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Il tour di Dibba? La spina nel fianco di Conte. L’analisi di Panarari

Il commento del sociologo e docente dell’Università Mercatorum. “Di Battista è un personaggio in cerca d’autore. Con questo tour sta facendo un crash test su se stesso”. E Conte? “I problemi per la sua leadership si accumulano. Il nuovo corso e le nomine stanno creando ulteriori malumori”

Non è mai uscito del tutto dal mondo grillino, giocando sull’ambiguità. Alessandro Di Battista al grido di ‘su la testa’ parte con un tour di “controinformazione e politica”. Nelle piazze, nel tentativo di riconquistare quella fetta di elettorato non dimentica delle origini del Movimento ma che attualmente non si trova a proprio agio con la linea governista e ‘palazzista’ di Giuseppe Conte. Con lui, il fedel Griso (per dirla con Manzoni), Alessio Villarosa. I tupamaros del grillismo dei primordi partono simbolicamente da Siena. Ebbene, questa operazione di “carotaggio politico”, come la definisce il sociologo e saggista Massimiliano Panarari, potrebbe “nuocere gravemente al Movimento 5 Stelle”.

Panarari, Di Battista è fuori dalla politica attiva da un pezzo ormai.

Di Battista ha giocato su più fronti, non operando mai a ben guardare una cesura netta col Movimento. Il fatto che, per prenotarsi i posti agli eventi, gli interessati debbano farlo attraverso la piattaforma Rousseau la dice lunga.

Un’altra spina nel fianco per Giuseppe Conte, dunque?

È una possibilità più che concreta. Nel senso che la presa non salda del Movimento da parte dell’ex premier, e le nuove nomine, stanno generando non pochi malumori. In parte, è su questi malumori che s’innesta l’iniziativa di Dibba. Non solo: da un po’ il Movimento si è asserragliato nel palazzo, lasciando le piazze. Le reconquista di un’identità che caratterizzava il movimento ai suoi albori è un terreno fertile per Di Battista. Terreno peraltro sul quale il Movimento attuale ha lasciato non poca parte dell’elettorato.

Un elettorato che ora guarda con interesse alle intenzioni politiche del grillino duro e puro.

Esattamente. D’altra parte Di Battista è un personaggio in cerca d’autore. Con questo tour la sua intenzione è quella di fare ‘casting’ su se stesso. Interpretando anche quelle sacche di delusi che, specie al sud, mugugnano. Il suo è un mix tra spettacolo e performance, nel tentativo di aprire agli occhi degli scontenti un’alternativa politica. Che, va detto, non è matematico che poi vada a realizzarsi. D’altra parte, il Movimento, perdendo gran parte dell’identità movimentista originaria, non è più in grado di interpretare le istanze dell’elettorato anti sistema.

Dopo la debacle elettorale del Movimento, pensa che questa iniziativa possa avere più appeal?

Penso che per Conte i problemi stiano via via accumulandosi, mettendo a dura prova la sua leadership. Credo che da parte sua Di Battista pensava che l’ex premier lo coinvolgesse nel nuovo corso del Movimento. Ovviamente questo non è successo, e gli attriti è ragionevole che crescano. Anche questo, a mio giudizio, ha costituito un presupposto per partire con il tour delle piazze.

È chiaro che questa iniziativa porrà Dibba in una condizione molto agevolata. Cosa vuole ottenere?

È presto per fare previsioni. Diciamo che la valutazione sull’iniziativa va fatta ex post. Sicuramente Di Battista, percorrendo le strade del malumore, ha la concreta possibilità di riprendere vigore. Questo gli garantirebbe una posizione privilegiata. Alzando il potere contrattuale, la capacità di fare pressioni su Conte e sul Movimento cresce.

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