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Le sfide per Luciano Portolano, nuovo segretario generale della Difesa

La decisione è arrivata dal Consiglio dei ministri: l’attuale comandante del Covi, generale di corpo d’armata classe 1960, prenderà il posto di Nicolò Falsaperna. Erediterà sfide rilevanti per il sistema-Difesa, tra l’attuazione della direttiva di politica industriale del ministro Guerini, la sfida europea e il sostegno all’export in mercati sempre più competitivi

Sarà il generale Luciano Portolano a prendere il posto del generale Nicolò Falsaperna alla guida del segretariato generale della Difesa e della direzione nazionale armamenti. A quanto apprende Formiche.net, lo ha deciso, su proposta del ministro Lorenzo Guerini, il Consiglio dei ministri, riunitosi a palazzo Chigi sotto la presidenza del premier Mario Draghi.

CHI È LUCIANO PORTOLANO

Classe 1960, di Agrigento, Generale di corpo d’armate dell’Esercito italiano, Portolano è dal 2019 a capo del Comando operativo di vertice interforze, recentemente passato da “Coi” a “Covi” (con la quarta stella per il suo comandante) per divenire il punto di raccordo di tutte le componenti operative delle Forze armate italiane, comprese quelle nuove, spaziale e cibernetica. Una vera e propria rivoluzione (che abbiamo raccontato qui) all’interno dell’impostazione strategica d’alto livello della Difesa nazionale, che sta evolvendo dalla logica dell’interforze abbracciando la dottrina del multi-dominio. Portolano era già stato al Coi per la guida del Reparto operazioni dal 2012 al 2014, prima di passare al comando della Forza di interposizione in Libano della Nazioni Unite (Unifil). Nel corso della sua carriera, ha operato in Kuwait, Kosovo, Macedonia e Afghanistan, dove, dal 2011 al 2012, è stato comandante del Regional Command West della missione Isaf, incarico per cui è stato insignito dall’allora presidente Usa Barack Obama della prestigiosa Legion of Merit. A settembre 2016 è invece approvato a Napoli, per ricoprire il ruolo di capo di Stato maggiore dell’Allied Joint Force Command della Nato a Napoli.

I COMPITI

Ora prenderà il posto del generale Nicolò Falsaperna, giunto al vertice di SegreDifesa/Dna (succedendo a Carlo Magrassi) a settembre 2018, e dunque arrivato alla fine dell’incarico triennale, non prorogabile dopo l’ultima riforma. La struttura oggetto di avvicendamento ha il compito di attuare tutte le direttive del ministro in materia di alta amministrazione, indirizzo e coordinamento delle attività della Difesa. A SegreDifesa spetta anche la gestione delle risorse finanziarie, nonché il compito di tradurre le decisioni politiche in attività contrattuali e amministrative. Altrettanto delicato il ruolo in termini di politica degli armamenti. È infatti la Direzione nazionale ha mettere in pratica la definizione e l’indirizzo delle attività di studio, ricerca e sviluppo, acquisizione e produzione (“anche in un contesto di cooperazione internazionale”) finalizzate a dotare le Forze Armate dei mezzi e materiali necessari per svolgere la loro missione.

LE SFIDE

Tutto questo passa per il difficile compito di armonizzare gli obiettivi della Difesa con quelli di sviluppo e produzione dell’industria nazionale, anch’esso di competenza del segretario generale della Difesa e direttore nazionale armamenti, divenuto una priorità per il dicastero di Lorenzo Guerini, confluito a fine luglio nella prima direttiva ministeriale di politica industriale della Difesa. A Portolano andrà dunque un compito delicato. Nel campo della Difesa si avvicinano sfide importanti per il sistema-Paese, che chiamano in causa anche l’attiva di SegreDifesa. Tra tutte, la Difesa europea, con la Commissione che ha dato il via ai primi bandi del fondo da 7,9 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Ci sono poi le riforme interne, dall’attuazione della citata direttiva ministeriale alla spinta che il Dpp ha dato ha molti programmi militari. Infine, il sostegno all’export, che attende la piena attuazione della riforma g2g.

IL GIRO DI NOMINE

Intanto la nomina di Portolano apre il valzer sugli avvicendamenti ai vertici delle Forze armate di fine anno. Hanno iniziato nei primi mesi del 2021 i generali Giovanni Nistri (uscente) e Teo Luzi (subentrante) nell’incarico di comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Poi è stata la volta dell’Esercito, con l’avvicendamento tra Salvatore Farina e Pietro Serino. La prossima sarà l’Aeronautica militare, considerando che il 31 ottobre termineranno i tre anni del generale Alberto Rosso. Contestualmente ci dovrebbe essere il cambio al vertice dello Stato maggiore della Difesa, con il generale Enzo Vecciarelli in scadenza il 6 novembre e il passaggio previsto, se venisse confermata l’alternanza, a un esponente della Marina militare. L’iter è il medesimo per tutti. Le nomine arrivano dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Difesa, il tutto con tempi idonei a garantire il passaggio di consegne prima del termine dei rispettivi mandati. Infine, si aggiunge il posto lasciato libero da Portolano al vertice del Covi. Attuale vice comandante è il generale dell’Aeronautica militare Silvano Frigerio.


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