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Gli strappi con la Lega, le agorà e il destino di Draghi. Parla Oddati

Il promotore di Prossima dopo l’agorà democratica nella quale è intervenuto il segretario del Pd Enrico Letta: “Tanta partecipazione: lavoriamo per un nuovo centrosinistra che parta dal basso”. E sul futuro del governo: “Il presidente del Consiglio si guardi dalla Lega, da parte nostra massimo appoggio”

Nella dotta Bologna, il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha affrontato la platea dell’agorà democratica. Il fermento è palpabile, la capitale dell’Emilia Romagna tra poco avrà il suo nuovo sindaco. Tutto fa pensare che il più favorito sia proprio Matteo Lepore, espressione dei dem. Il termometro del gradimento è testimoniato “dalla grandissima partecipazione all’agorà. E dal fatto che, mei giorni scorsi ne sono nate tantissime spontaneamente, in diverse città italiane”. A parlare è Nicola Oddati, esponente dem, promotore di ‘Prossima’. È stato proprio lui a introdurre il segretario all’agorà bolognese.

Oddati, al di là degli entusiasmi, in questa fase politicamente movimentata, qual è l’obiettivo che vi ponete con le agorà democratiche?

I proponimenti sono diversi. Il primo è sicuramente ‘interno’ al partito e più in generale al campo progressista. Ovvero ricreare un centrosinistra dal basso, attraverso il confronto con questo straordinario momento di democrazia partecipativa. Ci stiamo impegnando a superare i nostri limiti, in particolare sul fronte della rappresentanza dell’elettorato: un lavoro sull’identità del Pd. Non possiamo essere un partito del leader. Noi siamo il partito del popolo. Una formazione che guarda alle libertà individuali e collettive, ma che mira alla redistribuzione di reddito e lavoro.

Come contare, concretamente, sull’agenda di Governo?

Impegnandoci a far approvare la riforma degli ammortizzatori sociali, spingendo sul tema del salario minimo legale e sulla riorganizzazione del lavoro per garantire l’ingresso di giovani e donne nel lavoro. Credo che le agorà siano, in questa ottica, un utile strumento di confronto anche relativamente ai temi sui quali il nostro elettorato attende risposte concrete. A valutare l’efficacia di queste iniziative, ci sarà un apposito comitato di persone di spicco (capitanato da Gianrico Carofiglio), composto da Monica Franzoni, Anna Maria Furlan, Carlo Cottarelli, Andrea Ricciardi ed Elly Shlein.

Dopo il voto sull’abolizione del green pass da parte della Lega, i rapporti fra i partner dell’esecutivo pare si siano ancor più incrinati. Riuscirete a resistere?

Più che per noi, il problema è proprio relativo alla permanenza della Lega in maggioranza. In commissione Affari sociali della Camera il partito di Matteo Salvini, guidato da Claudio Borghi, si è schierato con le opposizioni contro la linea dell’esecutivo sul certificato verde, provocando una lesione di lealtà al presidente Draghi davvero difficile da digerire.

Dunque è alta tensione.

Certo. Questi continui strappi minano gli equilibri, peraltro in una fase in cui le attenzioni dovrebbero essere concentrate su altro. Dalle sfide del Pnrr all’elezione del Presidente della Repubblica.

Anche il Movimento 5 Stelle è sulle barricate. Come sono i rapporti con i grillini?

Buoni. Il nuovo corso intrapreso dal Movimento sotto la guida dell’ex premier Giuseppe Conte è interessante, sebbene ancora acerbo. Il banco di prova senz’altro saranno le amministrative. Il terreno comune, seppur nella distinzione, sta via via prendendo forma.

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