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Cina e tech. La Cia apre due nuovi centri di missione

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Pechino rappresenta “la più importante minaccia geopolitica” per Washington, ha detto il direttore Burns annunciando una serie di modifiche all’organizzazione. Lascia l’Agenzia la spia D’Andrea, soprannominato Ayatollah Mike, indicato come il regista della morte del generale iraniano Soleimani e secondo alcuni morto in un incidente aereo nel gennaio 2020 in Afghanistan. Ecco tutte le novità

Nasce il China Mission Center all’interno della Central Intelligence Agency. L’ha comunicato oggi il direttore della stessa Cia, William J. Burns, annunciando una serie di modifiche “alla struttura organizzativa e all’approccio” dell’agenzia d’intelligence americana affinché sia pronta ad affrontare “le sfide attuali e future della sicurezza nazionale”.

LA SVOLTA

“Questi cambiamenti sono il risultato delle revisioni strategiche che il direttore Burns ha lanciato la scorsa primavera e che si sono concentrate su aree come la Cina, la tecnologia, le persone e le partnership”, si legge nella dichiarazione diffusa da Burns. A supervisionare l’attuazione di queste modifiche toccherà al vicedirettore David S. Cohen, già assistant secretary al Tesoro con deleghe a terrorismo e intelligence finanziaria durante le amministrazioni di Barack Obama, oltre che acting direttore dell’Agenzia nel periodo di transizione da Gina Haspel (era Donald Trump) a Burns (scelto da Joe Biden).

LA MINACCIA CINESE

La Cina rappresenta “la sfida globale” che “attraversa tutte le aree di missione dell’Agenzia”, ha spiegato Burns “sottolineando che la minaccia proviene dal governo cinese, non dal suo popolo”. Per gli Stati Uniti si tratta della “più importante minaccia geopolitica che affrontiamo nel XXI secolo, un governo cinese sempre più ostile”, ha aggiunto.

GLI ALTRI FRONTI

Burns ha poi “sottolineato che la Cia continuerà a concentrarsi fortemente su altre importanti minacce, tra cui una Russia aggressiva, una Corea del Nord provocatoria e un Iran ostile, oltre a combattere il terrorismo”. A proposito di Mosca, poche ore prima dell’annuncio di Burns, la Nato ha comunicato di aver ritirato l’accreditamento di otto membri della missione russa presso l’Alleanza Atlantica in quanto si trattava di “ufficiali dell’intelligence russa non dichiarati”.

NUOVO FOCUS: GLI “HARD TARGET”

È stato con Haspel che la Cia ha iniziato una svolta di obiettivi passando da penetrazione e smantellamento delle reti terroristiche ai cosiddetti hard target, in particolare la Cina, ma anche la Russia, l’Iran e la Corea del Nord. Quattro anni fa, sotto la direzione di Mike Pompeo, poi scelto da Trump come segretario di Stato, erano nati i centri dedicati a Iran e Corea del Nord, quando l’amministrazione Trump stava aumentando la pressione su Teheran per contrastare il programma nucleare e su Pyongyang per portare il leader Kim Jong-un al tavolo delle trattative. Ora i due centri dovrebbero essere assorbiti da missioni più ampie, rispettivamente Vicino Oriente e Asia orientale, scrive il Washington Post.

RISOLTO IL CASO D’ANDREA?

Con la chiusura del centro Iran lascia l’Agenzia Michael D’Andrea, detto anche Ayatollah Mike o Principe delle tenebre, racconta il New York Times. D’Andrea ha guidato il centro dal 2017 e sarebbe uno dei registi dell’assassinio mirato di Qasem Soleimani, il generale iraniano che guidava la Forza Quds, unità d’élite dei Pasdaran. “A nome di tutti noi della Cia, voglio esprimere un profondo apprezzamento a Mike per i suoi decenni di servizio e di leadership su alcune delle questioni più difficili che abbiamo affrontato. Ha avuto un impatto notevole”, ha dichiarato il direttore Burns. Parole che sembrano mettere a tacere le voci sulla morte di D’Andrea: infatti, nel gennaio dell’anno scorso, poco dopo la morte di Soleimani, si era diffusa l’ipotesi che ci fosse lui a bordo dell’aereo precipitato in una zona montuosa dell’Afghanistan nella provincia di Ghazni.

LE ALTRE NOVITÀ

Nella riorganizzazione dell’Agenzia sono previsti anche un Chief Technology Officer e un Transnational and Technology Mission Center, “che affronterà questioni globali critiche per la competitività degli Stati Uniti, comprese le tecnologie nuove ed emergenti, la sicurezza economica, il cambiamento climatico e la salute globale”. Inoltre, il direttore ha deciso di lanciare il programma Cia Technology Fellows per attrarre le migliori menti e ha voluto apportare “dei cambiamenti nei processi per ridurre significativamente il tempo necessario ai candidati” per entrare nell’Agenzia.

LE DICHIARAZIONI DI BURNS

“Nel corso della nostra storia, la Cia si è fatta avanti per affrontare qualsiasi sfida si sia presentata davanti. E ora, di fronte alla prova geopolitica per noi più difficile in una nuova era di rivalità tra grandi potenze, la Cia sarà in prima linea in questo sforzo”, ha detto il direttore Burns ai dipendenti. “Non c’è dubbio che abbiamo il talento per questo lavoro. E con il giusto approccio, e la giusta struttura, so che aiuteremo a garantire la leadership americana e il successo americano sulla scena globale per i decenni a venire”.

LE ANTICIPAZIONI

La notizia era stata anticipata da Bloomberg a inizio agosto. Come raccontavamo su Formiche.net, “più di una volta il Congresso ha messo nel mirino l’agenzia per l’incapacità di tener testa alle sfide poste dai Servizi cinesi, soprattutto quelle nel dominio cibernetico. Un giudizio severo messo nero su bianco in un rapporto del settembre del 2020 del Comitato dell’intelligence della Camera, secondo il quale gli Stati Uniti ‘stanno fallendo’ nel tentativo di rispondere colpo su colpo agli 007 cinesi, concentrandosi troppo su ‘target tradizionali’, come minacce convenzionali o terrorismo”.

IL CASO WUHAN

In un’intervista di qualche settimana fa con Npr, il direttore Burns aveva annunciato l’intenzione di aumentare il numero di agenti che sanno il mandarino: “Dobbiamo rafforzare la nostra expertise, non soltanto nella capacità di parlare mandarino, ma nella ricerca di persone che possono aiutare a fare i conti con questioni tecnologiche”. Il problema, come spiegavamo ancora su Formiche.net, si è posto di recente nel caso dell’analisi di quello che la Cnn ha definito un “tesoro di dati genetici”, relativi anche al laboratorio di Wuhan, per fare chiarezza sull’origine del Covid-19. Ma l’intelligence americana a fine agosto ha annunciato di non essere riuscita a concludere se il coronavirus sia scappato da un laboratorio, quello di Wuhan, o sia di origine animale e il presidente Biden ha criticato Pechino per l’assenza di trasparenza.

LE PAROLE DELL’EX

L’ex direttore John O. Brennan, che ha gestito un’ampia vasta riorganizzazione dell’Agenzia durante l’amministrazione Obama, ha espresso così il suo sostegno all’iniziativa di Burns: “Se c’è un Paese che merita il proprio centro di missione, questo è la Cina, che ha ambizioni globali e presenta la più grande sfida agli interessi degli Stati Uniti e all’ordine internazionale”.



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