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L’Ice ritorna a Tripoli in vista del boom dell’export italiano. Parla Baruzzi

Ice

Il responsabile dell’ufficio dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in Libia, Romano Baruzzi, spiega a Decode39 le previsioni dell’export in quel Paese

La Libia si prepara a tornare ad essere un mercato importante per l’export italiano. La Sace, società per azioni del gruppo italiano a partecipazione pubblica
Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario, prevede che l’Export italiano in Libia registrerà un +27,2% nel 2021.

Baruzzi piccola

In vista della ripresa dell’interscambio commerciale tra i due Paesi, l’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane è tornata a Tripoli con un nuovo desk aperto all’interno dell’ambasciata d’Italia in Libia. A spiegarlo a Decode39 è il responsabile di questo ufficio, Romano Baruzzi, funzionario Ice con una vasta esperienza in campo internazionale che lo ha portato in Asia (Tokyo dal 2000 al 2005 e Hong Kong dal 2005 al 2011) e negli Stati Uniti (New York dal 2014 al 2019).

Qual è la situazione dell’interscambio commerciale tra Italia e Libia?

Anche se siamo ancora lontani dai valori storici che hanno visto l’interscambio con la Libia superare i 15 miliardi di euro, l’Italia si conferma, nel primo quadrimestre 2021, il 1° mercato di destinazione dell’export della Libia con una quota di mercato del 31,5%. L’interscambio Italia-Libia, nei primi 4 mesi di quest’anno, ha superato già 1,7 miliardi di euro con un +87,9% rispetto al periodo precedente. Nell’intero anno 2020, il valore dell’interscambio Italia Libia ha raggiunto un totale di 2,60 miliardi di euro guadagnando il secondo posto dopo la Turchia che ha totalizzato 2,89 miliardi di euro, la Cina al terzo posto con 2,38 miliardi di euro, la Germania con 1,18 miliardi di euro e la Spagna al quinto posto con 0,92 miliardi di euro.

Qual è la composizione merceologica dell’import italiano dalla Libia?

La composizione merceologica dell’import italiano dalla Libia vede sempre al primo posto il petrolio greggio con l’83%, segue il gas naturale con il 14% e, in percentuale minore, i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e i prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati.

Qual è la quota di mercato dell’export della Libia verso il nostro Paese?

Il dato a consuntivo 2020 ha registrato una quota di mercato dell’export della Libia verso l’Italia del 53%. Questo significa che oltre la metà di quello che la Libia ha venduto nel mondo lo ha comprato il Bel Paese e il sostegno del nostro Paese, in un anno così negativo, è stato determinante. Nei momenti di crisi la nostra percentuale di importazioni dalla Libia cresce, perché gli impianti affiliati a Eni non hanno praticamente mai interrotto la produzione.

Con quali Paesi l’Italia deve competere per ritagliarsi maggiori quote di mercato in Libia?

L’Italia è al momento il terzo Paese fornitore della Libia, dopo Turchia e Cina, con una quota di mercato del 9,5 per cento. Si tratta di un dato importante in quanto è più del doppio rispetto alla Germania che ha una quota del 3,7 per cento, della Spagna con il 3,2 per cento, del Regno Unito e della Francia con quote di poco superiori all’1 per cento. In Libia nel 2020 sono stati acquistati beni italiani per 0,9 miliardi di euro con una forte dinamicità registrata dai settori estrattivo, meccanica strumentale ed apparecchi elettrici. Sace prevede un aumento dell’export italiano verso la Libia dell’8,6 per cento nel 2022 e del 6,2 per cento nel 2023-24.

Quale sarà la prossima occasione nella quale le aziende italiane potranno presentarsi al mercato libico?

Dal 4 al 7 ottobre prossimi si terrà a Tripoli la fiera Libya Build, la cui prima edizione risale al 2004. Rappresenta la più grande fiera delle costruzioni in Nord Africa. L’evento è cresciuto costantemente nel corso degli anni, diventando un punto di riferimento per il mercato nordafricano, fino al 2014, anno in cui è stata chiusa a causa del conflitto bellico. Nell’ultima edizione realizzata la fiera ha registrato numeri importanti: 490 espositori totali, 70 espositori italiani di cui 61 nella collettiva Ice, 15.000 visitatori totali. Nel 2021, con uno scenario politico migliorato, si ristabiliscono i presupposti per tornare a partecipare alla Libya Build nei padiglioni della Tripoli International Fair. Per questa edizione si stimano oltre 500 espositori, oltre 14.000 visitatori e 30.000 metri quadri di spazio allestito.

Quali iniziative metterà in campo l’Ice in vista di questo importante appuntamento?

In considerazione dell’importanza peculiare che riveste l’appuntamento fieristico per il macrosettore delle costruzioni, l’Agenzia Ice, che ha di recente riaperto un proprio Desk Promozionale in Libia, insieme all’Ambasciata d’Italia a Tripoli, partecipa all’evento attraverso la realizzazione di un Punto Istituzionale con funzione di supporto alle aziende italiane che parteciperanno in maniera autonoma all’iniziativa, e di presidio/rafforzamento della presenza italiana nel mercato locale. L’Agenzia Ice allestirà uno spazio espositivo all’interno del quartiere fieristico, che fungerà da centro di riferimento per tutte le aziende italiane presenti in fiera. Queste potranno usufruire dello spazio allestito per effettuare eventuali incontri b2b con le controparti locali che vogliano approfondire la conoscenza dell’offerta italiana, ed esporre le proprie brochure aziendali complete di riferimenti utili, immagini della produzione, progetti realizzati. Alle aziende italiane del settore è stata data la possibilità di inviare proprio materiale pubblicitario e informativo (cataloghi, brochure, ecc.), in inglese, da distribuire all’interno del Punto Istituzionale durate i giorni della manifestazione. Il desk promozionale dell’Ice Agenzia di Tripoli presidierà costantemente l’area istituzionale, fornendo un’assistenza qualificata alle imprese italiane relativamente al mercato libico e ai professionisti locali interessati alla produzione italiana.

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