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Sostenibilità, pacchi e fintech. Le sfide di Poste Italiane

matteo del fante

In un’audizione alla Camera il ceo Matteo Del Fante traccia la rotta per il futuro post-pandemia. Spinta sui pacchi, investimenti nella sostenibilità e una robusta dose di innovazione. E un po’ di fintech…

Più Btp, più innovazione e spinta sulla raccolta. Poste Italiane prosegue nell’attuazione del piano industriale Sustain&Innovate, che guarda al 2024, presentato alla comunità finanziaria la scorsa primavera. Il ceo Matteo Del Fante è stato ascoltato in commissione Trasporti alla Camera in merito alla strategia messa a punto sei mesi fa.

TRA DEBITO E TECNOLOGIA

Tanto per cominciare Poste è “il primo investitore italiano in Btp, detentore e protettore del risparmio degli italiani anche con l’acquisto dei titoli di stato”, ha detto Del Fante. “Compriamo e abbiamo 140 miliardi circa di titoli di stato italiani. Siamo il primo investitore italiano in Btp”. Ma non ci sono solo gli investimenti in debito pubblico italiano. C’è anche la tecnologia.

“Continuiamo a investire moltissimo e nel nuovo piano industriale 2021-2024, siamo a 3,1 miliardi. E una parte importante di questi, il 60%, fa riferimento alla trasformazione tecnologica interna e all’interazione con i clienti. Il 60% dei nostri investimenti sono anche sostenibili e cerchiamo di farli sempre di più in chiave strategica-evolutiva”, ha chiarito il manager ex Terna.

IL FRONTE VERDE

Nel piano industriale di Poste, poi, ha trovato spazio anche la sostenibilità. Nei piani di Del Fante c’è l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2030 e di un taglio del 30 per cento delle emissioni entro del 2025. Poste si è posta il target di “tagliare del 30 per cento entro il 2025 le emissioni totali del gruppo, dovute principalmente alla logistica, ai mezzi di trasporto e agli immobili, intese come uffici o centri di produzione”, ha affermato il manager. “Rispetto all’obiettivo di neutralità, ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di avere la neutralità e quindi non avere emissioni nette positive, al 2030”,.

NON SOLO PACCHI

Tra i traguardi importanti che la società si prefigura di raggiungere poi c’è quello di cavalcare l’ondata di crescita del mercato dei pacchi segnata lo scorso anno, con la cifra record di 210 milioni di pezzo consegnati in 12 mesi (con picchi di oltre 1 milione al giorno). Entro il 2025 oltre il 50% dei ricavi del settore corrispondenza e pacchi dovrà essere generato da quest’ultimo business, contro una quota del 20 per cento del 2017. Per fare un esempio concreto: oggi questi ricavi sono pari complessivamente a 3,2 miliardi. Nel 2024 è previsto che la quota dei pacchi salga da 1,12 miliardi del 2020 a 1,8 miliardi.

Altro settore in forte espansione è quello dei pagamenti digitali e della telefonia mobile. Qui il gruppo prefigura l’espansione in un nuovo business, quello dell’energia. Si fa riferimento a una nuova offerta di servizi energetici, facendo leva su un approccio energy-fintech. I ricavi passeranno da 0,74 a 1,6 miliardi. Si prevede che il portafoglio di carte emesse salga a 29,6 milioni (10,7 milioni gli e-wallet digitali). Nel periodo sono previsti a livello di gruppo anche incentivi all’esodo di personale per 100 milioni.

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