi, che dovrà verificare se l’obbligo di notifica dell’operazione è stato violato e successivamente avviare un procedimento sanzionatorio.

Sulla vicenda ha chiesto informazioni al governo anche il Copasir in occasione dell’audizione di Franco Gabrielli, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, come riportato sempre su queste pagine.

Nei giorni scorsi, però, si è mosso anche il Parlamento. In particolare il Movimento 5 stelle, partito di governo che ha nel ministro degli Esteri Luigi Di Maio il suo più importante rappresentante all’interno dell’esecutivo guidato da Mario Draghi.

Luca Sut, deputato pentastellato, nativo di Pordenone e membro della commissione Attività produttive, commercio e turismo, ha presentato l’interrogazione a risposta scritta 4-10159. Destinatari: il presidente del Consiglio e i ministri di Difesa, Sviluppo economico ed Economia. Sottolineando che l’azienda del Pordenonese “annovera tra i suoi clienti il ministero della Difesa” e che “risulta dunque iscritta nel Registro nazionale delle imprese operanti nel settore dei materiali da armamento del suddetto ministero”, e “nonostante il fermo rigetto delle accuse” da parte dei legali della Alpi Aviation, il deputato osserva: “desta comunque preoccupazione nell’interrogante lo scenario rappresentato dalla possibilità che soggetti economici stranieri possano tentare di penetrare nei settori produttivi più strategici della nostra economia ‘bypassando’ i limiti normativi posti dal cosiddetto Golden Power a tutela dei nostri asset fondamentali, operando scalate ostili in quanto agite nell’ottica dell’acquisizione del nostro know-how tecnologico, anche di tipo militare”.

Oltre a chiedere “quali iniziative di competenza intenda intraprendere il governo nei confronti di Alpi Aviation”, il deputato Sut chiede all’esecutivo se non ritiene “opportuno, in virtù dell’esigenza di esercitare al meglio i poteri speciali concessi dal cosiddetto Golden Power, predisporre iniziative di competenza atte a rinforzare il sistema di controllo e prevenzione di condotte imprenditoriali lesive dell’esigenza di salvaguardia dei settori strategici della nostra economia”.

Il dossier Alpi Aviation assomiglia sempre più, come scritto su Formiche.net nei giorni scorsi, a un banco di prova per lo “Stato stratega”, nella definizione del sottosegretario Roberto Garofoli.

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