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Biden, Francesco e l’ombra di Baltimora. Parla Allen (Crux)

Un incontro lungo, più di quanto previsto dal protocollo. Joe Biden, il secondo presidente americano cattolico della storia, viene ricevuto in Vaticano da papa Francesco. Per John Allen, vaticanista di Crux, sul piano politico i problemi resteranno. Dalla comunione alle tensioni con i vescovi fino alla Cina, i dossier sul tavolo

“Il Papa è contento che io sia un buon cattolico, e che continui a ricevere la comunione”. È tutto qui, in questa frase di Joe Biden, il cuore della visita del presidente americano, insieme alla First Lady Jill, da papa Francesco, in Vaticano. A due settimane dalla riunione dei vescovi americani a Baltimora che dovrà votare un documento sull’accesso all’eucarestia dei politici cattolici che sostengono politiche pro-aborto, proprio come Biden, l’udienza Oltretevere del secondo presidente cattolico della storia, a margine del G20 di Roma, si carica di significato. Ma non avrà grandi conseguenze politiche, dice a Formiche.net John Allen, vaticanista di Crux. Non basta una photo-opportunity per rompere il muro di un cattolicesimo (e una gerarchia) americano sempre più polarizzato.

La visita è durata più del previsto. Biden ha fatto attendere Mattarella.

Non è davvero una sorpresa. Biden è un presidente cattolico, per lui questo incontro ha un grande valore personale. È grato a Papa Francesco per la vicinanza che gli ha dimostrato quando ha perso suo figlio.

Poi c’è una partita politica. Quale?

Una photo-opportunity. Biden deve fare i conti con l’opposizione dei cattolici americani conservatori per le sue politiche pro-aborto. Persone che non amano neanche il papa, e di certo non cambieranno idea dopo l’incontro in Vaticano, come Biden non si opporrà all’aborto una volta tornato a Washington.

Parliamo di una minoranza?

Una minoranza molto rumorosa. Se dovessimo azzardare una stima, direi che il 50% dei cattolici americani non si interessa ai rapporti fra Biden e Francesco. Vanno a messa la domenica, e tanto basta. L’altra metà si divide fra ultraconservatori, ultraliberali e qualche moderato.

Alle urne i cattolici conservatori si fanno sentire?

Hanno un peso, questo è certo. Hanno aiutato ad eleggere Donald Trump nel 2016. Ma non sono stati sufficienti per far perdere Biden quattro anni dopo.

Cosa attendersi dalla riunione dei vescovi americani a Baltimora?

Non abbiamo ancora una bozza del documento che sarà messo ai voti, né conosciamo il linguaggio scelto. Possiamo fare però due previsioni. La prima: è improbabile che i vescovi citino Biden e il suo accesso alla comunione. Sarà un messaggio più vago, aperto a varie interpretazioni.

E la seconda?

Qualsiasi cosa decida la Conferenza episcopale americana, i singoli vescovi continueranno a prendere decisioni autonome. L’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone, ad esempio, ha già dichiarato la sua contrarietà alla comunione per Biden e Nancy Pelosi. Gli arcivescovi di Chicago e Washington, i cardinali Blase Cupich e Wilton Gregory, hanno detto il contrario.

In questi mesi il Vaticano ha cercato di gettare acqua sul fuoco. Ha avuto effetto?

In parte. Dopo la lettera di maggio dell’arcivescovo Joseph Gomez e le parole del papa, alcuni vescovi americani sono oggi meno inclini a uno scontro frontale, cercheranno un compromesso a Baltimora.

Scenario: i vescovi aprono al dialogo, ma nelle diocesi ci sono preti che decidono di negare la comunione ai politici pro-aborto, o perfino ai loro elettori.

È così già da tempo. Se un prete decide da solo di non voler dare a qualcuno la comunione, un vescovo può solo rimuoverlo e spostarlo in un’altra parrocchia o diocesi, dove continuerà a fare lo stesso. Non esistono prescrizioni per questo caos.

Le tensioni fra San Pietro e la Chiesa americana sono più ampie. C’è davvero il rischio di uno scisma?

L’idea di uno scisma formale è fantasia. Richiederebbe un vescovo che voglia metterci la faccia e guidare una rottura con la Chiesa, un nuovo Marcel Lefebvre, e ad oggi non esiste. Perfino i più critici, come il cardinale Burke, non sognano di arrivare a tanto.

Nei fatti, però, c’è una chiesa che va per conto suo.

Questa è un’operazione in corso da tempo. La verità è che in America non esiste una sola Chiesa cattolica, ce ne sono tante. Una tradizionalista, che celebra la messa in latino, una neoconservatrice, che flirta con il Partito repubblicano, una liberale e vicina a Biden, un’altra ancora riformista, che spinge per il sacerdozio femminile.

Un’altra questione che mette chilometri fra la Santa Sede e la Casa Bianca è l’accordo sui vescovi siglato con la Cina. Torneranno le tensioni viste con l’amministrazione Trump?

Non vedremo più un Segretario di Stato americano scrivere un articolo per criticare il papa, nessun dubbio. Ma sul fronte politico ci sono stati pochi cambiamenti. Biden è severo con la Cina almeno quanto Trump. Ed è convinto, come Blinken, che il Vaticano dovrebbe essere più duro con Pechino. Questo problema è destinato a restare.

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