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La battaglia per il Leone. Cosa succederà alle Generali dopo il blitz di Mediobanca

Gli analisti concordano, l’affondo di Mediobanca è un segnale chiaro ai soci del patto. Donnet non si tocca e nel Leone non è ancora tempo di ribaltare mezzo secolo di egemonia targata Piazzetta Cuccia. Ora non resta che attendere la reazione di Caltagirone e Del Vecchio, con un occhio ai Benetton…

Lo scontro in campo aperto può iniziare. Quando ormai sull’Italia era calata la sera, Mediobanca ha fatto capire a Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio di che pasta sono fatti a Piazzetta Cuccia. Come a dire niente e nessuno potrà scalzare Mediobanca dalle Generali. E così, alla fine, la contraerea si è alzata e ha fatto fuoco contro chi vuole mettere in discussione mezzo secolo di egemonia nel Leone.

L’istituto guidato da Alberto Nagel ha comunicato di aver sottoscritto “con una primaria controparte di mercato un’operazione di prestito titoli avente ad oggetto 70 milioni di azioni Assicurazioni Generali, pari al 4,42% del capitale sociale della compagnia. Operazione che porta i diritti di voto di Piazzetta Cuccia al 17,22%, ed effettuata all’indomani dell’ultimo mini-acquisto di Del Vecchio che aveva comperato uno 0,1% portandosi così al 5,1% e rafforzando l’accordo di consultazione che con l’1,23% di Crt e il 6,2% di Caltagirone ha raggiunto il 12,53%, a un passo da Mediobanca prima del blitz.

Ma c’è anche un fattore temporale. Lunedì è in programma il board Generali che dovrà preparare la lista del cda per il rinnovo dei vertici e che mira a confermare l’attuale gestione, ovvero Philippe Donnet per il terzo mandato consecutivo. Servirà il via libera dell’assemblea la prossima primavera, ma soprattutto avere i numeri per battere la lista antagonista, quella dei pattisti guidati dal tandem Caltagirone-Del Vecchio, che proprio di Donnet vorrebbero fare a meno. E qui sarebbe meglio tirare fuori il pallottoliere, perché ci sono ancora dei soci che potrebbero fare la differenza. Tra tutti, la famiglia Benetton, che nel Leone pesa per il 4%. Un eventuale schieramento per questa o quella lista potrebbe essere, alla fine, decisivo.

Una cosa è però certa, la mossa di Mediobanca ha rafforzato e nemmeno poco, la posizione di Donnet. Di questo sono convinti gli analisti che seguono la battaglia per le Generali. “Mediobanca sta sostenendo questo sforzo per mantenere la presa sulla governance di Generali, dove è il maggiore azionista e dove un gruppo di imprenditori italiani sta contestando il rinnovo del board”, hanno scritto gli esperti di Banca Akros. I quali ricordano come Mediobanca abbia “una lunga tradizione di indipendenza per quanto riguarda il management rispetto al suo azionariato e che questa mossa è pienamente in linea con la medesima tradizione”. Tuttavia , “è probabile che il patto (Caltagirone-Del Vecchio, ndr) presenti una lista alternativa per il rinnovo del consiglio, e questo nonostante la mossa di ieri di Mediobanca aumenti la probabilità della riconferma di Donnet”.

D’accordo con Akros anche gli analisti di Equita Sim, poi, “alla luce dei recenti movimenti tra alcuni soci rilevanti di Generali e delle discussioni inerenti la governance della compagnia, vediamo la mossa di Mediobanca come finalizzata a proteggere il proprio investimento, che garantisce un ritorno che stimiamo superiore al 13% e vale il 34% degli utili di Mediobanca, continuando a supportare la strategia promossa dall’attuale management di Generali e ampiamente approvata dal mercato anche recentemente”. Ma occhio ai pattisti. “Sarà a questo punto da valutare la reazione dei soci aderenti al patto di consultazione, che – ad oggi – ha ad oggetto quasi il 12,5% delle azioni della compagnia”. Insomma, palla a Caltagirone e Del Vecchio.

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