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In Marocco si negozia per formare un governo liberale. Nomi e scenari

Il re Mohammed VI ha incaricato il leader dell’Rni Akhannouch, uscito vincitore dalle urne, di formare il nuovo esecutivo

Prendono il via oggi 11 settembre le consultazioni tra i partiti politici in Marocco per la formazione del nuovo governo, il primo a trazione liberale della sua storia. Dopo la schiacciante vittoria del partito del Raggruppamento nazionale degli indipendenti (Rni) alle elezioni politiche dell’8 settembre scorso, il capo di Stato, il re Mohammed VI, accompagnato dal principe ereditario Moulay El Hassan, ha ricevuto venerdì 10 settembre al palazzo reale di Fez, Aziz Akhannouch, presidente dell’Rni, che ha incaricato di formare il nuovo governo governo.

Quest’ultimo ha poi annunciato che avvierà le consultazioni aprendo le porte per un’eventuale coalizione di maggioranza ai partiti che possano avere una visione compatibile con quella del suo partito, con l’obiettivo di realizzare le aspirazioni dei cittadini marocchini. Ha aggiunto l’ex ministro dell’Agricoltura e uomo d’affari che dopo il suo incarico cercherà di formare “una maggioranza coerente”, secondo i programmi elettorali annunciati.

Akhannouch ha considerato questa una “vittoria per la democrazia”, ​​sottolineando la sua disponibilità “a lavorare con fiducia e responsabilità con tutte le parti che si uniranno a noi nei principi e nei programmi, sotto l’alta guida del re”.

Pochi minuti dopo la nomina sono arrivate le congratulazioni dell’ex ambasciatore statunitense a Rabat al nuovo premier marocchino. “Congratulazioni al partito Rni e al suo leader, il ministro dell’Agricoltura Aziz Akhannouch, per la vittoria nelle elezioni di maggior successo del paese fino ad oggi”, ha scritto David T. Fischer in una lettera condivisa su Twitter.

“Ho letto una dichiarazione del ministro che dice che questa è una vittoria per la democrazia, il suo spirito e le sue regole. Sono totalmente d’accordo ed è chiaro che a questo partito è stato dato il mandato di aiutare il governo a guidare il Regno del Marocco ulteriormente nel 21° secolo, come un partner globale fidato”, ha aggiunto l’ex ambasciatore americano nella sua lettera.

Intanto sul fronte opposto arrivano le prime dimissioni. Dopo la loro sconfitta alle elezioni dell’8 settembre il premier uscente, Saed-Eddine El Othmani e la segreteria generale del partito di Giustizia e Sviluppo (islamico) (Pjd) che ha governato il Paese per 10 anni, ha annunciano le proprie dimissioni. Le dimissioni arrivano a seguito della debacle elettorale del partito islamico che è passato dall’avere in parlamento 12 deputati rispetto ai 125 della passata legislatura.

Non mancano però i timori per una reazione scomposta dei dirigenti del Pjd che potrebbero ostacolare il programma del nuovo governo. In dieci anni di attività di governo, il partito islamico ha collocato migliaia di suoi membri e seguaci nella pubblica amministrazione, nei ministeri e nelle amministrazioni locali. Questo esercito di fedeli aspetta solo il via libera per mettersi al lavoro.

Secondo l’edizione odierna del giornale marocchino “Assabah”, durante gli ultimi giorni del suo mandato, il Pjd ha lavorato duramente per nominare il maggior numero di fedeli nelle posizioni di rilievo nelle varie amministrazioni. Una vera e propria corsa contro il tempo. L’agenda delle ultime riunioni del Consiglio di governo prevedeva di volta in volta tali nomine, sia nell’amministrazione centrale che nelle delegazioni regionali e nelle sedi distaccate dei diversi ministeri.

Avendo ampiamente previsto la sua sconfitta elettorale, il partito era deciso a radicarsi nell’amministrazione, a diversi livelli, per poter rinascere in futuro. Questi funzionari sono membri infatti, sottolinea “Assabah”, di “cellule dormienti” che possono essere attivate nei momenti di crisi. Per il partito islamista la sconfitta elettorale dell’8 settembre non ha importanza. Ciò che conta, invece, sono le prossime elezioni e il ruolo di queste “cellule dormienti” nel tessere reti relazionali per attivarle quando sarà il momento.

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