Una efficace attivazione del Pnrr mette in moto 3 moltiplicatori perfettamente in grado non solo di accelerare la ripresa, ma anche di consolidarla. Ecco quali sono e cosa determinano nell’analisi di Andrea Ferretti, docente al Master in Scienze economiche e bancarie Europee-Luiss Guido Carli
A ben vedere gli indizi che mostrano un progressivo rafforzamento della ripresa italiana iniziano ad essere numerosi e concomitanti. Infatti, da una parte, quasi tutti gli osservatori istituzionali sono concordi nel collocare la crescita del Pil italiano per il 2021 in una forchetta compresa tra il 4,9% del Fondo Monetario e il 6% dell’Osservatorio sui Conti Pubblici di Cottarelli. Dall’altra, sembrerebbe trattarsi di una crescita non “di rimbalzo” in quanto contemporaneamente alimentata sia dall’export (+ 14% nei primi 6 mesi del 2021), sia dal rafforzamento dei consumi interni.
Dunque una ripresa robusta, ma ancora esposta a subdole variabili esogene quali l’emergenza sanitaria che inocula nei sistemi economici massicce dosi di quel “Fattore I – Incertezza” notoriamente temuto da mercati, investitori e imprenditori. Ciò detto, in questo scenario, la principale arma che l’Italia ha a disposizione per rendere strutturale questa ripresa è costituita dalla messa a terra, nei modi e nei tempi concordati a livello europeo, del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). E questo perché una efficace attivazione del Pnrr mette in moto 3 moltiplicatori perfettamente in grado non solo di accelerare la ripresa, ma anche di consolidarla. Il primo di questi moltiplicatori è il “Moltiplicatore Emozionale di Crescita (Mec)”. In estrema sintesi, si tratta di quel “booster” che, nella fase di uscita da situazioni di eccezionale coinvolgimento emotivo (vedi attuale crisi pandemica), è in grado di imprimere alla ripresa post emergenza una accelerazione di particolare intensità non riscontrabile in circostanze meno drammatiche.
Ovviamente, trattandosi di una variabile economica intangibile, è impossibile trovare traccia di questo moltiplicatore nei dati numerici, nelle previsioni economiche, negli algoritmi. Piuttosto, lo si intuisce nei pensieri dell’imprenditore che usa tutto l’ingegno italiano per ripartire con nuove soluzioni in uno scenario post-manzoniano. O negli occhi della ristoratrice che riapre cercando idee innovative per recuperare il tempo rubato dal lock down. In fondo, quando ci chiediamo se la vittoria negli Europei o le medaglie d’oro olimpiche possano stimolare la ripresa, in realtà ci stiamo chiedendo se questi straordinari accadimenti siano in grado di incidere sul moltiplicatore emozionale. E la pesante influenza delle variabili emozionali in situazioni di emergenza economica non andrebbe mai sottovalutata.
Nel Novembre 2011, ad esempio, il fattore “S” ossia il Sentiment dei mercati, influenzato dalle paure e dalle ansie dei mercati, prese il sopravvento anche sui dati economici reali italiani rischiando di risucchiarci tutti in una spirale dagli esiti imprevedibili. Oggi, al contrario, il Moltiplicatore Emozionale ha fatto toccare all’indice di fiducia delle imprese un livello di 116 punti, livello mai toccato dall’ inizio di queste rilevazioni nel 2005.
Il secondo moltiplicatore è “il Moltiplicatore Strutturale di Crescita (Msc)” . È ampiamente noto che per la corretta attuazione del Pnrr sarà necessario varare circa 58 riforme strutturali (giustizia, burocrazia, appalti etc), riforme di cui si è sempre parlato, ma che per mancanza di accordo politico e di fondi non sono mai state attuate. Oggi, a differenza del passato, l’accordo politico sulle riforme bisognerà trovarlo per forza a meno che non si voglia rinunciare alla irripetibile occasione offerta dal Recovery Fund. E anche i soldi per farle (oltre 200 miliardi di cui buona parte a fondo perduto) saranno messi a disposizione dall’Europa. Dunque, l’attuazione del Pnrr genererà un Moltiplicatore Strutturale che, attraverso le riforme propedeutiche, andrà a modificare geneticamente il Dna della nostra economia, riducendo il fardello di gap strutturali che da sempre rallenta la crescita dell’Italia.
Il terzo moltiplicatore è, invece, il “Moltiplicatore di Credibilità”. Più in particolare, qualora l’Italia riuscisse a dare concreta attuazione ai piani di ripresa concordati con la Commissione europea, non vi è dubbio che si metterebbe in moto un moltiplicatore che rafforzerebbe considerevolmente in Europa la nostra credibilità troppo spesso messa in discussione dai “popoli del Nord”. E questa credibilità rafforzata si dimostrerà preziosa quando, verosimilmente nel 2023, si farà il tagliando al “Patto di Stabilità”, oggi sospeso a causa della pestilenza. In quel frangente, essendo l’Italia il primo beneficiario del Recovery Fund, l’avere le carte in regola sull’attivazione del Pnrr aumenterà le probabilità che alcune forme di debito europeo condiviso, oggi attivate data l’emergenza, vengano “stabilizzate” in sede di revisione del Patto.
Il tutto con grande beneficio per i nostri conti pubblici. Oltretutto, gli effetti benefici del Moltiplicatore di credibilità non solo ridurrebbero la nostra spesa per interessi sul debito, ma contribuirebbero anche a consolidare la ripresa spostando le risorse liberate verso il finanziamento di investimenti strutturali e sostenibili.