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In Tunisia una donna premier per uscire dalla crisi

Saied Mattarella

Dopo oltre due mesi il Paese ha di nuovo un primo ministro e la scelta è ricaduta su un docente di ingegneria prima donna premier della storia tunisina

Dopo oltre due mesi e mezzo di stallo per la formazione del nuovo governo e nel pieno della crisi legata alla decisione del presidente, Kais Saied, di sospendere le attività del parlamento e chiudere l’esperienza del governo di Hichem Mechichi, la crisi tunisina vede la luce in fondo al tunnel. A rappresentare una speranza per il piccolo Paese nordafricano, avvolto da una profonda crisi economica e istituzionale, è una donna. Si tratta di Najla Boudin Ramadan. Nel presentarla la presidenza tunisina ha sottolineato in un comunicato che si tratta della “prima donna a ricoprire il ruolo di premier nella storia della Tunisia”.

Alla docente della Scuola nazionale di ingegneria di Tunisi spetta un compito difficile, nonostante il ruolo di capo del governo appaia oggi ridimensionato dopo le misure emergenziali disposte dal capo dello Stato il 25 luglio scorso. Dovrà rassicurare le istituzioni economiche internazionali sulla possibilità di accordare nuovi aiuti per sostenere l’economia tunisina. Per farlo dovrà prima di tutto combattere la corruzione, come chiesto dal suo capo di Stato.

Alla luce della gravità della situazione, il presidente Saied ha scritto, in una lettera che ha consegnato a Boudin, “che la scelta dei membri del governo deve essere accelerata, visto che la Tunisia ha perso molto tempo”. Ha sottolineato che la nomina di una donna primo ministro è un tributo e un onore alle donne tunisine, un evento storico che sta accadendo per la prima volta in Tunisia.

Boudin lascerà quindi l’attuale incarico di gestione di un piano per realizzare i programmi della Banca mondiale presso il ministero dell’Istruzione superiore e della ricerca. Nonostante questa nomina restano ancora in vigore il congelamento dei lavori del Parlamento e la revoca dell’immunità dei deputati.

Il primo premier donna della Tunisia arriva in un momento di grande incertezza, oltre due mesi dopo la decisione di Saied, senza precedenti, di sospendere il parlamento, licenziare il precedente governo e prendere il controllo del Paese in preda a uno stallo politico e crescenti tensioni economiche. Una settimana fa, il presidente Saied ha sospeso quasi l’intera carta costituzionale, decisione che ha scatenato proteste con manifestazioni a Tunisi. Poche ore dopo la nomina di Boudin, i dirigenti del partito islamico di Ennahda, principale rivale del presidente Saied, hanno già fatto sapere che non riconosceranno come legittima questa nomina.

Questa mossa è stata adottata anche nel tentativo di portare fuori il Paese da una grave crisi politica. In un video postato su Facebook, il capo dello Stato ha espresso la volontà di “lavorare assieme, armati di una solida e costante determinazione per combattere la corruzione e lo stato di caos” in cui versano le istituzioni governative. Il suo decreto prevede anche il ruolo di capo del governo come assistente del presidente. La prima donna premier sarà anche il quarto capo di governo di Saied da quando è entrato in carica nell’autunno 2019 e il terzo che ha nominato personalmente.

Il corrispondente da Tunisi dell’emittente qatariota “Al-Jazeera”, Seif El-Din Boualak, che in questi mesi ha appoggiato il partito islamico di Ennahda, ha affermato che l’incarico è arrivato dopo due mesi dalle misure eccezionali e molti lo hanno considerato una decisione tardiva. Il giornalista ha aggiunto che l’incarico di Said è arrivato dopo le richieste di diversi partiti e organizzazioni, guidati dal sindacato tunisino, di accelerare la formazione di un governo. Le critiche rivolte al premier designato sono legate alla natura della sua personalità, alla mancanza di esperienza nella gestione di istituzioni statali, di partito o di attività politica indipendente, nonché nella natura dei poteri a lei conferiti.

Il segretario generale dell’Unione generale del lavoro tunisino (Ugtt), il sindacato più importante del Paese, Noureddine Taboubi, ha chiesto un’azione comune per uscire dall’attuale crisi del Paese. Taboubi ha affermato durante una riunione che “il sindacato continuerà la lotta pacifica per modificare la bussola delle scelte nazionali”.

Il leader del partito “Tahya Tounis”, Walid Jallad, ha ritenuto invece importante a livello simbolico affidare una donna il governo, aggiungendo che la cosa più importante “è che abbia un programma economico e sociale per salvare la Tunisia dalla crisi che sta affrontando”. Jallad ha affermato, in una dichiarazione alla radio locale “Mosaique Fm”, che il decreto relativo alle misure eccezionali “solleva un problema sulla questione della legittimità di questa nomina”.

Dallo scorso 25 luglio, Saied ha adottato una serie di misure eccezionali, tra cui il congelamento delle competenze del Parlamento, la revoca dell’immunità dei parlamentari, l’abolizione della costituzionalità degli organi di controllo delle leggi, l’emanazione di leggi con decreti presidenziali e la revoca del primo ministro, che gli consentono di assumere l’autorità esecutiva con l’aiuto di un governo.


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