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Esplosione in una moschea a Kabul. Ancora Iskp?

Diverse persone sono morte in un attentato nella principale moschea di Kabul. L’ombra dello Stato islamico e l’incapacità dei Talebani di governare la sicurezza in Afghanistan

Un’esplosione ha squarciato la folla fuori dall’ingresso di una moschea nel centro di Kabul domenica, lasciando alcuni civili morti, secondo quanto riportato da uno dei portavoce dei Talebani.

L’esplosione ha preso di mira i cancelli della moschea Eidgah, la più grande nella capitale afgana, dove si stava tenendo un servizio funebre per la madre del portavoce talebano Zabihullah Muhajid, una figura di alto valore nel nuovo gruppo di potere che amministra il Paese.

Non c’è stata un’immediata rivendicazione di responsabilità per quello che le informazioni rese pubbliche dai testimoni — anche sui social media — descrivono come una grande detonazione, con i servizi di emergenza che si sono precipitati sulla scena dell’attacco.

In queste settimane l’Afghanistan è stato particolarmente martoriato da attentati rivendicati dal gruppo IS Khorasan (Iskp), la filiale dell’organizzazione baghdadista che occupa l’Asia Centrale. I seguaci di quello che fu il Califfato sono nemici ideologici dei Talebani, e più grande opposizione interna della nuova amministrazione afghana.

L’obiettivo di queste azioni è dimostrare che il governo talebano non ha il controllo del Paese, e non è in grado dunque di controllarne la sicurezza. Se l’attacco alla moschea verrà rivendicato dall’Is, il messaggio seguirà il trend con cui i baghdadisti vogliono porsi come minaccia di carattere regionale.

L’Iskp ha rivendicato il sanguinoso attacco all’aeroporto di Kabul che il 28 agosto ha prodotto la morte di quasi duecento persone mentre erano in corso le evacuazioni per fuggire dall’arrivo dei Talebani. Lo Stato islamico organizza questi attacchi perché sa che è dalle condizioni di caos che si guadagna l’acquisizione di proseliti.



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