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Cos’è stato fatto (e cosa no) su tech e commercio da Ue e Usa

Inaugurato il dialogo strategico a Pittsburgh. Stretto coordinamento su investimenti esteri (leggasi: cinesi) e standard Ai. Rimangono fuori dal tavolo dazi, Wto e dati. All’ultimo minuto Parigi strappa una vittoria sui chip

Il Consiglio commercio e tecnologia inaugurato il 29 settembre a Pittsburgh, in Pennsylvania, dai vertici dell’amministrazione statunitense e della Commissione europea ha prodotto non uno, ma ben due comunicati finali. Frutto delle difficoltà degli ultimi giorni legate alle posizioni della Francia, che ancora non sembra voler dimenticare l’esclusione dall’accordo di sicurezza. C’è quello di Washington, che mette prima gli Stati Uniti parlando di “U.S.-EU Trade and Technology Council. E c’è quello di Bruxelles, che fa l’opposto scrivendo di “EU-US Trade and Technology Council”.

Forse la questione si sarebbe potuta risolvere utilizzando la parola “transatlantic”, anche per dare un’idea di compattezza e non offrire sul piatto d’argento opportunità alla propaganda della Cina, principale “obiettivo” del Consiglio.

Ma a parte Unione europea-Stati Uniti o Stati Uniti-Unione europea, il comunicato è identico. Composto da tre sezioni e cinque allegati.

Le prime sono: una dichiarazione d’intenti transatlantica e basata “su valori democratici condivisi” relativa a commercio, economia e tecnologia; i risultati della prima riunione (meglio precisati negli allegati); il lavoro da fare nel futuro attraverso i dieci gruppi di lavoro (standard tecnologici, tecnologie pulite, sicurezza delle catene di approvvigionamento, sicurezza delle tecnologie di informazione e comunicazione come 5G e cavi sottomarini, data governance, utilizzi delle tecnologie contro i diritti umani, controlli delle esportazioni, screening degli investimenti, sostegno alle piccole e medie imprese nella transizione digitale, sfide commerciali globali).

Sembrano confermate le aspettative del Peterson Institute for International Economics: non un Consiglio di negoziazione costante con lo scopo di arrivare a un documento controfirmato da entrambe le parti, quanto un’infrastruttura di confronto in cui le due parti partono dal presupposto che si tratti di una collaborazione di lunga durata.

A giudicare dai sorrisi sfoggiati in un breve punto stampa dai commissari europei Margrethe Vestager e Valdis Dombrovskis, dal segretario di Stato americano Antony Blinken, da quello al Commercio Gina Raimondo e dalla rappresentante commerciale statunitense Katherine Tai, immersi in bandiere americane ed europee, l’incontro sembra aver resistito ai tentativi francesi di sabotaggio. Come ha scritto Politico, “è stato un raro punto di luce in una relazione che è stata in bilico da quando Donald Trump è entrato alla Casa Bianca e non si è ripresa così rapidamente come molti avevano sperato”, neppure con Joe Biden. È” stato anche un promemoria che, nonostante tutto il rumore politico, l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno la più grande partnership economica del mondo, con investimenti nei reciproci mercati che contrastano l’interesse di ciascun Paese in Asia”, continua il sito.

Molto è stato fatto, come l’accordo per un maggior coordinamento, per esempio, sulle acquisizioni stranieri (leggasi: Cina) e sugli standard comuni per l’intelligenza artificiale.

Molto rimane da fare. Gli Stati Uniti hanno lasciato fuori dal tavolo le discussioni sui dazi su acciaio e alluminio (nonostante la riunione abbia avuto “commercio” nel nome) e la ristrutturazione dell’Organizzazione mondiale del commercio picconata da Trump e non tra le priorità di Biden. L’Unione europea, invece, non sembra aver fretta di riprendere le trattative sul trasferimento dei dati.

La Francia ha messo a segno un colpo dell’ultimo minuto. Politico ha confrontato le dichiarazioni con le bozze circolate nei giorni precedenti. Risultato: gli impegni transatlantici sui semiconduttori risultano piuttosto annacquati.

Un caso visto che sarà la Francia a ospitare la prossima riunione del Consiglio sotto il suo semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea, lo stesso in cui, ha annunciato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, si terrà un summit sulla difesa comune? Un caso anche che a guidare gli sforzi europei per una maggiore autonomia nel settore dei semiconduttori ci sia il commissario francese Thierry Breton, in queste ore in viaggio in Asia con tappe in Giappone e Corea del Sud, terre di importanti aziende del settore?

(Foto: Twitter, @EU_Commission)

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