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Bollette impazzite, così in Europa si passa alle contromisure. E in Italia…

Un “piano shock” di tagli alle imposte, tetti agli utili e redistribuzione di risorse. La Spagna (e non solo) si muove per limitare la crisi delle bollette mentre i prezzi dell’elettricità spagnola continuano a infrangere record. Occhio: le cause sono paneuropee e gli analisti prevedono nubi per tutto l’inverno

Martedì il governo spagnolo ha passato una serie di misure per limitare il rincaro pazzesco del costo dell’energia elettrica, divenuto negli ultimi mesi il motivo principale di malcontento popolare. Il vicepremier e ministro per la transizione ecologica, Teresa Ribera, ha annunciato in conferenza stampa che il “piano shock” taglierà del 22 per cento il costo medio delle bollette ed estenderà a 10 mesi (da 4) il divieto di tagliare la fornitura ai clienti insolventi.

D’estate il governo guidato da Pedro Sanchez aveva già tagliato sia l’Iva che la tassa sulla generazione dell’energia per far fronte all’incremento dei costi. Il nuovo piano estende la durata dei tagli e ne aggiunge altri; si stima che Madrid perderà 1,4 miliardi di euro di introiti nel 2021. A questi si aggiungono i 2,4 miliardi che Madrid intende prelevare dai produttori di elettricità rinnovabile, imponendo un tetto massimo ai profitti, e “redistribuire” presso i consumatori.

Madrid attingerà ai propri forzieri per comprare anche quote di emissione per 900 milioni di euro. L’obiettivo finale è evitare che l’impennata europea dei prezzi dell’elettricità – dovuta al rincaro delle materie prime, alle incertezze riguardo la fornitura invernale di gas russo, e al costo del carbonio in Ue – riverberi eccessivamente sui consumatori, specie quelli più esposti, specie nei mesi invernali. Ribera ha assicurato che la Spagna limiterà il rialzo dei prezzi a massimo 4,4%, contro un picco previsto di 28%.

La Spagna è alla frontiera di uno rialzo record del costo dell’energia, un trend europeo che secondo gli analisti si aggraverà nei prossimi mesi. Nei mesi estivi le bollette elettriche spagnole sono cresciute a livelli vertiginosi. Martedì il prezzo dell’elettricità all’ingrosso ha toccato il record massimo finora, 172,78 €/MWh secondo l’operatore di mercato OMIE. Gli effetti sono più sentiti nella penisola iberica anche per via dell’isolazionismo energetico di cui è vittima la regione, che deve importare elettricità e gas naturale dal centro Europa e dispone di alternative limitate.

Però in molti avvertono che quelle spagnole sono solo le prime avvisaglie – lunedì il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha paventato un rialzo del costo delle bollette del 40 per cento nel prossimo futuro. Martedì sera ha comunicato via la pagina Twitter del Mite che “il governo è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi e per far sì che la transizione verso energie più sostenibili non penalizzi le famiglie”.

Il sentimento è diffuso in Europa. Nei giorni scorsi il governo francese (memore dei gilet gialli) ha detto che considererà l’estensione della platea degli aventi diritto a una compensazione per l’acquisto di benzina. Intanto la Grecia ha annunciato di aver approntato un “fondo per la transizione energetica” da 150 milioni di euro per ammortizzare l’impatto dei rialzi delle bollette elettriche.

Non sorprende che proprio Spagna e Francia fossero tra le nazioni che più hanno protestato quando la Commissione europea ha svelato il pacchetto di misure Fit for 55, pensato per accelerare la decarbonizzazione dell’Ue con una combinazione di rincari sulle emissioni, target stringenti e sussidi. Tra questi ultimi figurano il Cbam, la tassa di aggiustamento delle emissioni alla frontiera, e un meccanismo per cui i proventi della vendita all’asta di quote di emissioni possono essere incanalati verso le fasce di popolazione che più soffriranno la transizione verde, assieme a un fondo preposto da 72 miliardi di euro.

E però da diversi Paesi europei arrivano le critiche di coloro che avvertono Bruxelles: una transizione così veloce e radicale non potrà che danneggiare (troppo) i meno abbienti, ossia proprio coloro che più fanno fatica ad adeguarsi ai nuovi e costosi standard ecologici. Da martedì il pacchetto è al vaglio del Parlamento europeo a Strasburgo, ed è quasi inevitabile che le (sacrosante) velleità verdi della Commissione saranno diluite dall’inevitabile rischio delle bollette incandescenti.

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