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Il “Focolaio” di Francesca Nava conquista il premio Estense

La giornalista d’inchiesta Francesca Nava si aggiudica il premio letterario. “La mia vittoria la dedico ai sopravvissuti al Covid che mi hanno raccontato la loro storia”

L’aquila d’oro del Premio Estense vola su Francesca Nava. E’ lei, giornalista e documentarista ad aggiudicarsi la 57esima edizione del riconoscimento ferrarese. Con ’Il focolaio’ si è aggiudicata il favore di giuria tecnica e giuria popolare. Il libro inchiesta che racconta l’evolversi della pandemia da Bergamo in poi. Ed è a «coloro a cui ho promesso che sarei andata fino in fondo, ai sopravvissuti che mi hanno consegnato la loro testimonianza» la dedica di Nava. Il Premio Estense, quest’anno, ha fatto il pieno di ’big’. I quattro finalisti erano infatti Giancarlo e Alberto Mazzuca con l’affresco di Gianni Agnelli,   ’Labirinto Italiano’ di Walter Veltroni, finendo con ’il Sistema’ di Alessandro Sallusti.

E’ il premio della ripartenza, della fase post emergenziale. Quel tempo in cui «non bisogna allentare la presa, ma nel quale occorre seguire la strada maestra tracciata dalle nostre imprese che, nonostante tutto, stanno reagendo molto bene». Gian Luigi Zaina, vicepresidente di Confindustria Emilia e presidente della fondazione Premio Estense esordisce con un messaggio di speranza. Ma con alcuni interrogativi sul futuro. A cui cerca una risposta anche il presidente di Confindustria Emilia Walter Caiumi. “Finalmente – dice – abbiamo una visione prospettica che ci viene da un governo che ci sta proiettando verso la fine di questo incubo”.

La fine di un incubo resa possibile anche “grazie all’impegno di centinaia di imprenditori che rendono questo territorio un fulcro di eccellenze”. Perché in fondo si sa, la ripresa parte proprio dai territori. E del territorio, in fondo, è figlio “anche il Premio Estense – ricorda Caiumi – . Un riconoscimento che ha saputo travalicare i confini ferraresi diventando celebre in tutto il Paese”.  Da banca del territorio a realtà consolidata in tutto lo Stivale è stato anche il percorso di Bper, rappresentata dal manager dell’area Est dell’Emilia Romagna Paolo Barchi.

Tornando al premio e ai libri. Le parole che usa Giancarlo Mazzuca per descrivere Gianni Agnelli trasudano ammirazione. “E’ stato un re sabaudo, senza corona. Un patriota, l’emblema del miracolo economico e sociale degli anni ’60”. Il blasone di una nobiltà tramontata agli albori degli Anni di Piombo. Come forma – l’intervista – ma anche come intrecci raccontati, forse la conversazione tra l’ex giudice Palamara e il direttore di Libero Sallusti è racchiusa nel libro  più complesso. E quello che ha fatto più discutere “di un sistema mediatico-giudiziario che ha causato la caduta di almeno gli ultimi cinque governi”. Una politica soccombente “a inchieste che, nella più parte dei casi – così Sallusti – non sono sfociate in nulla”.

Veltroni consegna ai lettori più che altro un viaggio. “Che parte dal rimpianto di un’epoca che non ho vissuto – quella della Liberazione – alla narrazione della partita del Secolo: Italia-Germania 4 a 3”. La consegna del premio Granzotto ad Andrea Purgatori è quasi più applaudita della vittoria del Premio Estense. Anche se – ce lo si conceda – la protagonista assoluta, anche della 57esima edizione, è stata indubbiamente la conduttrice Cesara Bonamici. Da diciotto anni sul palco del Teatro Abbado di Ferrara. Sempre con la stessa grinta, con la stessa classe.

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